giovedì 10 marzo 2022

KISSENEFREGA – La torta del bambino

Oggi, cari bambini, sul vostro canale preferito di cucina “Giallo Lillipuziano”, vi propongo una torta molto sfiziosa da gustare da soli o in compagnia. Appena arrivate al parco giochi con i vostri genitori, prendete il primo contenitore abbandonato per terra vicino alla sabbia (per esempio un secchiello crepato, una pentola rotta e senza manico, una scatoletta di plastica sporca che neanche un tossico toccherebbe) e metteteci dentro 400 grammi di sabbia. Poi aggiungete con una paletta che avete rubato a vostro fratello o sorella 200 millilitri di acqua piovana (preferibilmente putrida e piena di moscerini), quanto basta di aghi di pino (o foglie di qualsiasi pianta di stagione che vi capiti tra le mani) e 50 grammi di sassetti irregolari. Mescolate con un bastoncino che custodite gelosamente da almeno un’ora (neanche fosse fatto d’oro) fino a ottenere un impasto omogeneo che possa sporcare il più possibile voi e tutta la vostra famiglia. Osservate impotenti la rottura del bastoncino sopraccitato mentre date l’ultima superflua mescolata. Arrabbiatevi irragionevolmente con la bambina che gioca vicino a voi, anche se lei è completamente innocente. Cambiate di nuovo umore all’improvviso. Trovate una scatola di cartone (probabilmente pisciata da un gatto) all’angolo del parchetto e fingete che sia un forno di nuovissima generazione. Offendete e colpite con un rastrelletto chiunque osi contraddirvi (soprattutto il papà). Riponete il contenitore con l’impasto all’interno della scatola e lasciatelo nel ripiano (inclinato) a 60 gradi per 20 secondi. Togliete il forno dal contenitore (sì, sì, avete capito bene… se vi sembra impossibile, fatevi un ripasso di fisica infantile e poi ne riparliamo). Lasciate a temperatura ambiente per un paio di secondi. Prendete un setaccio e spolverate sopra giusto un po’ di sabbia secca (tipo fino a coprire il contenitore perché vi siete ovviamente fatti prendere la mano). Fate riposare all’ombra per 10 secondi e poi servite immediatamente in faccia al papà. Obbligate il papà a dire che è buona e che si sentiva chiaramente il gusto del cioccolato (cioccolato? Aspettate un attimo, siete proprio sicuri che fosse cioccolata quella cosa marrone nell’impasto? Eppure avevo visto passare un cane da quella parte poco fa). Mangiate il resto della torta con soddisfazione prima che il papà riesca a fermarvi (tanto è occupato a togliersi la sabbia dagli occhi e dai vestiti). Ripetete la procedura, venti o trenta volte (o almeno fino allo sfinimento psico-emotivo del papà). Infine cambiate improvvisamente interesse e andate a saltare a piedi pari con le scarpe di tela nuove di zecca sulle pozzanghere di fango.
 
E voi direte: e chi se ne frega di questa ricetta? Beh, non prendetevela con me, non è colpa mia… io vi avevo avvisati: rileggete il titolo della rubrica, per piacere!

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