venerdì 8 dicembre 2017

KISSENEFREGA – Il metodo

Non è possibile… non è possibile, eppure è successo di nuovo. Eccomi a casa con la febbre alta per non aver ascoltato i segnali del mio corpo e giocato un’altra volta d’azzardo. Torno a casa dal lavoro in un giorno qualsiasi d’ottobre con mal di testa, dolori muscolari, stanchezza e un leggero capogiro: primi segni di un’influenza stagionale che non è ancora del tutto esplosa. Come si fa per prevenirli e combatterli? Si sta a casa e ci si riposa, vero? Sciocchi sempliciotti che non siete altro! In questo caso si applica il metodo: dentro o fuori… all in… aut aut… o la va o la spacca… chiamatelo come volete, ma il metodo è semplice e funziona. Hm, forse è meglio dire che il metodo funzionava: quando avevo quindici o vent’anni; a venticinque anni dava segni di cedimento e ora a trentacinque anni è già bello che andato. In sostanza il metodo prevede che se sei mezzo malato, sulla via della malattia, ma non ancora febbricitante fai dell’esercizio fisico di media intensità il prima possibile e le conseguenze sono garantite: o guarisci o ne esci steso. Oggi avevo sintomi influenzali e avere in programma la palestra capitava proprio a fagiolo per sperimentare ancora una volta il metodo. Ecco, ancora una volta ne sono uscito steso. Non sono più in grado di reggere certi ritmi… ma sono in grado di prendermi una febbre a trentanove gradi. Quando ripenso al momento in cui stavo facendo esercizio ieri sera, m’immagino i personaggi di “Esplorando il corpo umano” dentro il mio cervello che rimbalza da una parte all’altra della scatola cranica. M’immagino il vecchio maestro barbuto nel centro del controllo che si sveglia di soprassalto dal suo solito riposino e con voce roca si arrabbia: “Ma com’è possibile? Come avete permesso che succedesse tutto questo? Dobbiamo subito intervenire per ripristinare l’equilibrio e riposarci!” Così arrivano gli ordini e i neurotrasmettitori schizzano impazziti e impauriti da tutte le parti, urlando con voce stridula: “Ma che diavolo sta succedendo là sopra?” Nonostante tutto questo io continuo ad allenarmi e arrivo a casa cotto. Oggi dunque sono a casa con la febbre e gli stessi sintomi influenzali di ieri sera, moltiplicati alla decima: i miei muscoli chiedono pietà, la mia gola è in fiamme e il mio cervello è in sciopero. Ecco come si spiega questo pezzo che ho appena finito di scrivere.

E voi direte: e chi se ne frega del tuo metodo? Beh, non prendetevela con me, non è colpa mia… io vi avevo avvisati: rileggete il titolo della rubrica, per piacere!

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