giovedì 1 marzo 2018

SOUP OPERA – Un minestrone di emozioni: episodio 17

NELLE PRECEDENTI PUNTATE. Durante la festa aziendale della Sanide, Maria Maccheroni firma per sbaglio un progetto a contratto per la ditta rivale. Poco dopo Giuseppe Maccheroni arriva furioso alla festa perché Thilde Krauten gli ha rotto la finestra. Giuseppe sfascia tutto con una mazza da baseball e quando sta per colpire Thilde si blocca perché vede suo padre Mario senior, che credeva morto da anni. Nel momento degli abbracci giunge la polizia e arresta il vecchio Maccheroni. La moglie, Rosa Rosi, non riesce però a incontrarlo perché rimane bloccata in ascensore. Nel frattempo scoppia l’amore proibito tra Giorgia Maccheroni e Stefan Krauten. Stanno per essere scoperti ma… [Ha vinto la scelta A]

Martha Fischer sta ancora cercando nella stanza guardaroba. «Dofe è finito il mio ciuppotto?»
Nel frattempo suo marito Ralf Krauten sente ancora che Rosa Rosi sta chiedendo aiuto dall’ascensore. A fatica arriva nell’atrio spingendo le ruote della sua carrozzella. La moglie Martha non lo bada e continua a cercare nell’armadio. I due giovani Giorgia Maccheroni e Stefan Krauten si baciano travolti dalla passione, ignorando il resto del mondo. Ralf Krauten, ansimante, ha raggiunto la porta dell’ascensore. Prova a schiacciare il tasto ma non succede niente. Prova ancora ma il tasto è bloccato. Martha Fischer comincia a spostare tutto quello che trova nel guardaroba. I due giovani innamorati sono a solo tre giubbotti di distanza dall’essere scoperti. Le conseguenze sono imprevedibili, ma loro non se ne curano e si godono il loro amore proibito. Ralf prova ora a battere sulla porta a vetri. Basterebbe solo un capo da spostare dall’appendiabito e Martha vedrebbe Giorgia e Stefan. Nell’atrio Ralf schiaccia con tutte le sue forze il tasto dell’ascensore per sbloccarlo. Spinge con tutto il peso del corpo. Alla fine lo sblocca e l’ascensore riparte. Il contraccolpo lo spinge però all’indietro e la carrozzella comincia a indietreggiare. Martha ha scostato anche l’ultimo giubbotto e i giovani innamorati sono ora esposti. In quel momento però, gira lo sguardo per vedere cosa stia facendo suo marito Ralf. Lo vede scivolare via con la carrozzella verso le scale. Lascia tutto e corre a salvarlo. Intanto Rosa è arrivata al primo piano con l’ascensore. Ralf si avvicina sempre di più alle scale ma Martha è in ritardo. Le porte dell’ascensore si aprono e Rosa ne esce sana e salva. Si accorge subito della situazione di pericolo e corre anche lei a salvare Ralf. Le due donne corrono ma si scontrano. La carrozzella è ormai al limite delle scale. Nello scontro Rosa perde una scarpa che vola via finendo sotto la ruota della carrozzella di Ralf, bloccandone la corsa in bilico e in equilibrio instabile sul primo scalino della ripida scala. Per un secondo tutti trattengono il fiato, poi Martha si alza e porta fuori pericolo il marito.
«Devo andare da mio marito!» Rosa non vuole perdere tempo e se ne va scalza, mentre Giorgia e Stefan continuano a baciarsi.

Dopo un paio di giorni, Giorgia Maccheroni e Stefan Krauten escono dalla stanza guardaroba, probabilmente dopo aver stabilito il record della pomiciata ininterrotta più lunga del mondo.
In un’altra parte delle città, nel quartiere di Kungsholmen, i Maccheroni sono raccolti in visita al ritrovato membro della famiglia, Mario senior, che è in stato di fermo.
«Abbiamo aspettato anche troppo papà!» Giuseppe non ce la fa più.
«Giusto, caro, devi dirci cosa è successo.» Anche Rosa non sta nella pelle. «Questi giorni d’attesa sono stati difficilissimi.»
«Falsità ideologica e materiale ai danni dello stato svedese? Che significa?» l’altro figlio, Mario junior, chiede febbrilmente.
Mario senior tace per qualche secondo. «Sì, avete ragione. Ora vi spiego tutto.» Prima di ricominciare inspira profondamente. «Non è facile per me spiegare tutto questo. Ho già raccontato tutto alle autorità svedesi, ma sapevo che la parte più difficile sarebbe stata questa qui, davanti a voi. Da dove posso cominciare? Hm, vediamo. Sì, dal trasferimento della Sanit dalla Germania alla Svezia. Come sapete quel trasferimento fu necessario, anche se poi si rivelò un mezzo fallimento: eravamo convinti di poter esportare il bidet anche in Scandinavia, ma non ce l’abbiamo fatta. Questo ha comportato spese enormi per tornare in pari col bilancio e molto lavoro da parte nostra. Non è bastato però. Infatti fui costretto a chiedere prestiti esosi, non solo alle banche… ma anche a disonesti usurai. Perdonami Rosa, questo non te l’ho mai detto.» Tutti lo guardano in silenzio e a bocca aperta. «Le rate da pagare e i debiti da sanare crescevano di giorno in giorno e ben presto furono insostenibili. C’era ormai solo una cosa da fare. Una cosa difficilissima e molto dolorosa per tutti, ma necessaria.» Mario fa una pausa e guarda fisso negli occhi ognuno dei membri della famiglia. «Fuggire. Fingere la mia morte e scappare.» Mario piange. «È stata una scelta atroce da fare. Può sembrare una decisione egoista, ma l’ho fatto per salvare voi. Se gli usurai fossero arrivati a voi, non solo io, ma tutta la famiglia sarebbe stata distrutta. Capite?» Tutti lo guardano allibiti e non trovano le parole. «L’occasione migliore si presentò il giorno della gita in barca. Sarei dovuto andare con Giuseppe, ma tu ti ammalasti. Così ci andai da solo e simulai il naufragio. Che giorno terribile quando ho dovuto salutare i miei amati figli… la luce dei miei occhi. Giuseppe era già pronto per prendere in mano l’azienda. Questo mi rassicurò, ma fu difficile lo stesso. Maria era l’unica figlia che avevo e non potevo più proteggerla. E poi Claudio, oh il piccolo Claudio… questo era il tuo nome prima che io fossi “morto”, lo sapevi, vero?»
«Sì, lo so, papà…» Mario junior, che fu Claudio, annuisce in lacrime, poi chiede. «Ma dove sei stato tutti questi anni? E perché sei tornato solo ora?»
«Sono stato in Finlandia… tanto chi sarebbe mai andato a cercarmi là? Sarei stato al sicuro! Sono tornato ora perché non ce la facevo più a stare lontano da voi… inoltre non sopportavo più tutte quelle saune e quella lingua impossibile!»
Tutti annuiscono. Poi Giuseppe prende la parola. «Ma chi ti aiutato in tutto questo?»
«Nessuno. Ho fatto tutto da solo.» Mario senior mente, ma nessuno se ne accorge. «Ma venite qui ora. Abbracciatemi. Ho aspettato tanto per quest’abbraccio collettivo della mia famiglia... ma un momento? Manca qualcuno!»
«Sì, i tuoi nipoti: Andrea è partito per andare a studiare in Italia, Giorgia è sempre in giro ed Edoardo è andato a togliersi il gesso al braccio.»
«Ah… ma manca anche Maria. Dov’è?»
Solo in quel momento gli altri si accorgono dell’assenza di Maria, che arriva un secondo dopo, tenendo in mano un panino.
«Mi sono persa qualcosa? Non trovavo più la strada tornando dalla caffetteria della polizia qui dietro l’angolo…»
Subito dopo vomita la metà del panino che aveva già mangiato.

A. Il vomito finisce addosso al commissario grassottello che s’indigna e sbatte dentro anche Maria.

B. Maria vomita un altro paio di volte perché è incinta, ma finge di avere un’intossicazione alimentare.

C. Edoardo Maccheroni arriva dall’ortopedia, scivola sul vomito e si rompe l’altro braccio.

Avete una settimana di tempo per votare una delle tre alternative con un commento alla fine di questo episodio sul blog, su Facebook, oppure scrivendomi su Twitter (@robriva82). Vi basterà scrivere “A”, “B” o “C” per votare.

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