giovedì 28 aprile 2022

RACCONTI – La dieta

Io e mia moglie siamo disperati. Io mi metto le mani nei capelli. Che le mani siano ancora sporche dell’impasto della pizza non rende la situazione migliore.
I nostri figli si rifiutano di mangiare cibo italiano.
Non siamo certo degli chef stellati ma entrambi ce la caviamo bene con molte ricette della cucina italiana. I nostri figli, però, spesso si rifiutano di mangiare quello che abbiamo preparato per loro. Talvolta al limite dell’offensivo.
 
Ora, prima che qualche professore di pedagogia, psicologia, etica e dietetica alzi il sopracciglio sinistro e abbassando l’indice destro digiti un commento da illuminato sull’importanza di lasciare la scelta ai bambini, chiarisco subito che i miei figli possono mangiare (quasi) tutto quello che vogliono.
Però…
Però, mi fa male vedere che perdano le loro radici italiane, soprattutto per quanto riguarda il buon cibo. Così faccio il possibile per cercare di influenzarli.
 
Fatta questa doverosa promessa per evitare di sollevare polveroni che poi s’ingeriscono per sbaglio e provocano sgradevoli mal di pancia, vi spiego quello che succede nella mia mente ogni volta che i miei figli si rifiutano di mangiare italiano.
 
Propongo della pasta fresca con pomodori pachino e un filo d’olio extra vergine d’oliva.
— Voglio la pasta scotta con il ketchup.
 
Sforno una pizza perfetta preparata con farina Caputo, mozzarella di bufala, pomodori San Marzano e cotta a 400 gradi.
— La speedy pizza svedese che ha fatto la mamma del mio amico a scuola era più buona.
 
Servo in tavola della salsiccia umbra cucinata a puntino, arrivata direttamente dall’Italia tramite uno dei tanti servizi di consegna prelibatezze culinarie.
— Quando mangiamo un po’ di korv med bröd (il wurstel di plastica svedese con pane)?
 
Ci metto ore a preparare un filetto di manzo in salsa di pistacchi di Bronte.
— Papà, ma un hamburger con le patatine, no?
 
Presento delle magnifiche polpette della nonna cotte in salsa di pomodoro per dieci o quindici anni e belle bollenti come la lava.
— No, meglio le polpettine IKEA che si cucinano in 3 minuti nel forno microonde.
 
Niente da fare. Loro preferiscono sempre e comunque la spazzatura svedese al cibo italiano. Eppure ci sarebbero anche cose buone svedesi, ma loro no, si concentrano solo sulla merda.
 
Non sapendo più che fare mi gioco la carta dell’esoterismo. Estraggo dal portafogli il santino di San Cannavacciuolo da Napoli e lo prego di dare uno scappellotto (metaforico eh… altrimenti i professori sopraccitati s’incazzano) per far rinsavire i miei figli. Non succede niente.
Allora comincio a parlare male l’italiano e a sbagliare i congiuntivi (potrebbe sembrare Di Maio ma non lo è), facendo l’accento americano, come farebbe Joe Bastianich, per imbrogliare i bambini e convincerli a mangiare italiano. Non serve a niente.
Faccio la faccia truce quando sono contento e sorrido quando sono incazzato, come farebbe Cracco, per confonderli, intimorirli e minacciarli di finire tutto quello che hanno sul piatto. Non ci cascano.
 
Prima di arrendermi definitivamente, faccio l’ultimo tentativo con un piatto che qualche settimana fa aveva incredibilmente funzionato.
— Piadina?
Vedo mio figlio esitare in cerca di un corrispettivo svedese che possa insultare il piatto italiano e così io lo incalzo prima che lui mi anticipi.
— Con crudo di San Daniele?
— Bleah!
Va beh, ho esagerato.
— Con cotto di Parma?
— Hm…
È il momento d’insistere.
— E con stracchino?
— Mah…
— Scherzavo: facciamo con la mozzarella invece?
— Fammi pensare…
Ci siamo quasi. Manca solo il tocco finale.
— Con un filo di cacca di tuo fratello?
Lui mi guarda e sgrana gli occhi. Poi urla.
— Sììììììì! Skitgott!*
 
Bene. E anche oggi i bambini non moriranno di fame.
 
* Skitgott, letteralmente “merdosamente buono”, è un ossimoro svedese che esprime gradimento per quello che si è appena mangiato. Sapevatelo!

Nessun commento:

Posta un commento