mercoledì 17 aprile 2024

ITALIENAREN – L’illusionista

Vestita col frac nero, camicia bianca, farfalla rossa e cilindro in testa, la bella ragazza bionda copre tutta Stoccolma con un bel fazzoletto colorato. Agita la bacchetta magica sulla città in un caldo pomeriggio di fine marzo, pronuncia le parole magiche “April, april din dumma sill, Jag kan lura dig vart jag vill”[1] e in un attimo trasforma la capitale svedese e i suoi dintorni. In un secondo si passa dal sole alla neve, da dodici a zero gradi, dal maglioncino al cappotto.
Questi e altri sono gli abilissimi giochi di prestigio della famigerata illusionista svedese April Svensk. April è tanto bella quanto truffaldina. Ti ammalia col suo nome affascinante, le sue movenze sinuose e il suo abito scintillante. Con dolci parole melodiose che richiamano la lingua italiana ti fa credere di essere sua cugina Aprile, quella del Belpaese, e in un attimo l’inganno è servito.
Fino a pochi giorni prima, con un bel sole e temperature che gridavano alla speranza, ti aveva abilmente illuso di esserci ampiamente avviati verso la primavera. La bella ragazza te l’aveva fatta annusare, l’aria primaverile intendo, e poi invece te la toglie da sotto il naso senza neanche che te ne accorgi.
Il giorno prima ti aveva consigliato di montare gli pneumatici estivi, lasciare le gomme chiodate invernali in cantina o all’autorimessa e il giorno dopo ti congela l’asfalto ridendo beffarda mentre strisci la macchina contro il guardrail cercando di frenare e pentendoti di non aver installato dei pattini al posto delle ruote.
Dopo tanta paziente attesa ti aveva concesso finalmente di pianificare un bel pic-nic, una grigliata o una caccia alle uova pasquali all’aperto ma poi ti lancia raffiche di vento che ti affettano la faccia meglio del prosciutto che hai messo nei panini.
Ti aveva da poco permesso di fare il cambio di stagione nell’armadio, ma poi ti ritrovi a battere i denti appena metti il naso fuori dal portone di casa. Così il giorno dopo recuperi la sciarpa invernale ma a metà giornata ti accorgi di aver esagerato e ti sembra di essere in sauna.
Nonostante sia bravissima, veloce e incredibilmente sorprendente nei suoi numeri di magia e illusionismo, April non è particolarmente apprezzata e durante i suoi spettacoli non prende quasi mai degli applausi. Non ne riceve neanche dai patiti degli sci e di altri sport invernali perché non appena ti sei abituato al bianco delle piste innevate, ti stupisce alzando la temperatura di dieci gradi e tutto si trasforma in acquitrino melmoso che inonda i marciapiedi e i parchi della città.
Basta comunque avere i gommoni ai piedi, aspettare che si asciughi e tutto finalmente si sistemerà. Così quando sembra che ti potrai godere giornate più lunghe e più calde, April fa esplodere i pollini: pioppo, betulla, quercia, faggio, eccetera, eccetera e ecciù! Insomma, chi più ne ha più ne metta, di antistaminici intendo.
Mai una gioia con questa dannata illusionista April Svensk… e infatti arriva la depressione stagionale primaverile. Per fortuna tutto passerà e ci si può consolare pensando che, come dicono i canadesi, dopo il lungo inverno, quel paio di giorni di bel tempo a fine marzo di Primavera degli Sciocchi e dopo questo Secondo Inverno di inizio aprile, ad attenderci ci sarà la Primavera… degli Inganni, il Terzo Inverno, la Stagione del Fango, la Vera Primavera e poi, forse, se faremo i bravi, l’estate.
 
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https://www.italienaren.org/lillusionista/



[1] Filastrocca svedese in rima usata per il pesce d’aprile e che si traduce più o meno così: “Aprile, aprile, la tua stupida aringa, ti prendo in giro dove voglio”… non vi scandalizzate con me, non l’ho inventata io.

giovedì 11 aprile 2024

ITALIENAREN – Viaggio di fantasia

Corro come un matto, sudo copiosamente e ho il fiatone. Credevo di essermi nascosto bene nella vegetazione invece mi ha fiutato lo stesso. Un gigantesco e spaventoso Tyrannosaurus Rex mi è alle calcagna. Mi volto per controllare a che distanza si trova e inciampo su un quarzo citrino che sporge dal terreno. Ora il dinosauro mi ha raggiunto e in un sol boccone mi ingoia. Finisco nel suo stomaco, passando per la faringe, l’epiglottide, l’esofago e il piloro. Poi oltrepasso il duodeno, faccio un bagno nella bile e finisco nell’intestino tenue. Evito i villi intestinali e percorro di fretta l’intestino crasso, il colon, il retto e infine finisco nella cacca: di cavallo, di maiale, di lince e addirittura di alce. Per fortuna ora sono all’aria aperta e qui nessuno mi farà del male. A parte quell’orsa con i piccoli là in fondo che mi sembra parecchio arrabbiata. Le lancio delle mandorle tostate e mi lascia in pace. Ne approfitto per fare un giro nelle casette di legno della Svezia del diciottesimo secolo e poi all’improvviso passa un autobus della SL, è un Scania-Vabis C75/1 del 1962. È un po’ arrugginito e cigola. Con un po’ di riluttanza salgo e mi faccio un giro della città. Il tempo sembra passare in fretta. Troppo in fretta. Ora sono su un modello Volvo B10M-60 Säffle del 1984. Dopo una curva a destra e mi ritrovo su un vagone della metropolitana, modello C14 del 1992. Alla fine del rettilineo sono un tram A36 moderno del 2022. Le porte si chiudono e l’autista… non c’è. Il tram si guida da solo. Le macchine attorno a me sono tutte sinuose ed elettriche. Tutto attorno a me è ecosostenibile. Che futuro meraviglioso che ci aspetta. Tutto è così tecnologicamente avanzato e scintillante. Bellissimo. Affascinante. Spaziale. E all’improvviso: three, two, one… ignition. La navicella spaziale parte verso Marte. Ma non è una navicella normale. È una nave speciale: la nave Vasa, affondata nel suo viaggio inaugurale nel 1628 a pochi metri dalla partenza. Ora infatti ho l’acqua alla gola e sto per affondare. Mi sembra tutto un’illusione, un gioco d’acqua, un esperimento e io sono il topo da laboratorio. Però mi diverto a scoprire le leggi della fisica e gli scherzi della mente umana. Immerso nelle bolle di sapone, sento delle grida in lontananza. Una mano forte si protende verso di me. l’afferro e mi sento sollevato. Un vichingo alto, forte e biondo mi salva la vita. Arriviamo nella sua abitazione e brindiamo bevendo birra non filtrata nello scalpo dei nemici. Facciamo gara di rutti e ci sfidiamo a chi lancia più lontano l’accetta. Ho perso, è difficile accettarlo. Per sfogarmi prendo una palla da pallamano e la lancio più forte che posso, faccio un paio di piroette sugli anelli alla Yuri Chechi, scalo le pareti come se fosse l’Everest e infine corro cento metri in 11 secondi. La polizia, che era lì vicino, mi ferma per eccesso di velocità. Mi caricano sulla loro Volvo V70 e a sirene spiegate, scortato da un paio di motociclette BMW R 1200 GSA, mi portano alla centrale. Qui è tutto in ordine e disciplinato. Non si sgarra. Io provo a chiedere scusa e con un teatrino poco credibile cerco di spiegare le mie ragioni. Il poliziotto in divisa non mi crede. Non mi resta che provare a suonargliele: con l’arpa, la batteria, il pianoforte e alla fine ci provo anche con il theremin, ma niente. Passo al balletto e mi vesto da valletto medioevale, mi trucco da zombie e da pagliaccio, canto, uso le mani per fare ombre cinesi e ci provo anche con un disegnino. Torno a essere bambino e ripercorro tutte le storie di Astrid Lindgren, ammiro Pippi a teatro e mi perdo nei cunicoli di una biblioteca immaginaria. Sorrido ai miei figli mentre leggo loro un libro di Jan Lööf.
Abbasso lo sguardo e osservo le mie mani. Quello che stringo però non è un libro, ma una cartina. È una mappa di tutti i musei che offre Stoccolma. Sorrido di nuovo: bello avere tanta scelta durante le fredde e lunghe giornate invernali, magari sorseggiando una cioccolata calda e un kanelbulle.
 
Chiave di lettura (facit). I musei citatati sono in ordine: Naturhistoriska riksmuseet (ora purtroppo temporaneamente chiuso), Skansen, Spårvägsmuseet, Tekniska museet, Vasamuseet, Tom Tits experiment, The Viking Museum, Riksidrottsmuseum, Polismuseet, Scenkonstmuseet, Junibacken.
 
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https://italienaren.org/viaggio-di-fantasia/

mercoledì 3 aprile 2024

ITALIENAREN – All you need is lov

All you need is lov. Esatto, lov. Non è un refuso o scarsa conoscenza dell’inglese. È cultura svedese. Soprattutto se si hanno bambini in età scolare o se si lavora nel sistema educativo scandinavo.
In qualsiasi momento, se si è stanchi o stressati, la lov – vacanza in svedese – è lì per risollevarci. La scuola chiude ed è un’ottima occasione per farsi un viaggio da qualche parte. Beh, non proprio in qualsiasi momento. Infatti le vacanze scolastiche svedesi sono rigorosamente pianificate solo in specifici periodi dell’anno. Si inizia con la höstlov, la vacanza autunnale, (quasi) sempre nella settimana 44, cioè fine ottobre o inizio novembre. Normale non capirci niente con la conta delle settimane all’inizio, ma poi ci si fa l’abitudine o si controlla il calendario senza farsi notare dagli altri svedesi che invece fanno il conto automatico delle settimane in testa. A Natale c’è il classico jullov, con le scuole che spesso riprendono dopo il giorno dell’Epifania. Per spezzare un po’ la lunghezza e la rigidità dell’inverno arriva sportlov, un meraviglioso stratagemma svedese per invogliare bambini e genitori a praticare gli sport invernali… o prenotare un viaggio per la popolarissima Thailandia non propriamente famosa per le sciate ma che risolleva l’umore e i livelli di vitamina D. Le settimane per questa vacanza variano in base alla regione nella quale si vive: settimana 7 Göteborg e dintorni, settimana 8 Skåne, settimana 9 Stoccolma e Svezia centrale e settimana 10 nord del paese. Tutto perfettamente programmato. Può sembrare difficile ricordare e riconoscere quale sia la settimana giusta ma in realtà basta semplicemente osservare i vagoni della metropolitana vuoti, l’abbondanza di posti liberi sull’autobus e il deserto nei luoghi di lavoro. Quindi niente panico, la città non si è trasformata in un villaggio post-apocalittico o un set di un film horror con gli zombie ma si tratta solo di lov. Non possono mancare la sosta di Pasqua, Påsklov, e la popolare e ben più lunga, ma non lunga come in Italia, sosta estiva, sommarlov. Ci sono tutte? Ah, no. Dimenticavo il ponte dell’Ascensione, Kristi Himmelsfärd, che è sempre un giovedì di maggio e siccome è un periodo di possibile bel tempo – nessuna garanzia, sia chiaro – dà facilmente sfogo a un bel fine settimana allungato e gli svedesi non si lasciano sfuggire occasioni quando sono ghiotte.
Lov implica dunque vacanze automatiche per i bambini e di conseguenza spesso anche per i genitori. Tutto molto bello. Tutto meraviglioso. Ci sono un paio di “però” da non sottovalutare. I voli, treni, auto a noleggio, hotel, appartamenti e località sciistiche sono prenotate con mesi d’anticipo. Se non lo sono, i prezzi s’impennano vertiginosamente come durante la recessione economica del primo dopoguerra. Va bene, allora non si va da nessuna parte: gli adulti vanno al lavoro accompagnati però dall’inevitabile sensazione di essere delle cacche per aver lasciato i bambini al pascolo nel doposcuola, il fritids – che è sempre aperto come le casse dello stato quando ci sono le tasse da ricevere. Magari si decide di andare in vacanza un’altra volta. No, non si può, perché se si prova a chiedere vacanze al di fuori di questi periodi prestabiliti, il personale amministrativo della scuola si trasforma in una guardia carceraria della prigione di Alcatraz che ha appena lanciato nel Pacifico la chiave della classe dei tuoi figli.
A questo punto viene spontaneo innervosirsi e arrabbiarsi, ma meglio ricordare di respirare e pensare che lo stress eccessivo in questa situazione non servirà a niente. C’è solo una cosa da fare per calmarsi: aspettare il momento dell’anno giusto, pianificare in tempo e… All you need is lov.
 
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