Eccoci
qui di nuovo pronti a stupirvi con le nostre interviste in esclusiva per la
vostra rivista online preferita. Oggi abbiamo qui con noi un’esperta micologa,
la Professoressa in microbiologia al prestigioso Istituto Carolina di Stoccolma
Margherita Cantarella, chiamata a rispondere a una semplice domanda: perché gli
italiani sono gli unici ad avere le ciabatte nelle docce pubbliche paragonati al
resto del mondo?
Questa è la domanda che mi sono posta
da quando mi sono trasferita all’estero. Quando vivevo in Italia, accadeva di
rado che la gente non portasse le ciabatte in doccia, probabilmente perché le
aveva dimenticate a casa. In verità, all’inizio la mia domanda era “perché gli
svedesi sono gli unici a non avere le ciabatte nelle docce pubbliche paragonati
al resto del mondo?” Col tempo, discutendo con altri colleghi in giro per il
mondo alle conferenze scientifiche, mi sono resa conto che eravamo noi
italiani, invece, a portare sempre le ciabatte ai piedi. Questo fece nascere un
filone di studi che poi resero il mio laboratorio famoso in tutto il mondo.
Molto
interessante… anch’io porto sempre le ciabatte quando faccio la doccia in
palestra. Ci potrebbe esporre i risultati degli studi compiuti nel suo
laboratorio nell’ultimo decennio?
Dalla mia semplice domanda iniziale
cominciammo a sviluppare diverse colture di funghi provenienti da diversi
campioni ottenuti da alcuni donatori svedesi, italiani, tedeschi, spagnoli e
americani.
Perché
solo campioni provenienti da questi paesi e non, per esempio, dai paesi
africani o asiatici?
Perché volevamo limitarci a delle
colture della cultura occidentale.
Capisco…
e cosa avete trovato?
In questi studi ci siamo concentrati
precipuamente su una tipologia di fungo, il trichophyton,
responsabile di una specifica patologia, la tinea
pedis, anche detta tigna o piede d’atleta, caratterizzata da pruriti,
bruciori o arrossamenti alle dita del piede, desquamazioni e infiammazioni fino
a vescicole, abrasioni e ragadi.
…se
la patologia prende piede… hm, scusi la battuta. Dunque, dicevamo sui risultati?
Nella popolazione di piedi italici e in
minor misura in quella dei piedi ispanici abbiamo individuato e isolato una variante
di questo fungo, il trichophyton-β, che,
a differenza del più comune trichophyton-α,
diffuso nell’Europa continentale e nordica, si replica molto più in fretta. Le
spore di questa variante sono molto stabili e possono rimanere infettive per molti
mesi. La trasmissione avviene tramite infezione da contatto. Alcuni enzimi
presenti nel trichophyton-β italico
hanno delle capacità più elevate, rispetto alla variante mitteleuropea, di
dissolvere la cheratina e le altre proteine di struttura della pelle.
Quello
che lei ci sta raccontando è terribile e mette un po’ paura, perché sia io sia
lei, ma anche la maggior parte dei nostri lettori è italiana o vive in Italia…
I vostri lettori e tutti gli italiani
non si devono preoccupare: il trichophyton-β
è sì pericoloso, ma ci sono molti modi per curarlo e soprattutto per
prevenirlo.
Lei
cosa ci consiglia Professoressa Cantarella?
Innanzitutto, se colpiti dal fungo, è
sufficiente un prodotto antifungino, facilmente reperibile in farmacia,
applicabile a livello locale. La terapia è consigliata per la durata di una
decina di giorni ma è anche consigliabile prolungarla per un altro paio di
giorni per evitare il rischio di ricadute. A tal proposito e, come detto in
precedenza, la prevenzione è fondamentale, specialmente per questa variante
così aggressiva. Si raccomanda dunque di calzare scarpe che permettano la
traspirazione, di portare calze di cotone, di tenere i piedi sempre freschi e
asciutti, soprattutto tra le dita dei piedi. Infine, è caldamente sconsigliato
camminare a piedi scalzi in qualsiasi luogo, anche a casa propria.
Ah,
quindi è per questa variante più aggressiva di fungo che gli italiani portano
sempre con sé ciabatte personali nei bagni pubblici, come quelli delle piscine
comunali o delle palestre?
Esatto. Queste raccomandazioni non sono
che la base della prevenzione. Delle scoperte più recenti del mio laboratorio,
hanno anche evidenziato come altri metodi preventivi siano ancora più efficaci
in confronto a quelli già elencati: dato che il piede deve sempre stare
all’asciutto, i miei ricercatori hanno scoperto che portare dei sacchetti, per
esempio quelli per congelare il cibo, attorno ai piedi quando si va nelle docce
pubbliche riduce esponenzialmente il rischio di contagio da trichophyton-β. Inoltre, quando
possibile, è consigliabile utilizzare un tappetino di plastica, per esempio
quello da yoga, da srotolare sulla superficie bagnata per consentire una
migliore prevenzione da contagio. In aggiunta, prima della doccia si raccomanda
l’uso di una pomata speciale da spalmare sulla pelle. Infine, ci sono molti
altri metodi che potrei elencarvi…
…ma
la devo interrompere perché purtroppo lo spazio a nostra disposizione è
terminato. Grazie mille alla Professoressa Margherita Cantarella per i sui
consigli esaustivi che ci hanno rinfrescato la memoria sulla prevenzione
antifungina… rinfrescato come la doccia fredda che mi finisce in faccia e che
mi risveglia da questo sogno ad occhi aperti: forse dovrei finirla di portarmi
le ciabatte nella doccia della palestra.
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