giovedì 25 aprile 2019

HORROR ALL’ITALIANA – Liberation Day

È notte. Fuori fa freddo. Fulmini squarciano il cielo. I lampi illuminano la città e i tuoni spaccano i timpani. La pioggia cade fitta e bagna le coscienze della gente. A parte il temporale tutto tace. 
Sembra un giorno come un altro. Sembra una brutta giornata di pioggia come altre. Oggi, 25 aprile 2019, però, alle otto di mattina (Central European Time), ogni essere umano sulla faccia della Terra, troverà una sorpresa in cielo: non solo un sole splendente, delle nuvole cariche di pioggia, un cielo stellato o una luna piena, ma una navicella spaziale. Una serie di enormi navicelle spaziali, infatti, si sono posizionate in cielo a migliaia di metri d’altezza nei punti strategici del mondo, spuntante quasi dal nulla, da dietro le nuvole o nascoste dietro qualche asteroide di passaggio. Lo stupore sulla faccia della gente è comprensibile: d’altronde è una scena che ci si aspetterebbe solo in un qualche film o racconto di fantascienza e invece è lì, fuori dalla finestra di casa. Qualcuno dovrà svegliarsi da un dolce sogno per ritrovarsi in un brutto incubo. Qualcuno dovrà interrompere il suo pasto e fare attenzione a non soffocarsi mentre alza gli occhi verso l’alto. Qualcuno dovrà interrompere il proprio lavoro e forse non tornarci più. Uno dei più grandi quesiti dell’uomo è stato risolto: c’è vita nell’universo. Sono qui per distruggerci? Sono qui per aiutarci? Sono qui in vacanza? All’improvviso nelle navicelle si accendono delle luci intense proiettate verso la Terra. Questi raggi laser sono accompagnati da un suono sibilante e fastidioso che costringe tutti a tapparsi le orecchie. In seguito il suono diventa più ritmato e si propaga a onde. Il terrore nello sguardo di tutti gli esseri umani prende il posto dello stupore. La gente comincia a scappare e urlare in preda al panico. Non sono venuti in pace! Le onde elettromagnetiche generate dalle navicelle investono tutti i continenti. Appena colpiti dalle onde, tutte le persone smettono di fare quello che stavano facendo, tutti smettono di urlare e rimangono con gli occhi sbarrati fissando il vuoto. Che sta succedendo? Le onde elettromagnetiche cambiano frequenza e la gente si riattiva, ma come degli automi, come ipnotizzati, controllati a distanza dagli alieni. Dalla Francia agli Stati Uniti, dal Brasile all’Egitto, passando per il Giappone, l’India, il Messico e la Germania, tutti gli abitati della Terra rispondono ai comandi degli alieni. Tutti? No, non proprio tutti. Un solo paese resiste strenuamente. Un piccolo paese europeo a forma di stivale. Una forma quasi profetica a simboleggiare la voglia di cacciare a calci gli alieni invasori della Terra. Cosa rende questo paese immune dalle onde elettromagnetiche degli alieni? Semplice: non crede ai fatti ma solo alla pancia e quella navicella gigante che oscura il sole e dà un po’ di refrigerio in quel giovedì caldo e afoso non è poi così male. I nostri invasori, però, non ci stanno e sferrano la loro arma letale per conquistare anche quest’ultimo paese rimasto. In poco tempo, tramite le onde elettromagnetiche, danno ordine agli stranieri di agire senza pietà, usando i mezzi più infimi e spregiudicati per colpire la resistenza lì dove fa più male. Ecco, quindi, un’orda di stranieri che avanza verso i confini, urlando a gran voce le ignobili sentenze: “gli italiani mangiano solo e sempre pizza e pasta, specialmente i maccheroni”. Oh, che colpo basso. Gli italiani incassano e cercano di ribattere ma hanno la bocca piena di spaghetti al ragù. I forestieri incalzano: “gli italiani sono sempre rumorosi e impulsivi, specialmente alla guida”. Ah, che affronto. Gli italiani protestato sbraitando ad alta voce, anche quelli in contromano, quelli parcheggiati in doppia fila e quelli bloccati nel traffico della tangenziale. Gli stranieri sono sempre più vicini: “gli italiani fanno parte di famiglie numerose e vivono con i genitori fino a quarant’anni”. Ahia, chi se l’aspettava questa? Gli stranieri non danno neanche il tempo agli italiani di piangere nelle braccia della mamma e infliggono il colpo finale: “gli italiani parlano sempre a gesti, mettono il gel nei capelli e… sono tutti mafiosi”. No, questo no: basta è troppo, l’Italia non può resistere anche a questo stereotipo. Tutti si arrendono. Proprio tutti? No, lui no! Lui resiste: lui è l’eroe nazionale, è il prescelto. È un uomo che si è alzato da dieci minuti e non si è accorto di quello che sta succedendo. Però ha già fatto in tempo a fare colazione con la pizza avanzata da ieri, a insultare il vigile perché gli sta facendo la multa per divieto di sosta sul parcheggio disabili, a chiedere a sua madre di stirargli la camicia e a pettinarsi i capelli ancora unti dalla recente serata in discoteca. Lui è diverso. Con lui stereotipi transculturali e onde elettromagnetiche non funzionano (forse perché sono parole troppo difficili). Gli alieni non sanno cosa fare, lui capisce subito il potere che ha acquisito e in un attimo, non prima di aver finito di bere il suo espresso, scaglia la contromossa. C’è solo un modo per contrastare le onde elettromagnetiche e la scarica di stereotipi: un messaggio della stessa portata. Il prescelto, allora, prende fiato e rutta violentemente, infine lancia il messaggio: “i vaccini fanno piangere i bambini, i bambini piangono quando fanno i capricci, quindi, per la proprietà transitiva, i vaccini causano autismo”. Il messaggio è poco chiaro, assurdo, completamente privo di logica, ma di grande richiamo mediatico e quindi profondamente tipico del suo paese. Grazie a questo gesto estremo, L’Italia si risveglia e insorge, respingendo gli alieni a forza di opinioni da bar sulla costituzione, l’economia mondiale, la pissicologgia clinica e la pedagogia dell’infanzia. Questa raffica di imprecisioni, frasi fatte e conoscenze aneddotiche stordisce gli alieni, li manda in crisi. Cercano di scappare a tutta velocità ma le navicelle si inceppano e poi implodono colpite dal rimbalzo delle loro stesse onde elettromagnetiche. Una sola nave aliena si salva e scappa in un batter d’occhio. L’Italia ha vinto. La Terra ha vinto. È il nuovo Liberation Day. Mentre l’eroe planetario, il prescelto, viene portato in trionfo nella piazza principale della capitale, un politico aizza la folla e inizia il suo discorso cerimoniale: “Abbiamo vinto! Sì, abbiamo sconfitto i nemici, ma questa è solo una battaglia nella guerra agli stranieri e i loro luoghi comuni, che sono il vero problema del nostro paese. Vi esorto, quindi, a gran voce, a compiere un primo gesto simbolico, prendendo distacco dagli stranieri,  e quindi abbandonando la moneta comune, fonte di ingiustizie, e vi sprono a tornare ai cari vecchi Sesterzi, che sono molto meglio, anche se provenienti dall’antica Roma ladrona. È ora di agire. Svegliatevi!!1!!!1!! Condividete questo messaggio se anche voi siete incaxxati!” Il politicante di turno continua la sua arringa per fomentare con successo la folla anestetizzata, mentre da una galassia ormai molto lontana, a milioni di anni luce da qui, l’alieno che era riuscito a scappare strizza l’occhio ghignando e continua a premere i tasti di un telecomando indirizzato verso il nostro pianeta. Alla fine, chi ha veramente vinto?

giovedì 11 aprile 2019

EPICA MODERNA - Le nuove creature mitologiche: el macho


¡Hola! Oggi vi parlo di un uomo vero… certo che vi parlo di un uomo: non avrei mai potuto parlare di una donna, perché oggi va in scena el macho. Sì, avete sentito bene: el macho, solo per voi afficionados del mio blog. Allora, vamos amigos! El macho è un hombre vero e lo si riconosce subito dal modo di vestirsi: camicia bianca aperta davanti che mostri il petto villoso, catene d’oro vistose che mostrino la sua salute economica, cappello da duro che gli nasconda lo sguardo rendendolo misterioso, stivaletti di cuoio che odorino di stalla (attenzione, non che puzzino) come un vero torero. A completare la figura portentosa indossa pantaloni attillati di pelle che però gli stringono le palle. Vorrebbe piangere dal dolore, ma non può. ¿Por qué non può? Perché è un uomo vero e gli uomini veri non piangono. Ora el macho è pronto per uscire nel suo ambiente preferito: il bar, dove c’è la movida e la fiesta. Sì, perché al bar non deve cucinare (sicuramente aiuta a portare le borse della spesa, ma non a cucinare), quella è roba da donne… e le donne non sono veri uomini! Come d'altronde, gli uomini non sono vere donne… altrimenti accudirebbero anche i bambini, ma el macho non ha nessuna intenzione di farlo, perché se no sarebbe una femmina e le femmine non sono… insomma, avete capito! El macho vive a casa con la mamma che credendolo desaparecido non gli prepara la cena a base di paella: un golpe, pensa lui. Allora va al bar dove mangia chorizo e nachos e si beve due litri di sangria per prepararsi alla reconquista. La reconquista delle mujeres (che non era riuscito a conquistare la sera prima… e neanche la sera prima… e quella prima ancora). Strano però, ¿perché allora al bar tutti parlano delle sue doti da matador? Porque el macho ha una reputazione da conquistador da mantenere nella sua corrida e non bada a spese quando si tratta di decantare conquiste mai avvenute. ¿Claro? Dopo essersi vantato ancora un po’ da vero pallone gonfiato, cambia discorso, passando ad argomenti culturalmente più elevati: fighe gonfiate e pallone. Nel mezzo di una risata sguaiata però si interrompe perché si aprono le danze, a suon di salsa y merengue. Lui odia quelle canzoni, ma gli hanno detto che si cucca un casino e allora ci si lancia a pesce. Si sistema i capelli perfettamente impomatati, punta una che respiri e… olé! Avvinghia la mal capitata e la costringe a un paso doble, dove le calpesta i piedi ogni doppio passo. Alla fine parte una bachata, ma non una limonata. La ragazza infatti sguscia via scivolando sul sudore e il gel de el macho ed è salva. ¡Ay caramba! Neanche oggi c’è stata la revolución. Tutta questa repressione di emozioni l’ha reso ridicolo, ma lui non prova vergogna… e pensare che el macho non è neanche spagnolo. ¡Adios!

Priapo: dio agreste della potenza maschile