NELLE
PRECEDENTI PUNTATE. Thilde Krauten, dopo aver visto il bacio tra suo marito Franz
e Mario Maccheroni, decide di vendicarsi proponendo ad Andrea, primogenito di
Giuseppe Maccheroni, di passare dalla Sanit (la ditta dei Maccheroni) alla
Sanide (la ditta dei Krauten). La sera stessa Andrea litiga con suo padre
appena tornato ubriaco dal bar e fa la sua decisione… [Ha vinto la scelta A]
Andrea
Maccheroni ha passato la notte in bianco rimuginando sulla sua decisione. Ormai
però è convinto: seguirà il suo istinto. È l’alba fuori e solo in quel momento
Andrea si addormenta. Dormirà solo poche ore prima di affrontare una giornata
cruciale per la sua vita.
Nello
stesso istante a Frihamnen, il porto di Stoccolma, a qualche chilometro di
distanza da casa Maccheroni, lo stesso signore anziano sulla settantina che
Giuseppe Maccheroni aveva visto allo Spy bar quella notte si è svegliato
prestissimo per guardare gli scaricatori di porto mentre bestemmiano in
svedese. Seduto su un masso, si fuma la pipa e si gode il mare. La nostalgia lo
assale e comincia a pensare al passo successivo da fare.
«Ke
puone ke zono le arinke con la cipolla! Mmm…»
«Fero!
Ma hai profato il zalame di orso? Anke qvello è speciale.»
«No,
lo profo dopo. Prima però foghlio azzolutamente assacciare il pyttipanna!
«Il
pytti-kosa?»
«Pyttipanna:
un cipo tipiko schwedese con cupetti di patate, cipolla e karne di manzo o ti
maiale.»
«Leccerissimo…»
Il
dialogo tra Andreas e Julia, i due figli di Thilde Krauten, prosegue davanti
alla tavola imbandita per il buffè aziendale della Sanide. Si festeggia
l’arrivo a Stoccolma ed è presente tutta la famiglia Krauten al completo.
«Tutto
pene, poi l’altra zera in camera da letto?» Klaus chiede a suo cognato Franz.
«Come
tici, skuza?»
«Non
zi è accorto nezzuno poi? Sei riuschito a montarla?» Franz è in imbarazzo, suda
freddo e rimane a bocca aperta: come fa Klaus a sapere della sua relazione con
Maria Maccheroni? Klaus però chiarisce. «La testiera del letto… ticefi che si
era craffiata nel trazloko e ke volefi ke Thilde non fetesse…»
«Ahhh…
zì, certo! Ho zistemato… crazie per afermelo kiesto» Franz tira una sospiro di
sollievo e cambia discorso. «Per parlare d’altro: ke fe ne pare allora il
procetto ke vi ho presentato?»
A
questo punto è Klaus che è in imbarazzo.
«Skusa…
mia moghlie Beate mi sta kiamando…» Klaus si allontana e si dirige verso un
altro gruppo di Krauten dove ci sono appunto sua moglie Beate, sua sorella
Thilde e i suoi genitori, Martha e Ralf. Ralf Krauten è il fondatore della
Sanide in Germania: è ancora socio azionario ma detiene solo il 2% ed è ormai
un anziano in carrozzella.
«La
Sanide dofreppe azzolutamente produrre un nuofo modello ti bidet» Beate Schmidt
è incalzante nelle sue idee. Gli altri sono un po’ a disagio, soprattutto ora
che si è unito suo marito Klaus Krauten alla conversazione.
«Ma
feti, Beate» Martha cerca di mediare «non per contrattirti ma qvi in Schwezia
non zi usa molto il bidet… la tua è una puona itea, ma gli schwedesi sono dei
zozzoni!»
«Ma
dofreppe ezzere proprio la Sanide a campiare la tentenza… o volete ke zia la
Sanit dei Makkeroni a farlo?» Nessuno rizponde «Inoltre, la Sanide dofreppe produrre
porta rotoli più larki… ho letto ke le aziente di carta igienika carantiskono
ke rotoli più larki ziano la svolta nel futuro!»
«Zi,
vero gli arki e le volte di qvesto palazzo stanno antanto a rotoli!»
«Ma
no, papà, Beate stafa parlando di carta igienika!» Klaus aiuta il padre Ralf.
«Offio
ragazzo: tua matre Martha è il genio ti kasa e metterà tutto a posto!» Tutti
scuotono la testa sconsolati, mentre la moglie Martha cerca di rimediare.
«Tranqvillo
karo, metto tutto a posto io!»
«Psst!»
Qualcuno bisbiglia da dietro una tenda «Thilde! Psst!»
Thilde
coglie l’occasione al volo per liberarsi dalla scomoda conversazione e andare a
vedere chi la sta chiamando.
«Tu?
Kome hai fatto ad entrare qvi?»
«Anch’io
ho i miei trucchi… ma non sono qui per parlare di questo.» Thilde Krauten viene
trascinata in disparte «Sono qui per parlare della tua proposta.»
«Zono
tutta orekki.» Thilde è ansiosa di sentire il suo interlocutore, il quale
prende una pausa prima di ricominciare a parlare.
«Ho
deciso che verrò alla Sanide!» Andrea Maccheroni stesso fa fatica a credere a
quello che ha appena detto. Thilde Krauten, dentro di sé, sta scoppiando di
gioia ma mantiene una facciata glaciale all’esterno. Andrea però non ha finito
di parlare. «Verrò alla Sanide, ma a una condizione.» Thilde lo squadra
pensosa. «Verrò a patto che la mia identità sia mascherata e i miei genitori
dovranno credere che io sono all’estero a studiare!»
Thilde
ci pensa su qualche secondo, ma poi accetta perché l’occasione di avere un
Maccheroni in meno come nemico è troppo ghiotta.
«Molto
pene, karo Antrea… ti aiuterò io con le kose pratike: ti ci forrà un nuofo look
e un nuofo nome. Hai qvalke preferenza?»
«Come
nome scelgo Andreas. Per il cognome invece… hm… ci vorrebbe qualcosa di
svedese… non ci ho pensato molto a dire il vero… sta capitando tutto così in
fretta!»
Andrea
si guarda attorno e nota la tavola imbandita del buffè e riflette: «vediamo un
po’… aringhe? Andreas Sill… troppe esse. Pyttipanna? Nome troppo lungo.
Polpette di carne? Andreas Köttbullar fa troppo IKEA. Dolci alla cannella? No,
basta cannella, non ne posso più…» poi scorre ancora la tavolata e lo vede,
come un colpo di fulmine. «Ci sono… è grosso, si piega ma non si spezza: è lui,
ho scelto.» Poi si rivolge a Thilde ad alta voce.
«Sarò
Andreas Falukorv!»
«Mmm,
nome oricinale… ma per me fa penissimo! Andreas Falukorv zia!»
Andrea
Maccheroni se ne va di nascosto come era arrivato e torna a casa sua. Aprendo
la porta affronta subito il discorso con Teresa.
«Mamma,
ti devo dire una cosa importante!» La fa sedere in cucina e le spiega la sua
scelta.
Come
reagisce Teresa?
A.
Piange per tre giorni di fila chiusa in bagno. Piange talmente tanto da allagare
il bagno.
B.
Piange, ma appena Andrea si gira, smette e già pianifica il subaffitto della stanza
del figlio.
C.
Piange, promettendogli (o minacciandolo?) di andarlo a trovare ogni fine
settimana.
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