martedì 24 gennaio 2017

SOUP OPERA – Un minestrone di emozioni: episodio 4

NELLE PRECEDENTI PUNTATE. Andrea Maccheroni, figlio di Giuseppe e Teresa, si risveglia dal coma e Maria Maccheroni, sua zia, dopo aver sbagliato ospedale, va a fargli visita. In seguito Maria torna al lavoro nella Sanit, la ditta di sanitari di famiglia, e ci rimane fino a tarda sera. Dopo il lavoro, stanca morta, Maria finisce per sbaglio a casa della famiglia rivale dei Krauten, appena trasferitisi a Stoccolma nel palazzo di fronte ai Maccheroni. Al buio non si accorge di non essere a casa sua e finisce addirittura a letto con Franz, marito di Thilde Krauten. Presa dal panico Maria sta pensando al da farsi… [Ha vinto la scelta B]


...Maria Maccheroni è ai piedi del letto e Franz Schneider è sotto le lenzuola. Maria è sotto shock:
«Che ci fai nel mio letto?»
«Ke ci fai tu nel mio letto? Qvesta è kasa mia, ze non lo hai ankora kapito! E io non zono tuo marito Carlo!» Franz se la ride, soddisfatto. «Ma kreto ke la kosa non mi dispiaccia… e kreto neanke a te!» Franz strizza l’occhio a Maria e ridacchia di nuovo.
«Oh mio dio! Che cosa ho fatto? Che cosa ho fatto?» Maria non si capacita dell’errore commesso.
«Stai kalma e cotiti la zerata… mia moghlie non tornerà prima di un’ora!»
«Ma che cosa stai dicendo? Devo andarmene da qui. Devo tornare da mio marito, che amo e che non avrei mai voluto tradire… se non per questo tragico errore.» Franz annuisce ironico mentre Maria raccoglie le sue cose e va verso la porta. Prima di uscire, però, torna indietro. «Ovviamente tutto questo rimane tra noi!»
«Offiamente!» Franz rassicura Maria che si dirige di nuovo verso la porta. Franz, però, non aveva terminato la sua frase. «Offiamente, non tirò niente a nezzuno… ze tu farai qvalke kosa per me!»
Maria si blocca di colpo: «Che cosa intendi dire?»
«Mah, niente ti partikolare… zoltanto un pikkolo aiutino.»
L’ansia di Maria cresce: «Spiegati meglio! Che cosa vuoi, soldi? Gioielli per tua moglie? Ne ho tanti, sai! Te ne posso dare quanti ne vuoi!»
«Nein, nein! Non appiamo pisoghno di zolti noi… e neanke di cioielli! Qvello che afremmo pisoghno, o meghlio ke io afrei pisoghno per rekuperare kretipilità in famighlia e makari rientrare nella Sanide, è un procetto.»
«Un progetto? Di che progetto parli?»
«Hm… diciamo una kollaporazionen laforatifa. Tu ci metti le itee per un nuofo gabinetto e io ci metto il silenzio!» Franz sorride, poi aggiunge per chiarire ulteriormente. «Inzomma, non tirò niente a nezzuno ti qvesto inkonfeniente ze tu diseghnerai per la Sanide, l’azienta dei Krauten, un modello di un nuofo water… offiamente la firma sul procetto zarà la mia!»
Maria è allibita, ma sta riflettendo. Non può permettersi che questo suo sbaglio venga sbandierato in giro: ne verrebbe meno il suo rapporto matrimoniale, la relazione con tutta la sua famiglia e anche l’immagine della Sanit. Maria farebbe di tutto affinché questo non succeda e quindi non ha molta scelta. In fondo a lei non costa molto disegnare un vaso sanitario e non può buttare anni e anni di reputazione nel cesso.
«D’accordo, accetto: disegnerò un gabinetto per te!»
«Molto pene! Offiamente foghlio il procetto entro tre ciorni.»
Maria annuisce e i due si stringono la mano.

Il lunedì mattina successivo, in Kungsgatan 3, un uomo grassottello entra dal portone principale, prende l’ascensore fino al terzo piano ed entra da una porta aperta. La targhetta sulla porta recita “Sanide – Servizi sanitari funzionali”. In sede sono presenti i titolari dell’azienda: Thilde Krauten, suo fratello maggiore Klaus e la loro madre, Martha Fischer. I tre stanno dirigendo gli ultimi dettagli dei lavori di ristrutturazione del locale e del trasporto di raccoglitori, fascicoli e altro materiale arrivati dalla vecchia sede in Germania. Sono molto impegnati e non si accorgono che è entrato qualcuno. Quell’uomo grassottello li coglie di sorpresa alle spalle nella sala riunioni: «Amore, mamma, Klaus… ho un’idea crantiosa da proporfi!»
I tre si girano di scatto e riconoscono subito Franz Schneider, il marito di Thilde Krauten. Martha interviene subito: «Ke kosa c’è, Franz? Qvante folte ti ho detto ti non spafentarmi in qvesto modo… e qvante folte ti ho detto ti non kiamarmi mamma?»
«Zì, lo zo, mamm…hm, skuza Martha!»
«Appiamo molto da laforare qui, fai tunque al zodo!»
«Tunqve… ho un nuofo tiseghno di water da proporfi! Qvesta folta creto ke fi piacerà!»
Franz srotola un foglio formato A2 sul tavolo, sfoderando anche un sorriso delle grandi occasioni. Sorriso che si trasforma presto in una smorfia di delusione quando sua moglie Thilde lo liquida in fretta con una frase secca: «Laschia pure sul tafolo: lo cuarteremo più tarti! Ora puoi antare.»
Martha aggiunge sottovoce e a denti stretti portandosi in disparte la figlia Thilde: «Non è perké è stato tepresso ke toppiamo zempre azzekondare le zue idee strampalate…»
Klaus invece ringrazia sinceramente il cognato Franz, il quale si volta e va verso l’uscita.
Cosa farà la Sanide col progetto proposto da Franz, ma disegnato da Maria?

A. I Krauten fanno finta di accettare il progetto, ma poi ne fanno un aeroplanino di carta che lanciano dalla finestra.

B. La spregiudicata Thilde rifiuta il progetto proposto dal marito Franz, ma poi lo copia e lo firma col proprio nome.

C. Su spinta di Klaus, la Sanide accetta il progetto e Franz decide di ricattare ancora Maria Maccheroni chiedendole altri disegni.


Avete una settimana di tempo per votare una delle tre alternative con un commento alla fine di questo episodio sul blog, su Facebook, oppure scrivendomi su Twitter (@robriva82). Vi basterà scrivere “A”, “B” o “C” per votare.

mercoledì 18 gennaio 2017

EPICA MODERNA - Le nuove creature mitologiche: il papà

Questo è un personaggio duro. È un personaggio con le palle (letteralmente). È un personaggio che fa un lavoro oscuro. Un lavoro sporco che qualcuno deve pur fare. È però un personaggio che sparisce quasi sempre… a volte purtroppo nei momenti più importanti di responsabilità (e in questi casi si trasforma nella figura mitologica dello Stronzo). Anche le altre volte (la maggioranza), però, quando si comporta bene e si prende le sue responsabilità, sparisce lo stesso. Come avviene questo fenomeno? Seguitemi in questo percorso tortuoso per avere risposta. Il papà nasce come un’entità autonoma (a dire il vero nella sottospecie patris italicus nasce come simbionte della propria madre) che riceve e dà attenzioni agli altri esseri umani. La trasformazione inizia con l’arrivo della fidanzata: il bozzolo di papà si isola dal mondo esterno ignorando amici e parenti. Alla notizia dell’imminente matrimonio o convivenza l’attenzione si sposta completamente sulla sua compagna e lui comincia ad essere ignorato da tutti. Questo è solo il primo passaggio, perché all’annuncio che la sua donna è incinta sparisce quasi completamente. Ogni tanto lo si vede, magari quando c’è da pagare un conto, ma solo i contorni in controluce. Alla nascita della prole, il papà scompare del tutto nel sottobosco delle congratulazioni che sono giustamente indirizzate alla partoriente per il grande sforzo protratto. In assenza di tette (quantomeno quelle che producano latte) il papà deve inventarsi metodi alternativi per intrattenere il pupo: tra queste troviamo favole e storielle da menestrello, balletti da buffone di corte, teatrini da giullare (doti in precedenza già affinate per conquistare un altro grande essere mitologico, la Donna). Col passare degli anni dunque la trasformazione è completa: da essere in carne e ossa a essere in spirito e aria. Però la sua figura resta incredibilmente importante e il suo ruolo non va sottovalutato (neanche da lui stesso). Certo, il lavoro della madre è fondamentale, ma senza il papà (o un altro/a partner a fianco della mamma) non sarebbe la stessa cosa. Il papà è dunque un personaggio che sparisce gradualmente, ma che alla fine può diventare un angelo custode o un modello da imitare. Dunque, se anche tu che leggi sei un papà, dì ad alta voce “Io ci sono” a chi ti sta vicino: attento, però, sentendo la tua voce ma non riuscendo a vederti potrebbero pensare che la casa sia infestata da fantasmi!

Zeus: Re e padre degli dei.

giovedì 12 gennaio 2017

EPICA MODERNA - Le nuove creature mitologiche: il neonato

Ngueeee, ngueeee, ngueeee (si nasce, facciamolo sapere al mondo intero)… Tetta, tetta, tetta (la prima poppata non si scorda mai)… Zzz, Zzz, Zzz (tempo di riposare)… Tetta, tetta, tetta (di nuovo poppata)… Eh, eh, eh (son soddisfazioni)… Prrr, prrr, prrr (l’altro lato del tubo digerente)… Ngueeee, ngueeee, ngueeee (cambio pannolino)… Tetta, tetta, tetta (prenderci gusto)… Yawn, yawn, yawn (che fatica la vita!)… Zzz, Zzz, Zzz (il dolce oziare)… Psss, psss, psss (apertura del rubinetto di sotto)… Tetta, tetta, tetta (una volta che s’inizia non si smette più)… Prrr, prrr, prrr (idem)… Eh, eh, eh (una goduria farla, anche senza il giornale)… [   ,   ,   ] (fissare il vuoto)… Ngueeee, ngueeee, ngueeee (ennesimo cambio pannolino)… Psss, psss, psss (in faccia al papà e alla mamma)… Eh, eh, eh (ora prende pure in giro)… Tetta, tetta, tetta (attenzione, può causare dipendenza, leggere attentamente le avvertenze)… [   ,   ,   ] (ma che cosa ci sarà di tanto bello in questo vuoto da fissare?)… Yawn, yawn, yawn (tutto questo guardare annoia)… Eh, eh, eh (c’è tempo per un sorrisone prima della nanna)… Zzz, Zzz, Zzz (sogni d’oro)… Ngueeee, ngueeee, ngueeee (Oddio, che c’è ora?)… Ngueeee, ngueeee, ngueeee (fame?)… Tetta, tetta, tetta (pausa temporanea)… Ngueeee, ngueeee, ngueeee (no, non solo cibo)… Ngueeee, ngueeee, ngueeee (panico!)… Ngueeee, ngueeee, ngueeee (che si fa ora?)… Eh, eh, eh (ah, era il pannolino)… Tetta, tetta, tetta (il giusto premio per tutta quella fatica)… Zzz, Zzz, Zzz (il riposo del guerriero, prima di un nuovo giorno)

Edipo: eroe greco che inconsapevolmente uccise suo padre, Laio, e sposò sua madre, Giocasta.