Non è possibile… non è possibile, eppure è successo
di nuovo. Eccomi a casa con la febbre alta per non aver ascoltato i segnali del
mio corpo e giocato un’altra volta d’azzardo. Torno a casa dal lavoro in un
giorno qualsiasi d’ottobre con mal di testa, dolori muscolari, stanchezza e un
leggero capogiro: primi segni di un’influenza stagionale che non è ancora del
tutto esplosa. Come si fa per prevenirli e combatterli? Si sta a casa e ci si
riposa, vero? Sciocchi sempliciotti che non siete altro! In questo caso si
applica il metodo: dentro o fuori… all in… aut aut… o la va o la spacca…
chiamatelo come volete, ma il metodo è semplice e funziona. Hm, forse è meglio
dire che il metodo funzionava: quando avevo quindici o vent’anni; a venticinque
anni dava segni di cedimento e ora a trentacinque anni è già bello che andato.
In sostanza il metodo prevede che se sei mezzo malato, sulla via della
malattia, ma non ancora febbricitante fai dell’esercizio fisico di media
intensità il prima possibile e le conseguenze sono garantite: o guarisci o ne
esci steso. Oggi avevo sintomi influenzali e avere in programma la palestra
capitava proprio a fagiolo per sperimentare ancora una volta il metodo. Ecco,
ancora una volta ne sono uscito steso. Non sono più in grado di reggere certi
ritmi… ma sono in grado di prendermi una febbre a trentanove gradi. Quando
ripenso al momento in cui stavo facendo esercizio ieri sera, m’immagino i
personaggi di “Esplorando il corpo umano” dentro il mio cervello che rimbalza
da una parte all’altra della scatola cranica. M’immagino il vecchio maestro
barbuto nel centro del controllo che si sveglia di soprassalto dal suo solito
riposino e con voce roca si arrabbia: “Ma com’è possibile? Come avete permesso
che succedesse tutto questo? Dobbiamo subito intervenire per ripristinare
l’equilibrio e riposarci!” Così arrivano gli ordini e i neurotrasmettitori
schizzano impazziti e impauriti da tutte le parti, urlando con voce stridula:
“Ma che diavolo sta succedendo là sopra?” Nonostante tutto questo io continuo
ad allenarmi e arrivo a casa cotto. Oggi dunque sono a casa con la febbre e gli
stessi sintomi influenzali di ieri sera, moltiplicati alla decima: i miei
muscoli chiedono pietà, la mia gola è in fiamme e il mio cervello è in
sciopero. Ecco come si spiega questo pezzo che ho appena finito di scrivere.
E voi direte: e chi se ne frega del tuo metodo?
Beh, non prendetevela con me, non è colpa mia… io vi avevo avvisati: rileggete
il titolo della rubrica, per piacere!
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