mercoledì 24 marzo 2021

PISSICOLOGIA – Quella cosa brutta

«Ti dico che ci serve!»
«No, non ci serve!»
«Ti dico di sì!» Insiste Sigismondo. «Ci è servita per sopravvivere e ci serve ancora.»
«Ancora con questa storia?» Carlo Gustavo si spazientisce. «Non siamo più nel Paleolitico.»
«La nostra società no, ma il nostro cervello è rimasto là.»
«Quindi mi stai dicendo che non ci si può liberare dell’ansia perché altrimenti moriremmo?» Sigismondo annuisce sorridendo, ma l’amico lo guarda perplesso. «Mai sentito niente di più stupido. È come se… che ne so, mi facesse bene preoccuparmi per un esame imminente, per un nuovo neo che trovo sulla pelle, che mi fermi la polizia se corro troppo, che quello che faccio possa non essere accettato dagli altri, per un cane che abbaia, che…»
«Sì. Sì. Sì. E ancora sì.» Sigismondo si batte i pugni sulle cosce. «Quell’ansia ti aiuta a studiare, a prenotare una visita medica, a evitare una multa, a seguire le regole della società, a prepararti a scappare.»
«Non ha senso. L’ansia e le preoccupazioni non fanno bene. Nessuno sta bene quando ha l’ansia.»
«E invece a volte fa bene.» Sigismondo ci pensa. «Si potrebbe dire che c’è l’ansia “buona” e l’ansia “cattiva”, le preoccupazioni produttive e quelle controproduttive. È quando ti agiti troppo e quando le lasci prendere il sopravvento che perdi il controllo e l’ansia non ti aiuta più. Credimi: un po’ d’ansia fa bene!»
«Sarà anche così, ma io l’ansia proprio non la voglio. Punto.»
«Ma non puoi non volerla. Ci sarà sempre. Immagina di avere la possibilità di volare con un palloncino gigante pieno d’aria. Legati ai piedi, però, hai dei pesi di piombo che ti tengono a terra. Ti affanni di slegare la corda ma nonostante tutti gli sforzi non riesci a staccarli. Che bella situazione, vero? A quel punto puoi decidere se restare a terra e sfinirti cercando di liberarti i piedi oppure...»
«Oppure? Vai al dunque. Stanno tornando.»
«Oppure decidere di soffiare di più nel palloncino e aspettare che il vento ti faccia volare via.»
«Cosa vuoi dire con questo?» Carlo Gustavo guarda Sigismondo seduto sul sedile passeggero.
«Voglio dire: soffia, soffia, caro mio!»
Carlo Gustavo comincia a soffiare nell’alcolimetro, Sigismondo ride a crepapelle.
«Che è questa confusione?» Interviene l’agente della polizia stradale che ha fermato l’auto di Carlo Gustavo «La smetta di ridere, che poi facciamo soffiare anche a lei!»

martedì 16 marzo 2021

PISSICOLOGIA – Pensa positivo

«Sono davvero stufo di sentirmelo dire!» dice Sigismondo raggiungendo il suo amico.
«Ti vedo irritato. Di che parli?» risponde pacato Carlo Gustavo.
«Pensa positivo!» sbuffa Sigismondo «Ma ti rendi conto?»
«Cosa?» I due continuano a chiacchierare lungo il sentiero.
«Come se potessi smettere di pensare alle mie preoccupazioni e potessi scegliere di pensare positivo. Assurdo»
«Stai tranquillo, dai, Sigismondo» lo calma Carlo Gustavo «So come va a finire quando inizi così…»
«È una maledetta trappola: ci provi, ti sforzi, non ci riesci (ovviamente) e poi ti senti una cacca per non esserci riuscito. Conseguenza: hai ancora più pensieri negativi di prima.»
«È solo un modo di dire…»
«Bisogna pensare realisticamente: vedere sia i lati negativi sia quelli positivi delle cose e agire di conseguenza.» Sigismondo s’infervora. «Se c’è qualcosa che non va, si prova a cambiarlo. Non si può negare che non esista il lato negativo. Ma non per questo bisogna arrendersi ad esso. Lo si affronta e lo si vince. È come se…»
«Come se?» Carlo Gustavo riempie una pausa di silenzio e si sistema i capelli mossi dal vento.
«Cercavo la metafora giusta. Lasciami pensare. Non posso pensare positivo, ma potrò almeno pensare?» Carlo Gustavo alza gli occhi al cielo. «È come se pedalando in bici, stai per andare a sbattere contro un albero e invece di spostarti, ti metti a pensare che tanto non ti succederà niente, che tutto andrà bene, che sarà l’albero a spostarsi, che non c’è motivo di preoccuparsi perché tu sei un inguaribile ottimista!»
«Metafora calzante» ammette Carlo Gustavo, complimentandosi con l’amico.
«E alla fine che succede?» Carlo Gustavo alza le spalle. «Vai a sbattere contro l’albero. Ovvio!» Sigismondo si è innervosito e sta perdendo il controllo. «Pensa positivo… che cazzata! Se becco quello stronzo che ha detto sta cosa, giuro che lo strozzo con le mie stess…»
«Stop Sigismondo…»
«No, no. Quello che va detto, va detto! Non si può essere così coglioni da pensare che…»
«Attento Sigismondo…»
«Eh che palle, il solito perbenista: fosse per te non si potrebbe mai dire nien...»
«Frenaaaa, cretino!» Carlo Gustavo svolta e continua a pedalare seguendo il percorso.
Sigismondo finisce invece con la sua bici contro il muretto. Si è distratto troppo a parlare con l’amico. La bicicletta è distrutta e lui si è fatto un bernoccolo in testa, ma almeno si riprenderà presto… se proprio vogliamo vederne il lato positivo.