giovedì 30 giugno 2022

RACCONTI – Il sergente

Immagina che sia un giorno di giugno o di luglio in Svezia, in Scandinavia o comunque sopra il 50° parallelo nord. Sei stanco dopo una faticosa giornata di lavoro. Hai preso la metropolitana che era piena di gente e non ti sei potuto sedere. Arrivi a casa e devi ancora fare il bucato e riordinare la cucina dalla colazione di stamattina. Finisci tutto con l’ultimo filo d’energia che ti rimane e ti butti stancamente sul divano. Ecco, a quel punto arriva lui.
Ma come chi? Lui!
 
Arriva in fretta, con la sua andatura rigida e decisa. Ti squadra dalla testa ai piedi con quei suoi occhi scuri, cupi e ben scavati in una faccia asciutta, ben rasata e sempre perennemente incazzata. In testa tiene il suo inseparabile cappello US Marine Corps verde a tesa larga. Sopra la camicia e cravatta color kaki e la giacca verde perfettamente stirata, le medaglie all’onore scintillano come diamanti purissimi.
Il sergente Sommar si china verso di te ancora disteso sul divano e quando arriva a circa 4-5 centimetri di distanza dalla tua faccia prende fiato e urla con tutta la forza che ha in gola.
— Soldato Palla di lardo, hai il c**o che pare un quintale e mezzo di chewing gum masticato. Te ne rendi conto Palla di Lardo?
Ti costringe ad alzarti in meno di un secondo e ti metti d’istinto sull’attenti.
— Signorsì, Signore!
— E allora perché non approfitti di questa bella giornata di sole per muovere quei tuoi bei piedini da checca pomp***ra e farti un giro in bicicletta o una camminata sul lungomare della città?
— Signorsì, Signore!
 
Immagina di essere a casa che stai bevendo un bicchiere di acqua rinfrescante in una giornata calda e afosa. I tuoi figli giocano pacifici con i lego e con le macchinine. È una gioia vederli allegri e spensierati tra le mura amiche. Ti giri verso la cucina per andare a prendere un altro bicchiere di acqua dal rubinetto e te lo ritrovi davanti.
È ancora il sergente istruttore Sommar.
Lì, di nuovo a una manciata di centimetri dalle tue orecchie, ti sbraita come un pazzo.
— Soldato Palla di lardo, cosa stavi pensando di fare? Pensi che io sia stupido?
— Signornò, Signore!
— Pensi che sia l’ultimo str***o sulla faccia della terra che si possa infiocchettare e spedire come regalo di Natale alla tua mammina?
— Signornò, Signore!
— Cosa fanno i tuoi bambini? Perché non sono fuori a giocare al parco?
— Signore, ci sono trenta gradi all’ombra, Signore!
— Ma c’è il sole. Non sta piovendo. Fai divertire un po’ questi bambini moderni!
— Signore, i bambini si stanno divertendo anche così, Signore!
— Soldato Palla di lardo, se non vuoi che i tuoi figli ti rinfaccino fino all’ultimo giorno della tua insignificante vita da str***o comunista per non aver sfruttato questa fantastica giornata di sole che il buon Dio ci ha mandato sulla Terra, esci subito da questa stanza e vai al parco a giocare con un pallone!
— Signorsì, Signore!
 
Immagina di avere fame. Sono le sette di sera. Sei in cucina stai già facendo bollire la pasta, devi solo scongelare il ragù e tutto sarà pronto. Facile.
Purtroppo no.
Indovina chi arriva a rovinarti la tranquillità? Sì, proprio lui. Più incazzato che mai.
— Soldato Palla di lardo. Se non vuoi che ti infili quel tuo pisello moscio nella pentola dell’acqua bollente nel tentativo di ridarti un po’ di vigore e dignità umana, spegni subito i fornelli, prendi un bel pezzo di sana carne di maiale da vero uomo cristiano e vai fuori a farti un bel barbecue con tutte quelle checche ballerine dei tuoi amichetti da quartiere.
— Signore, sono stanco e ho fame, Signore!
— Che ca**o hai appena detto? Hai appena firmato la tua condanna a morte per questa frase da lurida checca comunista! Ti ammazzo a forza di ginnastica, ti faccio venire i muscoli al buco del c**o! Il sole è ancora alto e tu ora vai fuori a fare una bella grigliata altrimenti ti infilo un bastone nel buco del c**o fino alla bocca e ti metto a girare sopra i carboni ardenti fino a domani mattina. Hai capito?
— Signorsì, Signore.
 
Ti sei fatto i tuoi piani tranquilli e sereni. Il sergente Sommar però arriva, ti pietrifica con la sola forza dello sguardo e ti costringe a cambiare idea. Che poi, non si capisce perché debba insultarti così tanto e usare tante parolacce… ma devo dire che è molto persuasivo.
Così stavi ingenuamente pensando di guardare in TV un paio di puntate della tua nuova serie preferita gustandoti un buon gelato quando il sergente istruttore Sommar trova i suoi metodi convincenti per farti alzare dal divano e andare a fare un picnic oppure a comprare una pizza ad asporto da mangiare in riva al mare.
 
Hai fatto mille attività all’aria aperta, sei andato in spiaggia, hai giocato a racchettoni coi bambini nel giardino condominiale, hai fatto una pennichella sull’amaca dopo aver grigliato anche la tua mano destra e immerso i piedi gonfi nell’acqua gelida di una piscinetta gonfiabile. Sei a pezzi. Pensi di aver sfruttato ogni secondo di questa magnifica e lunghissima giornata di sole. Sono le undici passate. Hai ricoperto le finestre di sacchetti neri dell’immondizia perché non ti sei mosso in tempo e le tende coprenti dell’IKEA sono esaurite e sono rimaste solo le tende di carta di riso trasparente. Ti lanci a letto. Distrutto. Esausto. Stai per prendere sonno prima ancora che la tua testa sia a contatto col cuscino quando senti quella voce forte e decisa che non si accontenta mai.
— Soldato Palla di lardo! I tuoi genitori hanno anche figli normali?
— Signrre, nn ce l facio pù, Signore!
— Non ho sentito!
— Signore, non ce la faccio più, Signore!
Il sergente Sommar fa finta di essere calmo mentre stacca i sacchetti neri dalle finestre e poi riparte alla carica.
— Mi stai prendendo per il c**o, Palla di lardo?
— Signornò, Signore!
— Bene, allora muovi quelle tue chiappe da checca isterica e vai subito sul balcone a goderti il sole di mezzanotte!
— Signore, ma a Stoccolma non si vede il sole a mezzanotte, Signore!
— Ti sembro forse il colonnello Giuliacci o una signorina in abiti succinti che presenta le previsioni del meteo sulla penisola scandinava?
— Signornò, Signore!
— E allora alzati subito dal letto, prenditi una birra fresca dal frigo e chiacchiera di filosofia tedesca del ‘700 con tua moglie o se necessario anche con te stesso fino a svenire sul divanetto e versarti la birra sui pantaloni così da farti credere di esserti pisciato addosso per l’estasi della serata!
— Signorsì, Signore!
 
Ormai il sergente istruttore Sommar ti ha trasformato da argilla informe a statua di bronzo a sua immagine e somiglianza. Quando pensi di aver terminato l’addestramento, di sentirti pronto a ogni attività che il sole scandinavo ti può offrire nei mesi estivi e di aver imparato a gestire le sfuriate dell’intransigente sergente Sommar, lui all’improvviso smette di romperti i coglioni. Si rilassa e si riposa anche lui. Lo cerchi ma non lo trovi. Presto, prestissimo, verso metà agosto sembra che sia già andato in pensione.
Mentre ti stravacchi sulla poltrona del salotto, trovi un biglietto.
“Soldato Palla di lardo, ti lascio in custodia mia nonna, la signora Vinter, che ti terrà compagnia nei prossimi mesi raccontandoti dei suoi malanni e di come si stava meglio quando si stava peggio. Trattala bene. Noi, caro fottuto succhiaca**i, ci vediamo il prossimo giugno… forse!”
Firmato sergente istruttore Sommar.

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