martedì 29 novembre 2016

SOUP OPERA – Un minestrone di emozioni: episodio 2

NELLE PRECEDENTI PUNTATE. La famiglia Maccheroni è coinvolta in un incidente d’auto. Il primogenito Andrea è in coma farmacologico e il terzogenito Edoardo ha un braccio rotto. Giuseppe, il padre di famiglia, è stato distratto dalla notizia che la famiglia tedesca dei Krauten è in città. C’è un segreto tra di loro che è… [Ha vinto la scelta C]

…un segreto e quindi rimarrà tale, cioè segreto. Forse questo segreto è talmente segreto che neanche i membri delle due famiglie ne sono a conoscenza. Forse, invece, solo qualcuno della famiglia Maccheroni e della famiglia Krauten conosce il segreto. Chi può saperlo: è un segreto!
Intanto la prima notte dopo l’incidente passa tranquilla al reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Danderyd. Giuseppe e sua moglie Teresa restano in ospedale, mentre nonna Rosa e Mario, il fratello minore di Giuseppe, tornano a casa, portandosi dietro la secondogenita Giorgia. Edoardo dorme tranquillo in ortopedia, svegliandosi ogni tre ore per aggiornare il suo status su Facebook, e i genitori vanno a controllarlo a turno. La notte passa dunque insonne per i coniugi Maccheroni.
La mattina seguente arriva il nuovo turno di medici. Nella stanza entrano il dottor Svensson e un paio d’infermiere. Il dottore va al computer a lato del letto e legge: «Allora, che cosa abbiamo qua? Andrea Macceroni,» Ovviamente sbaglia la pronuncia del cognome «22 anni.»
«Si pronuncia Maccheroni…» Giuseppe non può fare a meno di correggerlo in torno stizzito «come se ci fossero due cappa al posto delle ci: Makkeroni, non è difficile!»
Il medico non lo guarda neanche e continua a leggere la cartella clinica: «22 anni, in coma farmacologico da ieri sera a causa di un incidente automobilistico…» poi arriva la classica domanda di un medico svedese, quella che imparano all’università «e cosa pensate che possa essere?»
La domanda, con la D maiuscola. La domanda che più fa arrabbiare Giuseppe: «Ma dovrebbe saperlo lei! È lei il medico! Com’è poss…»
Teresa lo blocca per evitare il peggio, intervenendo con calma: «Beh, credo sia stato un forte trauma cranico… almeno così ci ha detto il suo collega del turno precedente.»
Il dottor Svensson non alza ancora gli occhi dallo schermo. Deve essere abituato a sentirsi dire queste cose dai parenti dei pazienti. Probabilmente insegnano anche quest’atteggiamento alla facoltà di medicina: «Dunque, Andrea Makkeroni, 22 anni, trauma cranico a seguito di un incidente d’auto. Una bella botta per questa giovane ragazza!»
Giuseppe va su tutte le furie ma Teresa lo trattiene: «Guardi che è un ragazzo… Andrea è un nome maschile in Italia!»
Solo in quel momento il medico solleva gli occhi e guarda per la prima volta il paziente: «Il mio collega deve aver sbagliato a scrivere.» Ovviamente lui non ammette di aver fatto un errore. «Provvederò a correggere. Dunque, che cosa potrebbe aver causato l’incidente? Aveva bevuto? A me potete dirlo, ho il segreto professionale.»
«No, non aveva bevuto. Non stava guidando. Guidavo io e neanch…»
«Va bene. I valori sono stabili a presto si riprenderà» il dottore liquida la questione lasciando una buona notizia alla famiglia.

Nello stesso istante, a Birger Jarlsgatan numero 26, in pieno centro di Stoccolma, due uomini sulla quarantina, uno un po’ più giovane e molto più bello dell’altro, stanno trasportando degli scatoloni pieni di raccoglitori su per le scale.
«Basta, zono stankissimo!»
«Forza, Franz, l’aschenzore è rotto, ma manka poko per arrifare all’ultimo piano. Poi ci riposiamo sul difano.»
Il trasloco continua secondo i piani: la ditta che se ne occupa trasporta i mobili e le scatole più grosse, mentre le cose più piccole sono spostate a mano. La ditta ha già trasportato la maggior parte dei mobili. Al pomeriggio dovrebbe arrivare il resto e tutti i vestiti. I due enormi attici all’ultimo piano saranno presto pronti per entrambe le famiglie.

Al pomeriggio dello stesso giorno, di nuovo all’ospedale Danderyd, Giuseppe e Teresa vegliano il figlio Andrea. Sembrano già nel vivo del discorso quando Teresa chiede: «Che cosa sai dell’arrivo dei Krauten?».
«Non molto a dire il vero. So che arriveranno a giorni… o che forse sono già arrivati.»
«Perché ci perseguitano? Perché ci seguono ovunque andiamo?»
«Ma come? Non lo sai? I Krauten sono a Stoccolma perché…»
«Ciao ma’, ciao pa’» Giorgia entra in stanza è interrompe la discussione. «Come sta Andre’?» Poi si ferma. «Ho interrotto qualcosa? Stavate parlando di qualcosa di segreto?»
«Noi non abbiamo segreti. Piuttosto, hai parlato con tua zia Maria? Viene a trovare Andrea?»
Giorgia fa spallucce e Edoardo entra col braccio ingessato. Saluta con un gesto, non dice niente, però scrive sui social network che sta bene, che è uscito dall’ospedale e che i suoi genitori stanno nascondendo qualcosa, forse un segreto.
Giuseppe è decisamente spazientito dall’atteggiamento di sua sorella Maria e decide di non aspettare oltre telefonandole. Cos’è successo a Maria? 

A. Si è dimentica di andare a trovare Andrea perché presa dal lavoro: un nuovo modello di bidet.

B. Arriva in ritardo in ospedale perché è andata prima all’ospedale sbagliato.

C. Si è attardata a fare compere di gioielli in città e arriva in ritardo in ospedale, a orario visite terminato.


Avete una settimana di tempo per votare una delle tre alternative con un commento alla fine di questo episodio sul blog, su Facebook, oppure scrivendomi su Twitter (@robriva82). Vi basterà scrivere “A”, “B” o “C” per votare.

3 commenti:

  1. Potete votare fino a martedí 6 dicembre!

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  2. Grazie anche ai voti su Facebook vince l'opzione B!

    A presto per l'episodio 3 cosí potrete decidere di nuovo!

    Grazie mille a tutti quelli che hanno votato: siete meravigliosi! Incoraggiate anche altri a partecipare!

    Soup opera - un minestrone di emozioni, continua grazie a voi!

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