martedì 29 agosto 2017

SOUP OPERA – Un minestrone di emozioni: episodio 12

NELLE PRECEDENTI PUNTATE. Thilde Krauten, dopo aver visto il bacio tra suo marito Franz e Mario Maccheroni, decide di vendicarsi proponendo ad Andrea Maccheroni di passare dalla Sanit (la ditta dei Maccheroni) alla Sanide (la ditta dei Krauten). La sera stessa Andrea litiga con suo padre e decide di accettare l’offerta di Thilde, cambiando identità. Andrea comunica la sua decisione anche a sua madre Teresa… [Ha vinto la scelta C]

Andrea Maccheroni, prossimo a diventare Andreas Falukorv, ha appena finito di raccontare a sua madre Teresa che vuole andare a studiare all’estero: una bugia per mascherare il suo passaggio all’azienda rivale della Sanide. Teresa piange disperata. Dopo qualche minuto si riprende e trova le forze per chiedere. «E dove andrai a studiare?»
Andrea risponde deciso con il sorriso tra le labbra. «In Italia!»
Teresa piange più forte di prima. Dopo qualche minuto si riprende e trova le forze per chiedere. «Ma proprio in Italia?» Andrea annuisce «Siamo andati via tanto tempo fa… e tu ci vuoi tornare? E cosa vuoi studiare?»
Andrea è un po’ più titubante nella risposta, ma poi trova il coraggio. «Psicologia!»
Teresa piange ancor più forte di prima. È veramente disperata per le pessime scelte di suo figlio. Non riesce a smettere di piangere. Andrea è imbarazzato. Dopo qualche minuto si riprende e trova le forze per chiedere. «E come pensi di trovare lavoro in Italia come psicologo?» Andrea alza le spalle «O pensi sia facile tornare in Svezia e farti convertire l’abilitazione?»
Andrea non sa cosa dire perché lui non ha mai pensato di fare lo psicologo. «Senti mamma, non lo so. È troppo presto per saperlo. Ora voglio studiare psicologia e poi si vedrà!»
Teresa piange ancora. Questa volta non per molto e con un fazzoletto stropicciato e bagnato tra le dite dà la sua benedizione alla scelta scellerata del figlio. «Va bene, tesoro. Vai a studiare in Italia! Dovrai parlarne anche con papà ovviamente, ma ti aiuterò io preparando il terreno.» Teresa sorride e Andrea la bacia sulla fronte. Andrea sapeva che avrebbe dovuto parlarne con suo padre, ma sapeva anche che sua madre lo avrebbe aiutato.
«Grazie mamma. Sei la migliore!»
Poi arriva l’inaspettato per Andrea.
«…e ovviamente verrò a trovarti ogni fine settimana! Così ti porto le tue lasagne preferite!»
Cala il gelo sull’entusiasmo del giovane Maccheroni.
«Stai scherzando, vero?»
«Sì, scherzavo… lo so che sei vegano e che non puoi mangiare le mie favolose lasagne. Ti porterò qualcos’altro!»
«No, io mi riferivo al fatto di venire a trovarmi ogni settimana… in Italia! Non puoi, mamma, no.»
Teresa s’irrigidisce offesa «E perché no? Ci sono un sacco di voli ogni giorno e i soldi non sono un problema. Sono sicuro che tuo padre non m’impedirà di farlo… e neanche tu lo farai!»
Teresa si alza e se ne va arrabbiata tra le proteste di Andrea.
«Ma mamma… non sono più un bambino!»
Andrea è rassegnato e ora ha un nuovo grattacapo da risolvere. C’è solo una persona che può aiutarlo.

In Kungsgatan numero 3, nella sede della dita Sanide, è tardo pomeriggio e la festa della famiglia Krauten volge al termine. Franz e Klaus sono brilli e chiacchierano di un ipotetico viaggio in Messico per tutta la famiglia. I giovani Krauten sono distesi sul divano, dove sonnecchiano strafogati di cibo. Il vecchio Ralf Krauten in carrozzella parla con una colonna dell’edificio pensando che sia sua moglie Martha. Martha invece sta ancora parlando con Beate, la moglie di Klaus, che sta cercando di convincerla a immettere nel mercato svedese il bidet. E Thilde Krauten? Thilde è euforica per aver convinto un Maccheroni a spostarsi dalla Sanit alla Sanide. Per festeggiare la vittoria ha bevuto un po’ più del solito e ora si esercita a colpire palle da golf con la sua mazza davanti alla finestra aperta. Molti lanci sono andati a vuoto: alcuni non hanno superato il balcone di casa, altri hanno sfasciato il parabrezza delle macchine parcheggiate sotto. Nessuna palla dunque è andata al suo obiettivo principale: i dirimpettai in Kungsgatan 2, la sede della Sanit.
Andrea Maccheroni è giù in strada e mentre sta per entrare nel portone della sede della Sanide, vede una pallina da golf volare verso il palazzo di fronte e infrangersi contro la finestra di suo padre Giuseppe da poco riparata. Un grido di gioia e uno di rabbia si sentono in contemporanea. Andrea è preoccupato e affretta il passo e subito dopo è nella stanza di Thilde Krauten.
«Thilde!»
La donna sussulta per lo spavento. «Ottio! Ankora tu? Fuoi farmi prentere un kolpo?»
«Chiedo scusa… ma è una cosa importante. Riguarda il nostro accordo.»
«Ah, kapisko. Timmi pure, karo Andreas Falukorv.» Nel pronunciare il nome le scappa un mezzo sorriso.
«La prego di non chiamarmi ancora con quel nome. Non finché tutto sarà sistemato.»
Thilde annuisce e gli fa cenno di proseguire. Andrea le racconta la reazione di sua madre e le chiede consigli su come procedere. Andrea gesticola molto nell’esporre le sue preoccupazione e per chiedere aiuto. Thilde ascolta, annuisce, riflette e quando è il suo momento di parlare esclama. «Certo. La kapisko. È una mamma kome tutte: è preokkupata per zuo fighlio. È normale. Non c’è proplema. Rizolfiamo tutto. Nel primo mese dovrai antare in Italia oghni fine settimana… offiamente pakerò io i foli. Poi fetrai che tua matre si stankerà… e a qvel punto ti pasterà folare in Italia zoltanto qualke folta all’anno! Kretimi. Sarà così.»
Andrea è perplesso, ma felice che si sia trovata una soluzione e che sia Thilde a pagare tutto. Thilde accompagna Andrea all’uscita e i due si stringono la mano per suggellare il loro patto.

In quel momento un’altra persona entra nel portone di Kungsgatan 3. Sembra una persona stanca e stressata. Questa persona sale le scale, vede Andrea Maccheroni, legge la targhetta sulla porta ed entra. Andrea e Thilde sono molto sorpresi di vederla, ma lei non ci fa caso ed entra nella sede della Sanide. Chiede alla segretaria dove deve entrare per firmare. La segretaria è convinta che questa persona sia il nuovo progettista e la invita nella sala riunioni. Lì tira fuori il contratto a progetto da firmare e aspetta la mossa di Maria Maccheroni. Sì, proprio lei: Maria Maccheroni. Distratta dai mille pensieri e sotto stress per i suoi problemi familiari, ha sbagliato numero civico, ha letto solo le prime quattro lettere della targhetta d’ingresso e vedendo Andrea Maccheroni ha creduto erroneamente di essere nella sede della sua ditta, la Sanit. Maria Maccheroni ha dunque la penna in mano e sta per firmare per sbaglio un contratto a progetto con la ditta rivale Sanide.

A. Andrea cerca di fermarla, ma non ci riesce perché inciampa su un piatto di falukorv.

B. Arrabbiato per la finestra rotta dalla pallina da golf, Giuseppe Maccheroni va a lamentarsi alla Sanide, portando con sé una mazza da baseball e lì vede Maria.

C. Dopo aver firmato, Maria si accorge dell’errore e vuole parlarne al telefono con suo marito Carlo ma per sbaglio chiama invece sua madre Rosa.

Avete una settimana di tempo per votare una delle tre alternative con un commento alla fine di questo episodio sul blog, su Facebook, oppure scrivendomi su Twitter (@robriva82). Vi basterà scrivere “A”, “B” o “C” per votare.

2 commenti:

  1. Potete votare fino a martedì 5 settembre!

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  2. Ha vinto la scelta "B".
    Grazie a tutti coloro che hanno votato!
    Alla prossima puntata

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