È
notte. Fuori fa freddo. Fulmini squarciano il cielo. I lampi illuminano la
città e i tuoni spaccano i timpani. La pioggia cade fitta e bagna le coscienze
della gente. A parte il temporale tutto tace.
Quattro
persone sono sedute a un tavolo rotondo e si osservano in silenzio, illuminate
solo da quattro lumini. Sono persone tra di loro molto diverse: una donna di
cinquantacinque anni, paffuta e dai vestiti sciatti; un uomo di trentadue anni,
baffuto e occhiali da nerd; una donna di venticinque anni, attraente e in abito
da sera attillato; un uomo di sessantanove anni, orgoglioso e in vestito
elegante. Quattro persone diverse ma con qualcosa in comune: sono italiani. Che
cosa ci fanno in quella casa, seduti a quel tavolo, in mezzo alla tempesta,
quando manca un minuto alla mezzanotte? Se lo stanno chiedendo anche loro e
intanto si osservano in silenzio. La lancetta dei minuti arriva sul dodici e
una vecchia pendola a muro rintocca la mezzanotte. È giunta l’ora. Dal fondo
sala si spalanca una porta e ne esce una donna bassa dagli abiti larghi e
sgargianti, tutta adornata da anelli e collane. Porta con sé un lumino e una
tavoletta di legno. La signora paffuta sussulta al suo ingresso, mentre gli
altri fingono indifferenza. La donna appena arrivata appoggia la tavoletta al
centro del tavolo e il lumino in corrispondenza del suo posto, poi si siede.
Non dice niente e, a gesti, invita i quattro personaggi a posare delicatamente
le dita sulla planchette e si concentra con un mugugno a labbra strette da far
rizzare i peli delle braccia a tutti i presenti. La planchette si sposta sulla
scritta “hello”: lo spirito ha salutato i presenti. Il ragazzo baffuto
trattiene il fiato. Benvenuto, esclama la medium. Tutti gli altri fanno un
cenno col capo per essere accondiscendenti con lo spirito. Dicci chi sei,
continua la medium. La planchette si sposta di nuovo: chef. È lo spirito di un
cuoco. A questo punto la medium rivolge lo sguardo ai quattro italiani per
invitarli a porre domande, ma lo spirito non aspetta e passa subito alle
risposte. La medium è sorpresa e gli ospiti incuriositi. Lentamente le dita
spostano la planchette sulla tavola Ouija e compongono delle frasi. La cucina
francese è meglio di quella italiana, è la prima sentenza dello spirito chef e l’incantevole
bocca della giovane ragazza si contorce in una smorfia di terrore. I vini
californiani sono i migliori del mondo, e il signore in giacca e cravatta inorridisce.
Una alla volta, le lettere compongono le parole e le parole compongono le frasi
che fanno calare il gelo nella stanza. Tutti si guardano impauriti. Il jamón serrano è
più saporito del San Daniele, lo spirito chef incalza e la donna paffuta
scuote la testa per il raccapriccio. Infine, la peggiore di tutte: l’ananas è perfetta
per la pizza, il ragazzo nerd sta per svenire. Qualcuno lo sostiene e, mentre
tutti credono di sentire una risata satanica in sottofondo, la medium fa
spostare le dita dei presenti sul “goodbye”: arrivederci. È il segnale per terminare
la seduta spiritica. Lo spirito chef però non ne vuole sapere. Ha infatti ancora
molte portate da servire ai suoi ospiti. La planchette riprende a muoversi,
questa volta da sola. Sta per comporre una nuova frase. I quattro italiani
cercano la fuga, ma le porte sono misteriosamente chiuse. La pasta… questa la
prima parte della terribile frase. Gli ospiti provano a sfondare le finestre ma
sono serrate e impossibili da aprire. La pasta… fa ingrassare! Noooo! Tutti
hanno letto l’orrida frase sulla tavoletta Ouija. Si sente di nuovo la risata satanica
di prima e le porte si sbloccano. Tutti scappano a casa. Non dimenticheranno
facilmente. Nessuno di loro sarà più quello di prima dopo questa serata.
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