martedì 24 luglio 2018

SOUP OPERA – Un minestrone di emozioni: ringraziamenti

Dopo ventuno puntate (compreso l’episodio pilota) finisce la grande avventura di Soup Opera – un minestrone di emozioni. È stato un lungo viaggio (iniziato il 19 ottobre 2016 e finito il 12 luglio 2018) pieno di colpi di scena e di sorprese. Un percorso ad ostacoli fatto di tanti (troppi?) personaggi e molte trame e sottotrame. È soprattutto un’avventura che non avrei mai potuto portare avanti senza l’elemento fondamentale: voi, miei cari lettori e pubblico. Colgo dunque l’occasione per ringraziarvi di cuore per il vostro apporto alla storia: dal primo all’ultimo, da chi mi ha seguito in tutte le puntate a chi ha commentato una volta sola. Come scrivo sempre, senza di voi io non sono niente! Per premiare la vostra fedeltà, vi ripropongo il finale vincitore (avete ragione, l’amore deve vincere sempre!) e vi darò ancora la possibilità di scegliere. Si chiude dunque il sipario, Soup opera finisce qui.

A. Grazie a te che piangerai per mesi dopo l’ultima puntata.
B. Grazie a te che tiri un gran sospiro di sollievo per la fine di quest’agonia.
C. Grazie a te che sei completamente indifferente a questa pagliacciata che ho messo in piedi.

NELLE PRECEDENTI PUNTATE. Giuseppe Maccheroni ha sfasciato la ditta Sanide in preda all’ira. Quando sta per colpire Thilde si blocca perché vede suo padre Mario senior, che credeva morto, ma la polizia arresta il vecchio Maccheroni. L’amore proibito e segreto tra Giorgia Maccheroni e Stefan Krauten nasce e continua, anche se vengono scoperti da Beate, la mamma di Stefan. Mario senior è in carcere e racconta alla famiglia il suo passato burrascoso. Maria arriva, vomita perché è incinta e lo comunica al marito Carlo, il quale non capisce di essere stato tradito e vaga pensieroso per un paio di giorni finché giunge all’ufficio di Giuseppe. Giuseppe ha deciso di vendere una parte delle sue quote Sanit alla Sanide per pagare la multa. Maria esce dal bagno con un depliant della mostra d’arte di Toulouse Lautrec e interrompe la conversazione. In seguito arrivano Klaus, Beate e Kristen che cercano Stefan Krauten. Poi Teresa e Edoardo, che si rompe il braccio sinistro, entrano e cercano Giorgia Maccheroni. Infine arrivano anche Mario Maccheroni junior e sua madre Rosa. Tutti parlano uno sopra l’altro e fanno un gran baccano.

HA VINTO IL FINALE C____________________
Tutti cominciano a parlare in contemporanea facendo un gran baccano. A quel punto Martha Fischer non ce la fa più e decide di andare in bagno per prendersi una pausa da tutta quella confusione. Apre la porta sbuffando e vede Giorgia e suo nipote Stefan che si stanno baciando. È molto sorpresa e richiude la porta incredula. Respira affannosamente e ripensa a quello che ha visto. «Non può ezzere!» Deve riguardare. Apre allora lentamente e sbircia dalla fessura. La scena è la stessa: i due giovani che continuano a baciarsi appassionatamente fregandosene del resto del mondo. «Allora è proprio fero: un Krauten e un Makkeroni!». Il cuore le batte fortissimo. Una persona della sua età non dovrebbe subire certi traumi. Martha cerca di calmarsi e ora respira profondamente mentre riflette. Inspira ancora un paio di volte e poi urla a squarciagola. «Skantalo! Disonore! Fercogna!» Tutti smettono improvvisamente di parlare e si fanno muti «Qvuesto è uno scempio, è un’intecenza!»
«Ke succete mamma?» Thilde Krauten chiede preoccupata.
Martha non dice niente, scuote la testa e apre la porta facendo vedere a tutti il bacio proibito. Un grido di stupore generale pervade la stanza. I due innamorati però rimangono avvinghiati. Passa un minuto di borbottii e parole di stupore dei presenti ma i due non si smuovono. Alla fine Martha prende l’iniziativa e picchietta sulla spalla del nipote. «Hm, racazzi… stiamo parlanto di foi.» Solo in quel momento Giorgia si vede tutti gli sguardi puntati addosso ed emette un gridolino isterico e d’istinto fa mezzo passo indietro. Stefan si mette davanti per proteggerla.
Martha incalza. «Qvuesto è un grosso skantalo. Un Krauten e una Makkeroni… inzieme: inaccettabile!» Altri mormorii dalla sala. Dopo qualche secondo Martha continua. «Io proponco ke i racazzi fenkano separati per impetire ke qvuesto oltraccio fata oltre oghni limite!»
«Giusto!» Giuseppe le fa eco «Tutto questo è inammissibile. Come hai potuto, Giorgia?» Giorgia tace costernata.
«E tirò ti più: Stefan ferrà rinkiuso…» Thilde è spietata «nel nostro castello di famighlia in Westfalen.»
«Nein, il kastello in Westfalen no, ti preco zia, no!» Il giovane Stefan protesta.
«E Giorgia nella residenza estiva nell’isola di Montecristo!» Giuseppe segue a ruota.
Giorgia scoppia a piangere disperata. Thilde e Giuseppe Ghignano soddisfatti, per una volta complici. C’è un attimo di silenzio dopo queste affermazioni così decise: un silenzio complice per tutti i presenti. Nessuno osa controbattere e quasi tutti annuiscono chi più, chi meno convinto. Solo una persona però si morde il labbro nervosamente. Vorrebbe parlare, ma ha paura perché nessun altro osa contraddire la sentenza. I Krauten strattonano Stefan da una parte separandolo da Giorgia. Teresa prova a consolare la figlia, ma non va contro la decisione del marito. Stefan sta per essere portato fuori. I due giovani si scambiano un ultimo sguardo d’amore struggente a distanza.
«Fermi tutti! Io sapefo… io sapefo di qvuesta storia. Sapefo e non ho detto nulla» Tutti i Krauten si girano di scatto verso Beate con un’espressione di stupore e di rimprovero, ma lei non si ferma «Sono stata zitta perkè qvuesta storia tra Ciorcia e Stefan… è una storia t’amore profonta, t'amore zincero, t'amore puro. Anke la mia prima reazione appena li ho fisti ke si paciafano è stata ti rappia e intigniazione… ma poi ho kapito e mi zono commossa. Ci ho penzato e ripenzato e alla fine sono stata in silenzio perkè creto ancora in una cosa, una cosa importante: l’amore defe fincere… sempre!»
Durante il breve discorso, qualcuno piange commosso, qualcuno è invece contrariato. Thilde prende la parola. «Io proponco ti metterla ai foti.» Inizialmente sembrano tutti in imbarazzo per questa proposta assurda ma poco alla volta tutti sembrano convincersi che sia la cosa migliore. «Alzi la mano ki fuole ke i tue ciofani si separino.»
Thilde, Giuseppe, Martha, Kristen (a lei interessa Giorgia) e Maria (lei sa che non funzionano le coppie Krauten-Maccheroni) esprimono il loro voto: cinque persone.
«Ora alzi la mano ki fuole infece ke i giofani restino azzieme.»
Giorgia, Stefan, Mario junior, Rosa, Teresa, Beate e Klaus votano a favore: sette persone.
«Il foto di Ciorcia e Stefan offiamente non fale!» I due ragazzi abbassano mestamente il braccio: rimangono dunque in cinque. Sono pari. Edoardo avrebbe voluto alzando la mano, ma col braccio rotto non ce l’ha fatta (la destra è occupata a chattare sul cellulare). Ralf non ha votato perché non ha capito cosa sta succedendo. Martha gli sussurra all’orecchio e sta per convincerlo a votare contro, ma Ralf continua a non capire. Edoardo, invece, decide di votare on-line… e lui è favorevole. Non c’è più tempo, la votazione è finita. I due giovani dunque si riabbracciano felici: l’amore vince ancora!

FINE… (?)


giovedì 12 luglio 2018

SOUP OPERA – Un minestrone di emozioni: episodio 20 – Grand finale

NELLE PRECEDENTI PUNTATE. Giuseppe Maccheroni ha sfasciato la ditta Sanide in preda all’ira. Quando sta per colpire Thilde si blocca perché vede suo padre Mario senior, che credeva morto, ma la polizia arresta il vecchio Maccheroni. L’amore proibito e segreto tra Giorgia Maccheroni e Stefan Krauten nasce e continua, anche se vengono scoperti da Beate, la mamma di Stefan. Mario senior è in carcere e racconta alla famiglia il suo passato burrascoso. Maria arriva, vomita perché è incinta e lo comunica al marito Carlo, il quale non capisce di essere stato tradito e vaga pensieroso per un paio di giorni finché giunge all’ufficio di Giuseppe. Giuseppe ha deciso di vendere una parte delle sue quote Sanit alla Sanide per pagare la multa. Qualcuno lo fermerà? [Ha vinto la scelta C]

Maria Maccheroni, nel bagno della Sanide, si lava le mani e per un istante ha istintivamente la tentazione di asciugarsele con il depliant, ma si trattiene. Lo guarda ancora una volta e si compiace di averlo trovato: finalmente una bella notizia. È talmente presa dal suo depliant dal non accorgersi che sua nipote Giorgia Maccheroni si sta ancora baciando con Stefan Krauten dietro la porta del bagno e che nella stanza vicino c’è suo fratello Giuseppe. Osserva attentamente le date riportate nel depliant, non ci stacca gli occhi dalla gioia. A tentoni cerca la maniglia della porta e la gira. Fa qualche passo in avanti, sempre concentrata sul depliant, ed entra nella sala riunioni, dove Giuseppe e alcuni Krauten stanno discutendo. Sospira felice. Poi di scatto, interrompendo chi stava parlando, esclama ad alta voce continuando a fissare il foglio. «Incredibile Thilde: tra qualche giorno in città ci sarà la mostra di Toulouse e Lautrec… i miei artisti preferiti!» Poi alza lo sguardo impietrita «Un momento… o è solo la mostra di Lautrec a Toulouse, nel sud della Francia?»
Tutti la guardano esterrefatti. Maria non si accorge ancora di niente. Thilde si schiarisce la gola e sveglia Maria dal suo mondo. «Giuseppe! Che ci fa qui? Sei venuto per avere informazioni sulla mostra d’arte in città?»
Giuseppe non dice niente e rimane a bocca aperta. Thilde scuote invece la testa e comincia a redarguire Maria. «Ti afefo tetto ke afresti potuto cominciare a laforare tomani…»
Non fa in tempo a finire che viene interrotta dall’ingresso di tre persone che parlano a turno. «Dofe diafolo è antato?»«Appiamo cercato dappertutto…»«Un paio di ciorni fa era a skuola con me». Sono Klaus Krauten, sua moglie Beate e loro figlia Kristen. Thilde sta per chiedere, ma loro rispondono in coro. «Afete fisto Stefan?»
I Krauten e i Maccheroni presenti scuotono la testa. In quel momento però entrano di corsa Teresa la moglie di Giuseppe e il figlio Edoardo, il quale, scrivendo messaggi sul cellulare, non vede lo scalino d’ingresso, cade e si rompe il braccio… quello sinistro questa volta. «Ahia!» scrive su Facebook. Gli altri non se ne accorgono e Teresa prende la parola. «Dove diavolo è andata? L’abbiamo cercata dappertutto… eppure un paio di giorni fa era a scuola!»
«Di chi stai parlando, tesoro?» Giuseppe chiede incuriosito.
«Di tua figlia Giorgia… io sono appena arrivata dall’aeroporto, ero in Italia a trovare Andrea, ed Edoardo mi ha detto che Giorgia non si fa viva da un po’.»
Maria interviene «Hai provato alla mostra d’arte di Toulouse e Lautrec?»
Maria è fulminata con lo sguardo da tutti i presenti e in quel momento entra un’altra persona che non sembra accorgersi di tutti i presenti ma si focalizza solo su Maria. «Oh eccoti! Sapevo di trovarti qui.» È suo fratello Mario junior.
«Che ci fai qui?» Gli chiede Maria.
La domanda rimane in sospeso perché c’è un’altra persona in arrivo. È Rosa, la madre di Giuseppe, Maria e Mario junior. «Giuseppe, ti cercavo. Ho incontrato per strada tuo cognato Carlo in semi stato catalettico che mi ha detto che eri qui!».
Tutti cominciano a parlare in contemporanea facendo un gran baccano. A quel punto…



Ora leggete i tre finali alternativi.
FINALE A____________________
Giuseppe è confuso da tutte le persone che sono entrate e irritato dalla confusione. Inoltre è esasperato perché non ha ancora concluso il motivo della sua sgradita visita nella sede Sanide dei Krauten. Si mette le mani tra i capelli ed esplode urlando. «Allora me le volete comprare o no queste quote Sanit?»
Tutti ammutoliscono. Dopo qualche secondo sua madre Rosa chiede timidamente. «Tesoro, volevi vendere le quote di famiglia?»
«Sì, mamma» risponde un po’ in imbarazzo «ma solo per pagare il debito e non finire in prigione come papà…» Rosa si commuove e lo abbraccia.
Klaus Krauten ha ascoltato interessato la proposta di Giuseppe, riflette e poi bisbiglia qualcosa all’orecchio di Thilde, la quale ghigna beffarda, annuisce e dice. «Fa pene, io compro le tue qvuote, ma…» qui fa una pausa lunga e perfida «solo se acciuncete altre qvuote… anche mio fratello Klaus ne fuole qvualkuna. In campio noi tella Sanide ci impeghniamo a non proturre più bidet, lascianto a foi il monopolio in Schwezia!»
I Maccheroni si riuniscono in cerchio per qualche minuto gesticolando concitatamente. Qualcuno non è d’accordo ma c’è una maggioranza. Teresa si schiarisce la voce. «Accettiamo l’offerta!» Esclama a sorpresa. «Potete prendere le mie quote: mi servono soldi per andare a trovare mio figlio Andrea ogni fine settimana in Italia».
Thilde ride sotto i baffi. Non solo perché ora lei, suo fratello e suo padre detengono la maggioranza delle quote Sanit, ma anche perché sa che Andrea Maccheroni non vive in Italia, ma fa il pittore in Svezia sotto il falso nome di Andreas Falukorv.
Giuseppe è deluso. Maria allora lo consola e gli fa una proposta. «Perché non vieni ad aiutarmi nel mio nuovo progetto?»
Giuseppe sta per rispondere ma suo fratello Mario junior interviene entusiasta. «Sì, perché no? Tutti insieme in un nuovo progetto. Io infatti ero venuto qua per dire che ho deciso di aiutare Maria nel suo nuovo progetto sottoscrivendo il contratto! Contenti?»
Giuseppe è sbalordito. «Quindi anche tu hai firmato per i Krauten?»
Mario junior risponde pacato. «No, ho firmato un contratto per aiutare Maria nel suo prossimo progetto…» Poi ci pensa e si accorge dell’errore «non sapendo che fosse un progetto per la Sanide!» È sconvolto. «Oh mio dio, no! Non ho letto bene tutte le clausole!»
Giuseppe sospira e alla fine cede. «A questo punto non mi resta altro che prendere parte anch’io al progetto di Maria!»
La famiglia Maccheroni si abbraccia, mentre Thilde Krauten se la ride. Ride anche suo padre Ralf, in ritardo perché ha capito dopo qualche minuto quello che è successo.
I ruoli si sono capovolti: ora i Krauten disegneranno water per la Sanit e i Maccheroni faranno lo stesso per la Sanide.


FINALE B____________________
Tutti cominciano a parlare in contemporanea facendo un gran baccano. A quel punto Edoardo si alza con braccio sinistro rotto a penzoloni. Cerca di attirare l’attenzione per avere aiuto, ma non riesce a parlare: ormai riesce solo a comunicare via etere, quindi manda e-mail ai genitori, scrive messaggi a sua sorella e scrive su Facebook “Aiuto”, ricevendo solo molti “like” ma nessuna risposta. Tutti continuano a parlare a voce sempre più alta. Infine Edoardo è disperato, il braccio gli fa male e prova a chiamare al cellulare sua nonna Rosa, anche lei presente in sala. Rosa aveva lasciato sbadatamente sul bancone d’ingresso della hall il telefono che comincia a vibrare per la chiamata. Il cellulare vibra e si sposta leggermente a ogni vibrazione. Spostandosi si avvicina a una candela accesa, la urta e la fa cadere. La candela cade nel cestino della carta da riciclare e il fuoco avvampa subito. Le fiamme si alzano dal cesto e lambiscono i fogli della stampante appena usciti. Il fuoco prende piede e anche la stampante comincia a bruciare. Il cellulare di Rosa continua a vibrare e poco dopo cade finendo contro il cestino in fiamme, rovesciandolo. Ora il fuoco è sparpagliato sul pavimento e raggiunge una bottiglietta di alcol per la pulizia del pavimento. In men che non si dica prende subito fuoco e con essa anche il mocio, il tappeto d’ingresso e un poster appeso alla parete. L’incendio si propaga rapidamente ora: ha raggiunto il divanetto della sala d’attesa, la carta da parati delle pareti, il banco dell’accettazione e si sta dirigendo minaccioso verso il guardaroba con le giacche.
Nella stanza a fianco la situazione è sempre nel caos: Edoardo cerca aiuto senza riceverlo e i Maccheroni litigano con i Krauten lanciandosi insulti e improperi da una parte all’altra. Nel bagno Giorgia e Stefan continuano a baciarsi. Nessuno si accorge dell’incendio che nel frattempo avanza a passo spedito. Ora ha preso fuoco i guardaroba, tutto il bancone e il fumo sta passando sotto la porta della sala dove ci sono tutti gli altri.
«Kos’è qvesta puzza?» Chiede Thilde.
«Skusate… ero acitato per qvesta confusione e mi è skappata!»
«Ma no papà… non qvella puzza… intento la puzza di fumo!»
In quell’istante tutti si fermano e si girano a guardare l’ingresso. Klaus Krauten apre la porta e una vampata di calore quasi lo spinge all’indietro. L’immagine dell’incendio è spaventosa. Per qualche strano motivo l’impianto antincendio non ha funzionato. Nell’attimo successivo si scatena il panico. Tutti si agitano e cominciano a scappare. Per fortuna le fiamme hanno lasciato un corridoio libero e tutti riescono a uscire indenni… anche Edoardo è trascinato fuori per il braccio (quello buono). Proprio tutti? Purtroppo no. Nella foga i Krauten hanno dimenticato di spingere fuori Ralf con la carrozzina. Il vecchio ora urla chiedendo aiuto, ma nessuno lo sente e nessuno si accorge della sua mancanza. Ormai le fiamme hanno quasi cinto la stanza chiudendo il passaggio per l’uscita. Ralf urla invano ancora un paio di volte ma non c’è niente da fare. A quel punto Ralf fa l’impensabile: si alza a sorpresa dalla sedia a rotelle e corre come un matto verso l’uscita. La forza della disperazione? Era tutta una finta? Nessuno lo saprà mai. Ora sono davvero tutti salvi. Davvero tutti? No: Giorgia e Stefan sono ancora in bagno a baciarsi senza accorgersi di nulla. Le fiamme sono quasi giunte anche lì. Non c’è più scampo per loro, anche perché nessuno potrà andare a salvarli non sapendo che sono lì. Moriranno dunque così, arsi nel loro amore?
«Nooo!»
Andrea Maccheroni urla e apre gli occhi all’improvviso in quella stanza di terapia intensiva dell’ospedale Danderyd di Stoccolma, dove è stato ricoverato in seguito all’incidente d’auto con la sua famiglia. I Maccheroni gli sono stati vicino da qualche giorno e ora un boato di gioia accoglie il suo risveglio dal coma. I Krauten non sono mai arrivati in Svezia. Giorgia e Stefan non rischiano la morte. Era tutto incubo di Andrea indotto dalla morfina. I Maccheroni e la Sanit sono ancora il leader mondiale nel settore dei sanitari.



FINALE C____________________
Tutti cominciano a parlare in contemporanea facendo un gran baccano. A quel punto Martha Fischer non ce la fa più e decide di andare in bagno per prendersi una pausa da tutta quella confusione. Apre la porta sbuffando e vede Giorgia e suo nipote Stefan che si stanno baciando. È molto sorpresa e richiude la porta incredula. Respira affannosamente e ripensa a quello che ha visto. «Non può ezzere!» Deve riguardare. Apre allora lentamente e sbircia dalla fessura. La scena è la stessa: i due giovani che continuano a baciarsi appassionatamente fregandosene del resto del mondo. «Allora è proprio fero: un Krauten e un Makkeroni!». Il cuore le batte fortissimo. Una persona della sua età non dovrebbe subire certi traumi. Martha cerca di calmarsi e ora respira profondamente mentre riflette. Inspira ancora un paio di volte e poi urla a squarciagola. «Skantalo! Disonore! Fercogna!» Tutti smettono improvvisamente di parlare e si fanno muti «Qvuesto è uno scempio, è un’intecenza!»
«Ke succete mamma?» Thilde Krauten chiede preoccupata.
Martha non dice niente, scuote la testa e apre la porta facendo vedere a tutti il bacio proibito. Un grido di stupore generale pervade la stanza. I due innamorati però rimangono avvinghiati. Passa un minuto di borbottii e parole di stupore dei presenti ma i due non si smuovono. Alla fine Martha prende l’iniziativa e picchietta sulla spalla del nipote. «Hm, racazzi… stiamo parlanto di foi.» Solo in quel momento Giorgia si vede tutti gli sguardi puntati addosso ed emette un gridolino isterico e d’istinto fa mezzo passo indietro. Stefan si mette davanti per proteggerla.
Martha incalza. «Qvuesto è un grosso skantalo. Un Krauten e una Makkeroni… inzieme: inaccettabile!» Altri mormorii dalla sala. Dopo qualche secondo Martha continua. «Io proponco ke i racazzi fenkano separati per impetire ke qvuesto oltraccio fata oltre oghni limite!»
«Giusto!» Giuseppe le fa eco «Tutto questo è inammissibile. Come hai potuto, Giorgia?» Giorgia tace costernata.
«E tirò ti più: Stefan ferrà rinkiuso…» Thilde è spietata «nel nostro castello di famighlia in Westfalen.»
«Nein, il kastello in Westfalen no, ti preco zia, no!» Il giovane Stefan protesta.
«E Giorgia nella residenza estiva nell’isola di Montecristo!» Giuseppe segue a ruota.
Giorgia scoppia a piangere disperata. Thilde e Giuseppe Ghignano soddisfatti, per una volta complici. C’è un attimo di silenzio dopo queste affermazioni così decise: un silenzio complice per tutti i presenti. Nessuno osa controbattere e quasi tutti annuiscono chi più, chi meno convinto. Solo una persona però si morde il labbro nervosamente. Vorrebbe parlare, ma ha paura perché nessun altro osa contraddire la sentenza. I Krauten strattonano Stefan da una parte separandolo da Giorgia. Teresa prova a consolare la figlia, ma non va contro la decisione del marito. Stefan sta per essere portato fuori. I due giovani si scambiano un ultimo sguardo d’amore struggente a distanza.
«Fermi tutti! Io sapefo… io sapefo di qvuesta storia. Sapefo e non ho detto nulla» Tutti i Krauten si girano di scatto verso Beate con un’espressione di stupore e di rimprovero, ma lei non si ferma «Sono stata zitta perkè qvuesta storia tra Ciorcia e Stefan… è una storia t’amore profonta, t'amore zincero, t'amore puro. Anke la mia prima reazione appena li ho fisti ke si paciafano è stata ti rappia e intigniazione… ma poi ho kapito e mi zono commossa. Ci ho penzato e ripenzato e alla fine sono stata in silenzio perkè creto ancora in una cosa, una cosa importante: l’amore defe fincere… sempre!»
Durante il breve discorso, qualcuno piange commosso, qualcuno è invece contrariato. Thilde prende la parola. «Io proponco ti metterla ai foti.» Inizialmente sembrano tutti in imbarazzo per questa proposta assurda ma poco alla volta tutti sembrano convincersi che sia la cosa migliore. «Alzi la mano ki fuole ke i tue ciofani si separino.»
Thilde, Giuseppe, Martha, Kristen (a lei interessa Giorgia) e Maria (lei sa che non funzionano le coppie Krauten-Maccheroni) esprimono il loro voto: cinque persone.
«Ora alzi la mano ki fuole infece ke i giofani restino azzieme.»
Giorgia, Stefan, Mario junior, Rosa, Teresa, Beate e Klaus votano a favore: sette persone.
«Il foto di Ciorcia e Stefan offiamente non fale!» I due ragazzi abbassano mestamente il braccio: rimangono dunque in cinque. Sono pari. Edoardo avrebbe voluto alzando la mano, ma col braccio rotto non ce l’ha fatta (la destra è occupata a chattare sul cellulare). Ralf non ha votato perché non ha capito cosa sta succedendo. Martha gli sussurra all’orecchio e sta per convincerlo a votare contro, ma Ralf continua a non capire. Edoardo, invece, decide di votare on-line… e lui è favorevole. Non c’è più tempo, la votazione è finita. I due giovani dunque si riabbracciano felici: l’amore vince ancora!


Avete una settimana di tempo per votare una delle tre alternative con un commento alla fine di questo episodio sul blog, su Facebook, oppure scrivendomi su Twitter (@robriva82). Vi basterà scrivere “A”, “B” o “C” per votare.



domenica 8 luglio 2018

SOUP OPERA – Un minestrone di emozioni: riassuntone

La famiglia Maccheroni è in macchina. Mentre Giuseppe, padre di famiglia e capo dell’azienda di sanitari Sanit, è alla guida, riceve una brutta notizia al telefono. Immerso nei suoi pensieri, non vede che una renna si è fermata in mezzo alla strada. Per evitare l’animale, sterza e l’auto esce di strada. Il primogenito Andrea è in coma farmacologico e il terzogenito Edoardo ha un braccio rotto, gli altri (la moglie Teresa, la secondogenita Giorgia e Giuseppe stesso) sono miracolosamente illesi. Giuseppe era stato distratto dalla notizia che la famiglia tedesca Krauten (e la loro ditta di sanitari Sanide) è appena giunta in città: c’è un segreto tra di loro che nessuno osa raccontare. Qualche giorno dopo l’incidente d’auto il primogenito Andrea Maccheroni è ancora in coma in ospedale e Giuseppe attende la visita di sua sorella Maria. Dopo aver sbagliato ospedale, Maria va a far visita ad Andrea in ritardo proprio mentre lui si risveglia dal coma. Il giorno stesso Maria torna al lavoro nella Sanit, la ditta di sanitari di famiglia, e ci rimane fino a tarda sera. Dopo il lavoro, stanca morta, Maria finisce per sbaglio a casa della famiglia rivale Krauten, appena trasferitisi a Stoccolma nel palazzo di fronte a quello dei Maccheroni. Al buio non si accorge di non essere a casa sua e finisce addirittura a letto con Franz Schneider, marito di Thilde Krauten. Presa dal panico e per non far spargere la voce, Maria è costretta ad accettare il ricatto di Franz: disegnare un progetto di water che Franz presenterà agli altri membri della famiglia Krauten spacciandolo per proprio. I Krauten della ditta Sanide però rifiutano il progetto e lo lanciano fuori dalla finestra in forma di aeroplano di carta. L’aeroplanino finisce nello studio dei Maccheroni che si trova dall’altra parte della strada. Un furioso Giuseppe straccia il progetto e lo getta nella spazzatura. Mario, fratello di Giuseppe e Maria Maccheroni, lo recupera e, riconoscendo lo stile familiare del disegno, chiede a sua moglie Monica che cosa si potrebbe fare. In quel momento sopraggiunge Maria che mal interpretando le parole dei due crede che il suo involontario tradimento con Franz sia stato scoperto e confessa. Mario allora corre furioso da Franz e a sorpresa lo bacia per vendetta. Thilde Krauten, moglie di Franz, vede il bacio e decide di attuare un’altra vendetta presentandosi all’ospedale dove sta per essere dimesso Andrea, primogenito della famiglia Maccheroni. Thilde propone ad Andrea di passare alla ditta rivale, la Sanide. Riaccompagnato a casa da Thilde, Andrea non trova suo padre ad attenderlo perché Giuseppe, deluso dalla brutta giornata lavorativa, è andato a bere al bar, dove gli sembra di vedere di sfuggita suo padre, morto molti anni fa. La sera stessa Andrea litiga con suo padre appena tornato ubriaco dal bar e decide di accettare l’offerta di Thilde, cambiando identità. Andrea comunica la sua decisione anche a sua madre Teresa, che promette di andarlo a trovare ogni fine settimana. Mentre Thilde lancia palle da golf dalla finestra del suo ufficio durante la festa aziendale della Sanide (una pallina rompe la finestra di Giuseppe), Andrea arriva per chiedere aiuto. In quel momento arriva stralunata anche Maria Maccheroni che firma per sbaglio un progetto a contratto per la Sanide. Subito dopo, un furioso Giuseppe giunge alla Sanide con una mazza da baseball. Una volta scoperto ciò che ha fatto sua sorella perde la testa, sfascia tutto e sta per colpire Thilde quando la vista di suo padre, che invece non era morto, lo interrompe. In lacrime la famiglia ritrovata Maccheroni si abbraccia ma arriva la polizia e arresta Mario Maccheroni senior. Mario sta per essere portato via mentre arriva sua moglie, madre di Giuseppe e Maria Maccheroni, Rosa Rosi. Rosa però non riesce a incontrarlo perché rimane bloccata in ascensore. Nel frattempo scoppia l’amore proibito e segreto tra i due giovani delle famiglie rivali, Giorgia Maccheroni e Stefan Krauten (scoperto in seguito solo da Beate, la madre di Stefan). Due giorni dopo Mario senior è in carcere e racconta ai Maccheroni il suo passato burrascoso e la sua morta inscenata. Anche il figlio Giuseppe ha dei problemi: l’economia familiare non è delle migliori e ha appena ricevuto una multa salata. Se non la paga dovrà andare in carcere. Subito dopo arriva Maria che vomita perché è incinta. Corre a casa e lo comunica al marito, Carlo, il quale è incredulo e non capisce di essere stato tradito. Carlo passa alcuni giorni a rimuginare su questa notizia e si ritrova casualmente nell’ufficio di Giuseppe. Anche Giuseppe ha molti pensieri ma alla fine si decide: propone ai Krauten la vendita delle quote della sua azienda, la Sanit, per far cadere le accuse a suo carico (e quindi anche il rischio carcere). Thilde non accetta, ma suo padre Ralf Krauten accetta a sorpresa perché ha già delle quote Sanit (ricevute da Mario senior) e perché ha aiutato Mario senior a fingere la morte. Lì vicino, nel bagno della Sanide, ci sono altre persone: Giorgia Maccheroni e Stefan Krauten che si baciano e Maria Maccheroni che ha in mano un misterioso volantino.


mercoledì 4 luglio 2018

HORROR ALL’ITALIANA – Il mondiale

È notte. Fuori fa freddo. Fulmini squarciano il cielo. I lampi illuminano la città e i tuoni spaccano i timpani. La pioggia cade fitta e bagna le coscienze della gente. A parte il temporale tutto tace.
Un uomo baffuto, in canottiera bianca sporca di sugo e sigaretta in bocca è seduto comodamente davanti alla televisione. Distende comodamente le gambe sul pouf, appoggia abilmente la birra tra i rotoli della pancia e sbocconcella una bella fetta di pizza. Telecomando e posacenere sono a portata di mano. La moglie è fuori con le amiche. Tutto è perfetto per la sua serata. Oggi c’è la partita dell’Italia in tivù. Ci sono gli ottavi di finale contro il Brasile… sì, sempre loro, quelli che ci battono sempre o quasi sempre. Questa volta però non perderemo. L’uomo ne è convinto… e invece perdiamo: 3-0, senza storia! «Nooo!» L’uomo paffuto si risveglia sul divano in un bagno di sudore. Per fortuna era solo un sogno. In realtà il giorno precedente abbiamo battuto il Suriname ai rigori (ce ne sono voluti dodici… Baggio ha sbagliato il primo ma ha segnato il secondo decisivo) e stasera siamo ai quarti contro la Francia. Quanti ricordi… ricordi di vittorie esaltanti ma soprattutto di cocenti sconfitte. Oggi però è un altro giorno e questa una nuova partita. L’uomo in canottiera bianca sporca di sugo lo sa bene questo. Vinciamo infatti uno a zero con un gioco da calcio champagne. Siamo ormai nell’ultimo dei tre minuti di recupero ma i francesi ci fanno due gol nel quarto minuto di recupero che era stato aggiunto perché Materazzi ha perso troppo tempo fingendo un infortunio al petto. Abbiamo perso. «Nooo!» L’uomo grassottello si risveglia sul divano in un bagno di sudore. Per fortuna era solo un sogno. In realtà il giorno precedente abbiamo vinto contro l’Andorra con un gol in fuorigioco viziato da un fallo enorme non visto dall’arbitro. Siamo dunque in semifinale. Stasera ci tocca l’Argentina. Ci brucia ancora quella sconfitta in casa nel mondiale del ’90. È tempo di vendetta! L’uomo appoggia il pezzo di pizza e si gratta le palle per scaramanzia. No, la vendetta è posticipata: l’Argentina ci batte con due gol di scarto… entrambi di mano. «Nooo!» L’uomo baffuto si risveglia sul divano in un bagno di sudore. Per fortuna era solo un sogno. In realtà il giorno precedente abbiamo sconfitto le Cayman a tavolino e siamo in finale della coppa del Mondo contro l’odiatissima Germania. La battiamo sempre… quasi sempre (e qui parte un’altra toccatina). Ai tedeschi rode sempre… quasi sempre? No, no, a loro rode proprio sempre. L’uomo se la ride compiaciuto. Ora però basta chiacchiere e passiamo alla telecronaca della partita. I tedeschi hanno fatto catenaccio per tutta la gara, mentre l’Italia ha attaccato tutto il tempo. Abbiamo fallito un rigore, colpito due pali, una traversa e ci sono stati tre salvataggi miracolosi sulla linea della porta avversaria. Siamo ancora zero a zero anche dopo i tempi supplementari. Manca un minuto alla fine. La prospettiva di un finale ai calci di rigore è sempre più vicina. L’uomo ha già chiamato l’ambulanza e ha preparato il defibrillatore accanto alle sigarette e alla birra in maniera precauzionale. Ora c’è un lancio lungo della retroguardia crucca, i nostri difensori lisciano la palla che viene agguantata da un attaccante avversario che s’invola in aria. A tu per tu col portiere si butta a pesce e invoca un rigore assolutamente inesistente. Si sente il fischio dell’arbitro. Deve essere sicuramente ammonizione per simulazione, pensa l’uomo ormai alticcio e satollo. L’arbitro invece concede incredibilmente la punizione estrema dagli undici metri. Il portiere è espulso. L’Italia ha terminato i cambi e in porta ci va l’allenatore anzianotto. L’attaccante della Germania va sul dischetto. Prende una lunga rincorsa con passetti piccoli a mo’ di papera e parte col suo tiro… a cucchiaio che beffa l’improvvisato portiere italiano. La partita finisce lì: la Germania è campione del mondo… campione del mondo… campione del mondo! Impietrito, seduto sul divano l’uomo urla disperato: «Nooo!» L’uomo affannato si risveglia sul divano in un bagno di sudore. Per fortuna era solo un sogno. In realtà non è il giorno della finale. Va tutto bene: l’Italia è come sempre in preda allo sbando politico e culturale, alla corruzione in ogni settore professionale, alla squallida polarizzazione dell’opinione pubblica, ai beceri populismi e perbenismi da quattro soldi e ovviamente alla tanto cara prostituzione televisiva legalizzata. L’uomo arrapato tira un sospiro di sollievo: per fortuna è tutto come si aspettava e sperava. È tutto tranquillo e sotto controllo. Oggi è un giorno bellissimo: iniziano i mondiali e subito dopo l’uomo si godrà le meritate vacanze al mare. Oggi è il 14 giugno… 2018. Hm, aspetta un momento… anno 2018? Oddio, quindi l’Italia non si è qualificata per questo mondiale! «Nooo!»