C’era una volta una tigre di nome Mambù che si
aggirava annoiata per la foresta pluviale. La tigre conosceva ogni angolo della
sua area e ormai niente riusciva più ad attirare la sua attenzione. Quella
mattina però notò, con molta sorpresa, un piccolo cesto abbandonato ai piedi di
un grosso albero. Incuriosita e guardinga, Mambù si avvicinò al cesto un passo
alla volta. Scostando con la zampa i panni all'interno del cesto scoprì un neonato
umano. Il bambino era stato abbandonato in fasce qualche ora prima. Il bambino
dormiva pacifico e sembrava sorridere alla tigre nel sonno. Mambù si guardò
attorno stupita: chi avrà mai potuto abbandonare un essere così indifeso? Chi
hai mai potuto fare qualcosa di così cattivo? Essendo ora svestito, il bambino
fece una smorfia perché cominciava a sentire freddo. Mambù si avvicinò ancora
di più al cesto e col suo corpo e il suo alito tenne il bambino al caldo. Il
bambino era ancora accigliato e stava per piangere. Mambù allora cercò di
recuperare la situazione leccando il bambino sulla guancia. Il bambino si calmò
e la tigre Mambù si accorse che il bambino era veramente dolce. Ora il bimbo
sorrideva felice. Sembra molto tenero, pensò Mambù e in un paio di bocconi
sbranò il piccolo bambino in fasce.
Fine della storia: ora a letto, figliolo!
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