mercoledì 23 novembre 2016

INTERVISTE IMMAGINARIE – Le ciabatte

Eccoci qui di nuovo pronti a stupirvi con le nostre interviste in esclusiva per la vostra rivista online preferita. Oggi abbiamo qui con noi un’esperta micologa, la Professoressa in microbiologia al prestigioso Istituto Carolina di Stoccolma Margherita Cantarella, chiamata a rispondere a una semplice domanda: perché gli italiani sono gli unici ad avere le ciabatte nelle docce pubbliche paragonati al resto del mondo?
Questa è la domanda che mi sono posta da quando mi sono trasferita all’estero. Quando vivevo in Italia, accadeva di rado che la gente non portasse le ciabatte in doccia, probabilmente perché le aveva dimenticate a casa. In verità, all’inizio la mia domanda era “perché gli svedesi sono gli unici a non avere le ciabatte nelle docce pubbliche paragonati al resto del mondo?” Col tempo, discutendo con altri colleghi in giro per il mondo alle conferenze scientifiche, mi sono resa conto che eravamo noi italiani, invece, a portare sempre le ciabatte ai piedi. Questo fece nascere un filone di studi che poi resero il mio laboratorio famoso in tutto il mondo.
Molto interessante… anch’io porto sempre le ciabatte quando faccio la doccia in palestra. Ci potrebbe esporre i risultati degli studi compiuti nel suo laboratorio nell’ultimo decennio?
Dalla mia semplice domanda iniziale cominciammo a sviluppare diverse colture di funghi provenienti da diversi campioni ottenuti da alcuni donatori svedesi, italiani, tedeschi, spagnoli e americani.
Perché solo campioni provenienti da questi paesi e non, per esempio, dai paesi africani o asiatici?
Perché volevamo limitarci a delle colture della cultura occidentale.
Capisco… e cosa avete trovato?
In questi studi ci siamo concentrati precipuamente su una tipologia di fungo, il trichophyton, responsabile di una specifica patologia, la tinea pedis, anche detta tigna o piede d’atleta, caratterizzata da pruriti, bruciori o arrossamenti alle dita del piede, desquamazioni e infiammazioni fino a vescicole, abrasioni e ragadi.
…se la patologia prende piede… hm, scusi la battuta. Dunque, dicevamo sui risultati?
Nella popolazione di piedi italici e in minor misura in quella dei piedi ispanici abbiamo individuato e isolato una variante di questo fungo, il trichophyton-β, che, a differenza del più comune trichophyton-α, diffuso nell’Europa continentale e nordica, si replica molto più in fretta. Le spore di questa variante sono molto stabili e possono rimanere infettive per molti mesi. La trasmissione avviene tramite infezione da contatto. Alcuni enzimi presenti nel trichophyton-β italico hanno delle capacità più elevate, rispetto alla variante mitteleuropea, di dissolvere la cheratina e le altre proteine di struttura della pelle.
Quello che lei ci sta raccontando è terribile e mette un po’ paura, perché sia io sia lei, ma anche la maggior parte dei nostri lettori è italiana o vive in Italia…
I vostri lettori e tutti gli italiani non si devono preoccupare: il trichophyton-β è sì pericoloso, ma ci sono molti modi per curarlo e soprattutto per prevenirlo.
Lei cosa ci consiglia Professoressa Cantarella?
Innanzitutto, se colpiti dal fungo, è sufficiente un prodotto antifungino, facilmente reperibile in farmacia, applicabile a livello locale. La terapia è consigliata per la durata di una decina di giorni ma è anche consigliabile prolungarla per un altro paio di giorni per evitare il rischio di ricadute. A tal proposito e, come detto in precedenza, la prevenzione è fondamentale, specialmente per questa variante così aggressiva. Si raccomanda dunque di calzare scarpe che permettano la traspirazione, di portare calze di cotone, di tenere i piedi sempre freschi e asciutti, soprattutto tra le dita dei piedi. Infine, è caldamente sconsigliato camminare a piedi scalzi in qualsiasi luogo, anche a casa propria.
Ah, quindi è per questa variante più aggressiva di fungo che gli italiani portano sempre con sé ciabatte personali nei bagni pubblici, come quelli delle piscine comunali o delle palestre?
Esatto. Queste raccomandazioni non sono che la base della prevenzione. Delle scoperte più recenti del mio laboratorio, hanno anche evidenziato come altri metodi preventivi siano ancora più efficaci in confronto a quelli già elencati: dato che il piede deve sempre stare all’asciutto, i miei ricercatori hanno scoperto che portare dei sacchetti, per esempio quelli per congelare il cibo, attorno ai piedi quando si va nelle docce pubbliche riduce esponenzialmente il rischio di contagio da trichophyton-β. Inoltre, quando possibile, è consigliabile utilizzare un tappetino di plastica, per esempio quello da yoga, da srotolare sulla superficie bagnata per consentire una migliore prevenzione da contagio. In aggiunta, prima della doccia si raccomanda l’uso di una pomata speciale da spalmare sulla pelle. Infine, ci sono molti altri metodi che potrei elencarvi…
…ma la devo interrompere perché purtroppo lo spazio a nostra disposizione è terminato. Grazie mille alla Professoressa Margherita Cantarella per i sui consigli esaustivi che ci hanno rinfrescato la memoria sulla prevenzione antifungina… rinfrescato come la doccia fredda che mi finisce in faccia e che mi risveglia da questo sogno ad occhi aperti: forse dovrei finirla di portarmi le ciabatte nella doccia della palestra.

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