martedì 21 giugno 2022

RACCONTI – Il disguido

Stoccolma, giugno 2022.
 
Referendum popolare sulla giustizia. Si vota. Anche dall’estero. Era tanto che non lo si faceva. Ho dovuto cercare sul vocabolario il significato della parola e fare delle prove a casa con matita spuntata e foglietti colorati presi in prestito dai miei figli. Ora però sono preparato. Pronto a esprimere il mio sacrosanto diritto di cittadino italiano residente all’estero.
 
La procedura è semplice. Ti arrivano a casa via posta regolare le schede elettorali. Esprimi il tuo bel voto sulle schede elettorali in modo chiaro e senza lasciare segni distintivi. Inserisci le schede nella busta bianca piccola. Sigilli la busta bianca piccola col sudore della tua fronte per paura di aver sbagliato qualcosa. Infili la busta piccola in quella grande preaffrancata assieme al tagliando elettorale ritagliato dal certificato elettorale (forbici non incluse) e un pezzo di dito (possibilmente il medio) per il riconoscimento dell’impronta digitale da parte del consolato. Sigilli la busta preaffrancata con ceralacca del XIX secolo e spedisci il tutto all’Ufficio Consolare entro la data indicata. Per finire conservi il certificato elettorale per ricordo come un souvenir nel caso assurdo che non ci concedano più di votare in futuro.
Esagero e divago. Come sempre.
 
Il processo in realtà ha sempre funzionato molto bene e sono convinto che neanche questa volta farà eccezio… hm, un momento.
Mi dicono da casa che il referendum si svolge il 12 giugno 2022. Benissimo. Che problema c’è?
Controllo la data sul calendario. Oh cazzo! Oggi è il 17 giugno. Mannaggia! Avrei dovuto far arrivare la busta preaffrancata entro le ore 16.00 del 9 giugno. Sono un pessimo cittadino. È vero che non ci avevo capito una mazza sul referendum sulla giustizia, però mi ero preparato tanto. Avevo studiato tanto per come votare. Era un mio diritto e un mio dovere votare e io me lo sono lasciato scappare così facilmente. Mi sono emozionato troppo e… hm, aspetta di nuovo un momento.
Quando sono arrivate le schede elettorali? Stamattina… ah! Quindi per una volta non è colpa della mia inettitudine politica. Quindi questa volta il processo facile, facile di votazione dall’estero ha fatto qualche piccola, piccolissima falla.
 
Ben presto vengo a sapere che anche tanti, tantissimi, troppi italiani residenti a Stoccolma non hanno ricevuto in tempo la scheda elettorale. Purtroppo questo ritardo multiplo con sola annessa da parte del consolato non mi consola affatto. Girano voci che Roma sostiene di aver mandato in tempo le schede elettorali a Stoccolma. Il consolato svedese sembra che abbia accusato le poste svedesi (PostNord) per i soliti ritardi della consegna delle lettere. PostNord immagino che dia la colpa a Roma di non aver calcolato la concomitanza del 2 giugno (Festa della Repubblica nell’Ambasciata d’Italia a Stoccolma) e del 6 giugno (Festa nazionale svedese), entrambe giornate di festa e quindi tutto fermo e chiuso. Sfiga? Incompetenza? Propendo per entrambe.
 
Per un attimo sorrido ripensando a quel meme che ogni tanto gira su internet. Quello dei tre Spiderman esattamente identici che si accusano gli uni con gli altri di essere i falsi Spiderman.
Mentre stringo forte al petto il certificato elettorale delle ultime elezioni alle quali ho potuto votare, rido. Rido ma dovrei piangere perché alla fine quel bel dito teso è sempre e comunque puntato dritto dritto nel sedere di noi cittadini.
L’unica arma di difesa da questo ditone verso il nostro pertugio anale è dunque solo l’augurio di un buon voto a tutti… voto di castità, ovviamente.

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