giovedì 8 dicembre 2016

FAVOLE MALRIUSCITE – Da grande

C’era una volta un ragazzo che voleva essere grande. Non nel senso dell’altezza o dell’età, ma nel senso dell’importanza. Certo, anche l’altezza e l’età avrebbero fatto comodo, ma non erano una sua priorità. Quello che lui voleva era diventare un grande, talmente grande da cambiare il mondo. C’erano tante cose che non gli piacevano della società moderna: dalle guerre alla povertà, dalle armi al terrorismo e c’era bisogno di molto lavoro. Come avrebbe potuto influenzare il mondo così tanto? Avrebbe voluto essere re o imperatore per poter almeno cambiare le sorti di un paese, ma non aveva nessun titolo nobiliare e non ascendeva da nessuna famiglia reale. Quindi questo era escluso. Però avrebbe potuto diventare presidente della sua nazione, la più grande delle nazioni. La strada era lunga: prima avrebbe dovuto diventare consigliere della sua città, poi sindaco, poi governatore della sua regione, poi parlamentare e infine presidente. Certo, i suoi nobili intenti richiedevano tanti sforzi e sacrifici, ma lui non era tipo da tirarsi indietro. Lui era un tipo testardo. Il giorno stesso si recò alla sede del suo partito, il più grande dei partiti. Purtroppo avrebbe dovuto essere maggiorenne per essere iscritto. Allora lui aspettò e aspettò. Intanto lesse tutti i giornali ogni giorno, seguì tutti i dibattiti politici in televisione e studiò la storia politica del suo paese. Quando fu maggiorenne poté finalmente iscriversi al partito e dopo aver partecipato attivamente alla vita politica, aver ascoltato le esigenze dei cittadini riuscì ad ottenere addirittura un posto come assessore nella nuova giunta comunale. Tutti erano orgogliosi di un giovane preparato come lui. Col tempo, però, si accorse che il suo partito, il più grande dei partiti, non era tutto rosa e fiori e c’erano alcune cose da cambiare. Lui non si perse d’animo neanche questa volta e cominciò a denunciare le ingiustizie e gli sprechi della giunta in città. Le sue azioni non passarono certo inosservate e ben presto gli fecero guadagnare tanti estimatori quanti nemici. Un giorno, per dissidi interni, il posto di vice sindaco si liberò e molti pensarono a lui come successore: questa era una grande occasione per fare il passo avanti e diventare più grandi. Tutto sembrava pronto per la sua presa in carica ma qualche giorno dopo, però, alcuni suoi nemici politici trovarono il modo di candidare e far scegliere il fidanzato della figlia del sindaco al suo posto. Non solo, il ragazzo fu anche cacciato dal partito perché ingiustamente accusato di avere remato contro la giunta con tutte le sue denuncie. Il ragazzo e altri cittadini protestarono alacremente ma non ci fu niente da fare. Il ragazzo provò allora a contattare alcuni giornali locali e nazionali in segno di protesta, ma nessuno era interessato a scrivere quella storia così tipica e di poco richiamo mediatico. Allora il ragazzo si arrese alla vita politica del suo paese e si trasferì all’estero.
Fine della storia: ora a letto, figlioli!

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