Hmmm… hmmm… niente! Mi sforzo, ma non riesco. Ci
riprovo…
Hmmm… no, proprio no! Potrei stare qui delle ore ma
non mi esce!
Hey, ma cosa avete capito? Parlavo di questo pezzo,
nello specifico di questo primo paragrafo che non mi esce dalla testa, che non
riesco a scrivere. Sempre maliziosi voi lettori! E va bene, se proprio ci
tenete, parlerò della cacca… o meglio dell’assenza della cacca. Sull’argomento
ci hanno scritto numerosi saggi, riferimenti in testi letterari (Milan Kundera
ne “L’insostenibile leggerezza dell’essere”), canzoni (“Sogno-B” di Daniele
Silvestri), cartoni (il personaggio “Mr. Hankey” in South Park) e opere d’arte
(“Merda d’artista” di Piero Manzoni). Inoltre la cultura poop-olare ne ha
dedicato parolacce, aforismi, modi di dire, proverbi, metodologie d’invettiva,
insulti, esclamazioni di rabbia, stupore e disappunto. Insomma, in poche
parole, che si voglia o no, la cacca è sempre sulla bocca di tutti (scusate per
l’immagine poco edificante), ma non è, purtroppo, sempre nel water di tutti (o
quantomeno non sempre a intervalli regolari). Mi sto ovviamente riferendo allo
stitico (N.d.A., questo personaggio non riguarda tutti, ma solo alcuni, per cui
sentitevi liberi di saltare questo pezzo o di non cagarlo proprio). Ogni
mattina, con un bagaglio carico di prugne, fibre, caffè e mannitolo, il
costipato parte per il suo viaggio della speranza. Il suo obiettivo è
raggiungere il tanto agognato gabinetto per riuscire a sconfiggere la stipsi. I
nemici sul suo percorso sono la rottura delle routine, la sedentarietà, il troppo
relax e la lontananza dal proprio bagno di casa. Per batterli e vincere la
battaglia finale, lo stitico è sempre pronto a cogliere l’attimo in qualsiasi
momento della giornata. Vive in un perenne stato d’allerta e non mancano certo
le corse immediate al bagno che si rivelano invece dei deludenti falsi allarmi.
La sua dedizione e impegno, però, prima o poi sono premiati e lo stitico alla
fine, dopo molti tentativi, dopo giorni d’attesa, ottiene la sua liberazione
corporale per raggiungere uno stato celestiale. La vittoria è festeggiata con
l’inno alla gioia che parte dalla tavoletta del water e si diffonde in tutto il
palazzo, passando sotto le porte e tutti gli interstizi della casa,
perfettamente udibile in tutto il vicinato.
p.s.: se questo pezzo non vi è piaciuto o
addirittura vi ha fatto cagare, sono contento lo stesso perché almeno avrà
avuto il suo scopo!
Moros: spirito del destino inevitabile.
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