È
notte. Fuori fa freddo. Fulmini squarciano il cielo. I lampi illuminano la
città e i tuoni spaccano i timpani. La pioggia cade fitta e bagna le coscienze
della gente. A parte il temporale tutto tace.
Un
uomo baffuto, in canottiera bianca sporca di sugo e sigaretta in bocca è seduto
comodamente davanti alla televisione. Distende comodamente le gambe sul pouf,
appoggia abilmente la birra tra i rotoli della pancia e sbocconcella una bella
fetta di pizza. Telecomando e posacenere sono a portata di mano. La moglie è
fuori con le amiche. Tutto è perfetto per la sua serata. Oggi c’è la partita
dell’Italia in tivù. Ci sono gli ottavi di finale contro il Brasile… sì, sempre
loro, quelli che ci battono sempre o quasi sempre. Questa volta però non
perderemo. L’uomo ne è convinto… e invece perdiamo: 3-0, senza storia! «Nooo!» L’uomo
paffuto si risveglia sul divano in un bagno di sudore. Per fortuna era solo un
sogno. In realtà il giorno precedente abbiamo battuto il Suriname ai rigori (ce
ne sono voluti dodici… Baggio ha sbagliato il primo ma ha segnato il secondo
decisivo) e stasera siamo ai quarti contro la Francia. Quanti ricordi… ricordi
di vittorie esaltanti ma soprattutto di cocenti sconfitte. Oggi però è un altro
giorno e questa una nuova partita. L’uomo in canottiera bianca sporca di sugo
lo sa bene questo. Vinciamo infatti uno a zero con un gioco da calcio
champagne. Siamo ormai nell’ultimo dei tre minuti di recupero ma i francesi ci
fanno due gol nel quarto minuto di recupero che era stato aggiunto perché
Materazzi ha perso troppo tempo fingendo un infortunio al petto. Abbiamo perso.
«Nooo!» L’uomo grassottello si risveglia sul divano in un bagno di sudore. Per
fortuna era solo un sogno. In realtà il giorno precedente abbiamo vinto contro l’Andorra
con un gol in fuorigioco viziato da un fallo enorme non visto dall’arbitro.
Siamo dunque in semifinale. Stasera ci tocca l’Argentina. Ci brucia ancora
quella sconfitta in casa nel mondiale del ’90. È tempo di vendetta! L’uomo appoggia
il pezzo di pizza e si gratta le palle per scaramanzia. No, la vendetta è
posticipata: l’Argentina ci batte con due gol di scarto… entrambi di mano. «Nooo!»
L’uomo baffuto si risveglia sul divano in un bagno di sudore. Per fortuna era
solo un sogno. In realtà il giorno precedente abbiamo sconfitto le Cayman a
tavolino e siamo in finale della coppa del Mondo contro l’odiatissima Germania.
La battiamo sempre… quasi sempre (e qui parte un’altra toccatina). Ai tedeschi
rode sempre… quasi sempre? No, no, a loro rode proprio sempre. L’uomo se la
ride compiaciuto. Ora però basta chiacchiere e passiamo alla telecronaca della
partita. I tedeschi hanno fatto catenaccio per tutta la gara, mentre l’Italia
ha attaccato tutto il tempo. Abbiamo fallito un rigore, colpito due pali, una
traversa e ci sono stati tre salvataggi miracolosi sulla linea della porta
avversaria. Siamo ancora zero a zero anche dopo i tempi supplementari. Manca un
minuto alla fine. La prospettiva di un finale ai calci di rigore è sempre più
vicina. L’uomo ha già chiamato l’ambulanza e ha preparato il defibrillatore
accanto alle sigarette e alla birra in maniera precauzionale. Ora c’è un lancio
lungo della retroguardia crucca, i nostri difensori lisciano la palla che viene
agguantata da un attaccante avversario che s’invola in aria. A tu per tu col
portiere si butta a pesce e invoca un rigore assolutamente inesistente. Si sente
il fischio dell’arbitro. Deve essere sicuramente ammonizione per simulazione,
pensa l’uomo ormai alticcio e satollo. L’arbitro invece concede incredibilmente
la punizione estrema dagli undici metri. Il portiere è espulso. L’Italia ha
terminato i cambi e in porta ci va l’allenatore anzianotto. L’attaccante della
Germania va sul dischetto. Prende una lunga rincorsa con passetti piccoli a mo’
di papera e parte col suo tiro… a cucchiaio che beffa l’improvvisato portiere
italiano. La partita finisce lì: la Germania è campione del mondo… campione del
mondo… campione del mondo! Impietrito, seduto sul divano l’uomo urla disperato:
«Nooo!» L’uomo affannato si risveglia sul divano in un bagno di sudore. Per
fortuna era solo un sogno. In realtà non è il giorno della finale. Va tutto
bene: l’Italia è come sempre in preda allo sbando politico e culturale, alla
corruzione in ogni settore professionale, alla squallida polarizzazione dell’opinione
pubblica, ai beceri populismi e perbenismi da quattro soldi e ovviamente alla tanto
cara prostituzione televisiva legalizzata. L’uomo arrapato tira un sospiro di
sollievo: per fortuna è tutto come si aspettava e sperava. È tutto tranquillo e
sotto controllo. Oggi è un giorno bellissimo: iniziano i mondiali e subito dopo
l’uomo si godrà le meritate vacanze al mare. Oggi è il 14 giugno… 2018. Hm, aspetta
un momento… anno 2018? Oddio, quindi l’Italia non si è qualificata per questo mondiale!
«Nooo!»
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