mercoledì 25 aprile 2018

SOUP OPERA – Un minestrone di emozioni: episodio 18

ATTENZIONE! Il ruolo di Mario Maccheroni junior interpretato in Soup Opera da Erik Petersson da oggi sarà interpretato da Peter Eriksson.

NELLE PRECEDENTI PUNTATE. Alla festa aziendale della Sanide dei Krauten, Giuseppe Maccheroni ha sfasciato tutto con una mazza da baseball in preda all’ira. Quando sta per colpire Thilde si blocca perché vede suo padre Mario senior, che credeva morto da anni. Nel momento degli abbracci giunge la polizia e arresta il vecchio Maccheroni. La moglie, Rosa Rosi, non riesce però a incontrarlo perché rimane bloccata in ascensore. Nel frattempo scoppia l’amore proibito e segreto tra Giorgia Maccheroni e Stefan Krauten. Due giorni dopo Mario senior è in carcere e racconta ai Maccheroni il suo passato burrascoso. Maria arriva e vomita perché… [Ha vinto la scelta B]

«Ma che schifo!» Rosa commenta disgustata «Non potevi trattenerti e farlo in bagno?»
Maria vomita di nuovo però, più di prima. Gli altri si apprestano a pulire come possono con fazzoletti di carta e fogli trovati nella stanza, ma non bastano. Allora Rosa prende altri documenti posati sul tavolo.
«No, quelli no!» Giuseppe sbianca ma non fa in tempo a finire la frase che sua madre Rosa ha già aperto il foglio e legge a voce alta. «”… e in seguito alla violazione di domicilio, danni a cose, minacce ai membri della famiglia Krauten e disturbo della quiete pubblica, il sopraccitato Giuseppe Maccheroni è sottoposto a una pena di otto mesi di reclusione o a una pena pecuniaria di 3 milioni e cinquecento corone svedesi…” che cos’è questo Giuseppe? Uno scherzo vero?»
«No, purtroppo no. Non è uno scherzo. Anch’io ho i miei segreti come papà! Questa è la conseguenza del mio sfogo di rabbia alla festa dei Krauten. Dovrò dirlo anche a mia moglie Teresa quando torna dall’Italia: è già andata a trovare Andrea.»
«Abbiamo già un membro della famiglia in prigione, non possiamo permettere che ci vada anche un altro. Si paga ovviamente, vero?» Mario junior sembra titubante vedendo la faccia di Giuseppe. Anche Rosa e Maria sono serie in volto. Giuseppe sta per scoppiare in lacrime. Mario junior allora chiede timidamente.
«State cercando di dirmi che abbiamo un problema di soldi?» Nessuno risponde. Il silenzio parla da solo. Così anche Mario junior si ammutolisce. Maria ha un altro conato di vomito e ne approfitta per uscire da quella situazione delicata. Va in bagno, vomita ancora e si pulisce. Poi va a casa, stremata. Prima però deve passare da un negozio perché ha un sospetto.

In quel momento, al numero 26 di Birger Jarlsgatan, cioè in casa Krauten, una ragazza bussa discretamente alla porta. Qualcuno apre. La ragazza s’intrufola di soppiatto e chiede ansimante: «Finalmente! Non vedevo l’ora di vederti.» La ragazza si guarda a destra e sinistra in preda alla paranoia «Non c’è nessuno, vero? Tua madre se n’è andata, vero?»
L’altra persona annuisce e subito dopo viene baciata appassionatamente dalla ragazza. L’altra persona non oppone resistenza. «Non ce la facevo più senza baciarti… ti rendi conto? Erano passati solo dieci minuti dall’ultima volta. Bene, dove andiamo ora?»
Giorgia Maccheroni sospira e guarda con ardore il suo interlocutore che le risponde: «Beh... creto zia il caso ti portarti ta mio fratello!»
«Tuo fratello?» Giorgia chiede stupita, poi realizza con imbarazzo che ha appena baciato Kristen Krauten, cioè la sorella gemella che assomiglia tantissimo a Stefan. «Oh mio dio. Scusa. Non volevo, io…»
Kristen la zittisce e la scorta dal fratello. Prima di lasciarla le sussurra all’orecchio: «Paci molto pene! Se non dofesse antare pene con mio fratello, sai dofe trofarmi…» poi le fa l’occhiolino.
Giorgia è ancora più in imbarazzo ma si consola rivedendo l’amato Stefan.
«Tua sorella mi ha visto… ora sa di noi.»
«Non ti preoccupare: non corriamo nezzun pericolo. Lei è una perzona fitata.» Poi la bacia e i due iniziano una nuova apnea, pronti a infrangere un nuovo record di pomiciata continuata.
Appena iniziano, dalla porta principale, entra Beate Schmidt, madre di Kristen e Stefan. I due innamorati non se ne accorgono perché troppo presi dal loro amore. Neanche Beate si accorge di loro in un primo momento. Quando però va in salotto a recuperare la borsetta che aveva dimenticato, si accorge che la porta della stanza di suo figlio Stefan è socchiusa e intravede qualcuno che si muove all’interno. «Impozzipile!» pensa «I racazzi zono antati a scuola…»
Allora si avvicina e spia dallo spiraglio e vede. Vede tutto. Rimane impietrita per qualche secondo, poi indietreggia lentamente e se ne va, sconvolta e in preda a mille pensieri.
Beate Schmidt esce dal portone di Birger Jarlsgatan 26 e Maria Maccheroni entra nel portone del palazzo di fronte, Birger Jarlsgatan 23. A casa c’è il marito Carlo Bianchi ad attenderla.
«Allora com’è andata con tuo padre?» Maria non risponde e corre in bagno. «Tutto bene?» Prova a chiedere ma non ha risposta. Carlo è un uomo bonario e paziente. Così aspetta che sua moglie esca. Non facendo parte della Sanit non si fa coinvolgere dallo stress delle recenti situazioni e ritorna con calma ai fornelli. Dopo una decina di minuti, Maria esce dal bagno e passa per la cucina.
«Assaggia questo e dimmi se…» Carlo prova a intercettarla ma non ci riesce. Maria cammina velocemente e si chiude in camera. Carlo rimane di sasso, ma non reagisce. Sbuffa tra sé e sé, appoggia il mestolo del sugo. Abbassa il fuoco e con calma va verso la camera. Prova a bussare. In risposta sente Maria chiudere la porta a chiave. Carlo sbuffa di nuovo e abbozza l’inizio di un discorso. «Senti, tesoro… capisco che la situazione non sia facile con tuo padre… ma se mi permetti di parlarti, posso cercare di aiutarti. Sai che io sono bravo in…»
In quel momento Maria comincia a piangere e soffoca le lacrime nel cuscino.
«Dai Maria, non fare così. Sono sicuro che non è così drammatica la situazione con tuo padre.»
Maria piange ancora più forte. Subito dopo rincasa loro figlia, Camilla Bianchi. Carlo la saluta sorridendo benevolmente. Lei però non lo calcola e va a chiudersi in camera sua. Carlo rimane basito ma non reagisce neanche ora. È una situazione abbastanza usuale per lui.
«Che bella famiglia che ho...» abbozza ironicamente, mentre ritorna ai fornelli con rassegnazione. Il sugo è quasi pronto. Carlo aggiusta di sale e comincia a far bollire l’acqua per la pasta.
Forse per il profumino che arriva in camera o forse perché la crisi e passata, Maria esce dalla camera matrimoniale e affronta il marito. È un approccio diretto.
«Sono incinta!»
Così a bruciapelo, tra un singhiozzo e un altro. Carlo ci mette un attimo a capire bene quello che ha sentito. Poi il panico lo assale. Gli cade il mestolo dalle mani. Non riesce a credere a quello che sua moglie gli ha appena detto. Lo stupore e il terrore si dipingono sul suo volto.
Perché Carlo è così sorpreso?

A. I due non fanno sesso da almeno sette mesi, ma una sera erano entrambi ubriachi e Carlo non ricorda cosa sia successo (non capisce di essere stato tradito).

B. I due non fanno sesso da almeno sette mesi e Carlo è stupito che Maria non sembra così in là nella gravidanza (non capisce di essere stato tradito).

C. Carlo e Maria, nonostante riconoscano Camilla come loro figlia, non possono avere figli.

Avete una settimana di tempo per votare una delle tre alternative con un commento alla fine di questo episodio sul blog, su Facebook, oppure scrivendomi su Twitter (@robriva82). Vi basterà scrivere “A”, “B” o “C” per votare.

mercoledì 11 aprile 2018

LATTEPAPPA – Episodio 8 e 9

Lattepappa è una mini web-serie di 15 episodi dedicata a tutti i papà come me e contiene sketch, battute, situazioni surreali… e anche una buona dose di verità. È una raccolta di spaccati di vita quotidiana che racconta ironicamente i miei sette mesi di paternità in Svezia. È soprattutto, però, il riassunto del mio incontro ravvicinato del terzo tipo con una persona straordinaria: mio figlio!
Nella realizzazione di questo progetto non posso fare a meno di ringraziare proprio lui, mio figlio, per la grande collaborazione, ma anche mia moglie Paola, per la pazienza, il supporto emotivo e l’aiuto artistico.

Ecco altri due episodi della serie.
8) Il tempo - primo tempo.
A volte non passa mai...

https://youtu.be/2u6iXEE76LI

9) Il tempo - secondo tempo.
A volte passa troppo in fretta...

https://youtu.be/vK5jCtc0khU

Buona visione e a presto per le prossime puntate!

venerdì 6 aprile 2018

PROMOZIONE – I casi del commissario Grammatikus

Capelli scompigliati, baffi lunghi, barba rasata e in bocca sempre un sigaro rigorosamente spento perché le sue indagini non vanno mai in fumo. Lui è il commissario Grammatikus, con la K in mezzo e la S finale, come gli capita spesso di dover bruscamente precisare a chi si sbaglia. Ha un modo di parlare molto particolare, ve ne accorgerete subito, ma non provate a farglielo notare o a dargli contro altrimenti vedrete che caratteraccio scorbutico si ritrova. Non ingaggiate mai una diatriba verbale con lui perché ne uscirete sempre perdenti: potrà anche darsi che il commissario Grammatikus non indovini mai un congiuntivo ma state pur certi che azzeccherà tutti i casi… anche quelli più difficili. Le sue indagini sono molto complicate: le più difficili che possano capitare perché nei suoi casi ne uccide più la penna che la spada. Così come le parole volano e svaniscono nell’aria, anche le tracce si fanno sempre più vaghe e più indecifrabili. Non vi preoccupate, però, perché Grammatikus, in un modo o nell’altro, da solo o con l’aiuto della sua impeccabile assistente Veronika Sapientini, arriverà a una soluzione… anche se avesse bisogno di leggersi tutto il vocabolario dalla A alla Z!
E voi, saprete leggere le situazioni giuste? Saprete trovare il colpevole? Saprete azzeccare i sei casi che si presentano prima che riesca a farlo il commissario Grammatikus? Nominativo, genitivo, dativo, accusativo, vocativo e ablativo vi aspettano. Mi raccomando, però, attenzione agli indizi e non andate a caso!

Cliccando qui potete trovare il link su Amazon per l’acquisto del mio libro “I casi del commissario Grammatikus”, sia in formato e-book sia in formato cartaceo.

Sì, lo so, questo pezzo potrebbe tranquillamente stare nella rubrica “Kissenefrega”… prendetelo come una sottocategoria letteraria!