Oggi vi propongo un estratto dal mio libro “I casi del commissario Grammatikus”, un giallo comico diviso in sei racconti. Vi presento il terzo e ultimo estratto dal primo caso: “Nominativo”.
Nominativo – parte 3
Mezz’ora dopo sono tutti in piazza.
Tutti si guardano perplessi: prete, casalinga e parrucchiera sono seduti,
mentre il barista è in piedi. Grammatikus è stizzito.
— Avevo detto che tutti avevano dovuto sedersi sulla panchina.
— Ma commissario, — il barista si
giustifica — non c’era spazio per tutti. La panchina è troppo corta.
— Mi sembra di sentire le lamentele di
un allenatore di calcio… va bene, non importa. Andremo avanti lo stesso. — fa
una pausa scenica per aumentare la tensione — Siete tutti qui perché siete
sospettati di aver spedito in stato catatonico Marcello de Vultris con una
serie di insinuazioni e insulti basati unicamente sul nome di famiglia che
porta e non sulla sua persona. — il pubblico protesta mugugnando — All’inizio
io e la mia assistente Veronika Sapientini pensavamo che era colpa di tutto il paese… e non avevamo tutti i torti, perché
siete tutti colpevoli per le dicerie a carico del de Vultris, ma poi alcuni
indizi e alcune testimonianze ci hanno fatto pensare che ci sarebbe stato qualcuno in particolare
dietro una reazione così violenta da indurre il de Vultris in uno stato
catatonico… e dunque eccovi qua. — Veronika passa il blocco degli appunti al
commissario — Ai piedi della vittima, abbiamo trovato un rosario con le
iniziali “D.N.” che ci ha fatto subito pensare al qui presente don Nando. Nella
nebbia di ingiurie dove abbiamo trovato la vittima c’era un forte odore di
caffè: come non pensare al bar del paese, vero signor Donato?
— Ma tutti bevono caffè!
— Giusta osservazione, signor Donato.
Infatti la terremo in considerazione. Inoltre la vittima aveva una macchia
rossa sulla camicia, che poteva essere di vino o di sugo, ma le analisi hanno
confermato essere salsa di pomodoro… come quella che lei signora Donatella
stava facendo bollire in pentola. — il commissario alza subito la voce come per
sovrapporsi a quella della donna — Tutti sanno cucinare una pasta al pomodoro…
era questo che stava per dire, vero signora? — la casalinga non dice nulla —
Poi scopriamo che don Nando ha perso il suo rosario, il che lo pone in cima
alla lista dei sospettati, ma non fuma, il che lo scagiona parzialmente,
considerato che ci sono dei mozziconi di sigaretta sul corpo di de Vultris.
Mozziconi che potrebbe aver messo lui stesso per sviare le indagini. Infine le
tasche della vittime erano piene di briciole di pane e penso di nuovo al
barista; de Vultris aveva i capelli tagliati da poco e penso alla parrucchiera;
c’era una ciocca di capelli lunghi castani e ricci, che mi fa pensare
nuovamente alla casalinga e alla parrucchiera, escludendo il barista… non,
però, se consideriamo che i due hanno una tresca amorosa!
— Devota! — la voce di don Nando
interrompe le grida di stupore — Mi meraviglio di una devota come te!
— Lo so, mi spiace, don, ma la carne è
debole! — la parrucchiera è in lacrime, mentre il barista sorride compiaciuto
di se stesso — Quanti atti di dolore fanno?
— Non è ancora tempo di confessioni… —
il commissario riprende il discorso — Quindi, siete di nuovo tutti in corsa.
Poco fa, però, ho ricevuto un’informazione molto interessante dalla domestica
di don Nando. — tutti tendono le orecchie — Ricordate il rosario smarrito dal
prete? Bene, non è stato perso. È stato prestato: dalla perpetua Perpetua a
chi? Donato a Donato, a Donatella, oppure alla devota Devota?
La tensione è allo spasimo e
Grammatikus dà il colpo di grazia.
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del commissario Grammatikus” su Amazon, sia in formato e-book sia in
formato cartaceo.
Sì,
lo so, questo pezzo potrebbe tranquillamente stare nella rubrica
“Kissenefrega”… prendetelo come una sottocategoria letteraria!
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