C’era una volta un ragazzo che voleva essere
grande. Non nel senso dell’altezza o dell’età, ma nel senso dell’importanza.
Certo, anche l’altezza e l’età avrebbero fatto comodo, ma non erano una sua
priorità. Quello che lui voleva era diventare un grande, talmente grande da
cambiare il mondo. C’erano tante cose che non gli piacevano della società
moderna: dalle guerre alla povertà, dalle armi al terrorismo e c’era bisogno di
molto lavoro. Come avrebbe potuto influenzare il mondo così tanto? Avrebbe
voluto essere re o imperatore per poter almeno cambiare le sorti di un paese,
ma non aveva nessun titolo nobiliare e non ascendeva da nessuna famiglia reale.
Quindi questo era escluso. Però avrebbe potuto diventare presidente della sua
nazione, la più grande delle nazioni. La strada era lunga: prima avrebbe dovuto
diventare consigliere della sua città, poi sindaco, poi governatore della sua
regione, poi parlamentare e infine presidente. Certo, i suoi nobili intenti
richiedevano tanti sforzi e sacrifici, ma lui non era tipo da tirarsi indietro.
Lui era un tipo testardo. Il giorno stesso si recò alla sede del suo partito,
il più grande dei partiti. Purtroppo avrebbe dovuto essere maggiorenne per
essere iscritto. Allora lui aspettò e aspettò. Intanto lesse tutti i giornali
ogni giorno, seguì tutti i dibattiti politici in televisione e studiò la storia
politica del suo paese. Quando fu maggiorenne poté finalmente iscriversi al
partito e dopo aver partecipato attivamente alla vita politica, aver ascoltato
le esigenze dei cittadini riuscì ad ottenere addirittura un posto come
assessore nella nuova giunta comunale. Tutti erano orgogliosi di un giovane
preparato come lui. Col tempo, però, si accorse che il suo partito, il più
grande dei partiti, non era tutto rosa e fiori e c’erano alcune cose da cambiare.
Lui non si perse d’animo neanche questa volta e cominciò a denunciare le
ingiustizie e gli sprechi della giunta in città. Le sue azioni non passarono
certo inosservate e ben presto gli fecero guadagnare tanti estimatori quanti
nemici. Un giorno, per dissidi interni, il posto di vice sindaco si liberò e
molti pensarono a lui come successore: questa era una grande occasione per fare
il passo avanti e diventare più grandi. Tutto sembrava pronto per la sua presa
in carica ma qualche giorno dopo, però, alcuni suoi nemici politici trovarono
il modo di candidare e far scegliere il fidanzato della figlia del sindaco al
suo posto. Non solo, il ragazzo fu anche cacciato dal partito perché
ingiustamente accusato di avere remato contro la giunta con tutte le sue denuncie.
Il ragazzo e altri cittadini protestarono alacremente ma non ci fu niente da
fare. Il ragazzo provò allora a contattare alcuni giornali locali e nazionali
in segno di protesta, ma nessuno era interessato a scrivere quella storia così
tipica e di poco richiamo mediatico. Allora il ragazzo si arrese alla vita
politica del suo paese e si trasferì all’estero.
Fine della storia: ora a letto, figlioli!
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