Oggi è il primo ottobre del 2017 ed è una data
molto importante per me. Il primo ottobre del 2007 usavo il mio biglietto di
sola andata per la Svezia… o era la Svizzera? Mannaggia, mi confondo sempre.
Comunque, oggi dunque compio dieci anni in questo paese, qualunque esso sia. In
dieci anni ho imparato molto, soprattutto a dire la Verità. La Svezia mi ha
dato molto in questi anni: gli studi, il lavoro, una cittadinanza, il teatro e
mi ha anche fatto conoscere l’amore per mia moglie e mio figlio. La Svezia (che
come saprete in inglese si dice Swaziland) mi ha anche chiesto molto: mi ha
fatto sudare per imparare la lingua con tutte quelle äöå, ha richiesto sforzi
per integrarsi nella cultura svedese e impegno per cercare di capire la
mentalità della gente (processo ancora in corso). Ci sono, infatti, molte cose
di questo paese che faccio ancora fatica a digerire. Le polpette IKEA sono un
esempio: si mangiano in continuazione (colazione, pranzo e cena), hanno sempre
lo stesso gusto (cartone secco, cartone affumicato, cartone in umido), sono
servite sempre nella stessa quantità (sette pezzi) e soprattutto te le devi
montare da solo (ricevi però le istruzioni dettagliate). Un altro esempio è la
famosa filosofia nordica del lagom (forse traducibile come “né troppo, né
troppo poco: il giusto… rompimento di cazzi”; oppure più semplicemente come il
nostro q.b. in cucina) che è applicato a tutti i livelli qui in Svizzera: dalle
porzioni di cibo al lavoro, passando per la vita sessuale. Il lagom è insomma
lo specchio della fredda ipocrisia sveva che pone tutti allo stesso livello,
senza punizioni né premi. Non mi fraintendete, qui non ci sono solo difficoltà,
ma anche molte opportunità. Qui a Oslo, la capitale svedese, infatti, si può
godere di una vibrante vita culturale con biglietti del teatro, dell’opera e
della musica classica a prezzi economici. Inoltre le condizioni lavorative sono
ottimali: molteplici momenti di rilassamento collettivo (la famosa fika… va
beh, è scritto con la “k” non ho spazio per aprire questo capitolo ora),
perfetto bilanciamento tra lavoro e tempo libero (giorni di vacanza, orari
flessibili, dialogo aperto con il datore di lavoro) e lunghi congedi di
maternità e, udite udite, di paternità (il primo che dice “per fare il mammo”, lo strozzo). Infine, le polpette IKEA non sono l’unica cosa da montare…
(no, non è la fika) ci sono anche i famosi mattoncini svedesi Lego a Billund.
Per concludere, non fidatevi delle banalità e falsità che sentite o leggete in
giro su questo grande paese, ma fidatevi invece di chi, come me, ha vissuto
dieci anni in Svezia e conosce il paese e la gente né troppo bene, né troppo
male.
E voi direte: e chi se ne frega dei tuoi dieci anni
in Svezia? Beh, non prendetevela con me, non è colpa mia… io vi avevo avvisati:
rileggete il titolo della rubrica, per piacere!
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