Questa
ricetta è facilissima. Ormai è da molti anni che la faccio e viene da Dio. Mi
sorprendo ogni volta del risultato ma funziona benissimo. Fai un figurone con
gli ospiti.
Allora, prendi una manciata di sassolini da spargere per terra. Ci aggiungi delle foglie secch…
Ah, non avevate capito che non si trattava di una pizza?
Tranquilli, è un errore comune. Qui non si parla di cibo. Questa è più un’esperienza di vita che una ricetta culinaria. Ma dove eravamo rimasti?
Ah sì… aggiungete delle foglie secche rimaste dall’autunno. Anche bagnate da pioggerelle o acquazzoni improvvisi vanno bene lo stesso a dire il vero. Raccogliete dall’aria il polline di graminacee, pioppi, querce e faggi e mescolatelo con una buona dose di starnuti (quanto basta) e alcuni boccioli ancora verdi. Amalgamate per bene l’impasto creato e una volta che sembra arrivata l’estate, spruzzateci sopra un po’ di neve o nevischio. Potete anche abbondare con la neve alta se amate i gusti più forti.
Lasciate riposare per qualche giorno mentre osservate gli scoiattoli zampettare da un ramo all’altro, ascoltate gli uccellini cinguettare alle cinque di mattina perché c’è già la luce forte dell’alba e preparate i vestiti a cipolla che dovrete usare durante la giornata.
Adesso scaldate l’impasto a venti gradi e subito dopo raffreddatelo a zero o meno tre. Poi portatelo a temperatura ambiente di dieci o dodici gradi. Ripetete quest’ultimo processo a giorni alterni e a volte, se necessario, a ore alterne. Quando non ne potete più, sappiate che non v’è certezza della fine della procedura e che a volte potrebbe richiedere altri trenta o sessanta giorni oppure addirittura fino a data da destinarsi.
Per ultimo, coprite con un velo di mal di testa da pressione barometrica, stanchezza, depressione stagionale e infilate tutto quanto nel mese di aprile.
Ecco pronta la prelibata ricetta della quattro stagioni alla svedese.
Buon appetito!
Allora, prendi una manciata di sassolini da spargere per terra. Ci aggiungi delle foglie secch…
Ah, non avevate capito che non si trattava di una pizza?
Tranquilli, è un errore comune. Qui non si parla di cibo. Questa è più un’esperienza di vita che una ricetta culinaria. Ma dove eravamo rimasti?
Ah sì… aggiungete delle foglie secche rimaste dall’autunno. Anche bagnate da pioggerelle o acquazzoni improvvisi vanno bene lo stesso a dire il vero. Raccogliete dall’aria il polline di graminacee, pioppi, querce e faggi e mescolatelo con una buona dose di starnuti (quanto basta) e alcuni boccioli ancora verdi. Amalgamate per bene l’impasto creato e una volta che sembra arrivata l’estate, spruzzateci sopra un po’ di neve o nevischio. Potete anche abbondare con la neve alta se amate i gusti più forti.
Lasciate riposare per qualche giorno mentre osservate gli scoiattoli zampettare da un ramo all’altro, ascoltate gli uccellini cinguettare alle cinque di mattina perché c’è già la luce forte dell’alba e preparate i vestiti a cipolla che dovrete usare durante la giornata.
Adesso scaldate l’impasto a venti gradi e subito dopo raffreddatelo a zero o meno tre. Poi portatelo a temperatura ambiente di dieci o dodici gradi. Ripetete quest’ultimo processo a giorni alterni e a volte, se necessario, a ore alterne. Quando non ne potete più, sappiate che non v’è certezza della fine della procedura e che a volte potrebbe richiedere altri trenta o sessanta giorni oppure addirittura fino a data da destinarsi.
Per ultimo, coprite con un velo di mal di testa da pressione barometrica, stanchezza, depressione stagionale e infilate tutto quanto nel mese di aprile.
Ecco pronta la prelibata ricetta della quattro stagioni alla svedese.
Buon appetito!
E voi direte: e chi se ne frega di questa ricetta? Beh, non prendetevela con me, non è colpa mia... io vi avevo avvisati: rileggete il titolo della rubrica, per piacere!
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