NELLE
PRECEDENTI PUNTATE. Mario Maccheroni della Sanit bacia per vendetta Franz
Schneider della Sanide dopo aver saputo del rapporto sessuale che lui ha avuto
con sua sorella, Maria Maccheroni. Thilde Krauten, moglie di Franz, vede il
bacio e decide di attuare un’altra vendetta proponendo ad Andrea, primogenito
di Giuseppe Maccheroni, di passare alla Sanide. Riaccompagnato a casa da
Thilde, Andrea non trova suo padre ad attenderlo perché Giuseppe… [Ha vinto la
scelta C]
Giuseppe
Maccheroni esce dalla sede della Sanit, la sua ditta di sanitari, in Kungsgatan
2 a
Stoccolma quando ormai è sera tardi. La giornata lavorativa è stata poco
produttiva e frustrante: non è riuscito a farsi venire nessuna buona idea per
un nuovo progetto che possa contrastare la ditta rivale Sanide della famiglia
Krauten. Mentre cammina verso casa, che dista qualche centinaio di metri dal
lavoro, passa vicino allo Spy bar. «Un bicchiere ci starebbe bene!» Pensa
soffermandosi davanti alla vetrata. Rimane fermo per qualche secondo ponderando
la scelta, ma va oltre perché è tardi e deve tornare a casa. Dopo qualche
passo, però, ci ripensa e torna indietro. È un bel bar, di classe, come tutti
quelli del quartiere a Stureplan d’altronde, e la gente sembra divertirsi. «Ma
sì! Che vuoi che sia ritardare di qualche minuto per farsi un bicchierino al
bar?» Pensa ancora Giuseppe, poi aggiunge qualcosa, detto sottovoce tra sé e sé,
mentre entra nel bar.
«Mi
berrò solo un whisky e poi me ne vado.»
Un’ora
dopo, al quinto whisky, Giuseppe comincia a essere molto instabile sullo
sgabello del bancone, dove è stato seduto per tutto il tempo, immerso nei
propri pensieri: strategie di mercato e progetti futuri per la Sanit e
concorrenza spietata con la Sanide.
«Bevo
l’ultimo e poi vado.» Dice al barista ordinando un altro whisky.
Dopo
aver bevuto altri cinque bicchieri e aver raccontato la storia della sua vita e
della sua azienda a un paio di ragazzotti troppo ubriachi e troppo
disinteressanti per seguire il suo racconto, Giuseppe comincia a vederci male.
Il bancone traballa, le luci del locale gli danno fastidio, tutto pare girargli
attorno e gli sembra di avere due bicchieri in mano. Si stropiccia gli occhi e
sposta lo sguardo verso l’altro lato del bancone, dove siede un signore anziano
dall’aria conosciuta. Sembra la versione invecchiata di qualcuno a lui noto, di
già visto. Nonostante l’ebbrezza Giuseppe riesce a concentrare l’attenzione sul
suo volto, ma non riesce a identificarlo e resta con quella sensazione di
“punta della lingua”. Mentre Giuseppe lo sta fissando, il vecchietto dalla
barba lunga si alza e se ne va. Giuseppe resta con l’immagine di quel volto
impressa nella mente e cerca di scorrere nella memoria tutti i volti di persone
che ha conosciuto come se fosse un computer dell’FBI alla ricerca della
corrispondenza perfetta nella sua banca dati. Chi è quel signore anziano? Un
vecchio amico? Un amico vecchio? Una persona famosa vista in televisione? Un
vicino visto per strada? Un cliente? Un fornitore? L’alcool non aiuta la
memoria di Giuseppe che ben presto rinuncia alla ricerca. Giuseppe viene anche
distratto da un altro evento: in un angolo del bar ci sono due uomini che si
baciano. Giuseppe ne è istintivamente schifato. «Che scandalo!» Questo sembra
dire la sua espressione facciale. «Non possono andarsene a casa loro? Non si
vergognano?». Guardandoli bene, anche uno dei due sembra una persona
conosciuta. Ormai è un’ossessione per Giuseppe. Uno dei due sembra addirittura
suo fratello Mario. «Impossibile!» Il whisky gli sta facendo davvero dei brutti
scherzi. «Non può essere: Mario è sposato ed è un membro dei Maccheroni, quindi
non potrebbe mai essere così depravato. Ho bevuto troppo, è meglio andarsene.»
Giuseppe paga al barman e quando si gira nuovamente verso l’angolo incriminato,
i due uomini non ci sono più. «Bah, forse me lo sono immaginato!». Giuseppe si
trascina verso l’uscita e poi verso casa. Ci mette un bel po’ a inserire le chiavi
di casa nella serratura facendo molto rumore e svegliando sua moglie Teresa e
suo figlio Andrea. Dopo cinque minuti di tentativi da parte di Giuseppe, Teresa
decide di aprire la porta e affronta subito suo marito.
«Ti
sembra l’ora di tornare?»
L’ultima
cosa di cui Giuseppe avrebbe voglia in quel momento è una discussione.
«Oggi
ho lavorato fino a notte fonda. Non sono nello spirito adatto per discutere…»
Teresa
lo annusa e capisce subito che Giuseppe mente. «Certo, so io di quale spirito
sei adatto tu… quello da bar. Ma questa sera non te la caverai tanto
facilmente. Questo pomeriggio ti ho scritto un messaggio e ti ho chiamato più
volte per ricordarti di andare a prendere tuo figlio in ospedale, perché non ci
sei andato?
Giuseppe
si accorge solo ora della dimenticanza, ma ostenta sicurezza.
«Beh,
però è arrivato a casa sano e salvo! Eccolo qua il nostro eroe.»
Giuseppe
prova a dare una pacca sulle spalle a suo figlio Andrea, ma lui si ritrae.
Giuseppe la prende male.
«Hey,
che ti prende? È così che si tratta il tuo vecchio? Va bene, mi sono
dimenticato di venirti a prendere, ma non è certo per colpa mia se quel
maledetto cellulare decide di non suonare quando dovrebbe.»
Andrea
è innervosito dall’atteggiamento del padre e torna a letto.
«Dove
vai? Finiamo il discorso...»
Andrea
non replica, ma interviene Teresa.
«Non
alzare la voce che svegli anche gli altri!» Andrea intanto se n’è andato in
camera sua, ma è comunque abbastanza vicino per riuscire a sentire quello che
dice Giuseppe.
«…scappa
sempre: il solito vigliacco.»
«Non
ti permettere di parlare così di tuo figlio, sai!»
«Non
rompere… Andrea non affronta mai niente.» Ora Giuseppe straparla in preda
all’alcool. «Non ha finito gli studi, non ha una ragazza, non ha un hobby… e
poi non s’interessa abbastanza della ditta. Per esempio, a essere onesti, in
questi ultimi giorni non ha fatto un granché!»
«Forse
perché era in coma…»
«Ecco,
vedi. Un’altra delle sue solite scuse… assurdo!» Teresa è allibita, ma Giuseppe
continua. «Andrea deve cominciare a tirar fuori le palle… ah, se ci fosse
ancora mio padre Mario. Lui sì che saprebbe come raddrizzare il ragazzo!»
Andrea
ha ascoltato tutto ed è fortemente amareggiato. Ripensa alla proposta di Thilde
Krauten e ha preso una decisione.
A.
Andrea passa alla Sanide dei Krauten con lo pseudonimo di Andreas Falukorv, non
si fa più vedere in pubblico e alla sua famiglia mente dicendo che va
all’estero per completare gli studi.
B.
Andrea vorrebbe andarsene ma non vuole affrontare il conseguente conflitto e
resta alla Sanit ma cerca di sabotarla dall’interno per vendetta verso il padre.
C.
Andrea manda tutti a quel paese, si trasferisce a Parigi e diventa pittore a
tutti gli effetti vivendo da moderno bohémien on the road.
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