giovedì 14 luglio 2016

EPICA MODERNA - Le nuove creature mitologiche: lo psicologo

Lo psicologo vaga disperato per la città. È senza pace perché è prenda di una condanna assai bizzarra che solo chi ha intrapreso un cammino come il suo ne è a conoscenza. È avvilito perché non riesce a sentire i suoi pensieri. Proprio così: nonostante ci provi in ogni momento della giornata, non ce la fa. Da quando ha intrapreso i suoi studi, da quando ha messo piede nella facoltà di Psicologia della sua università, da quando ha rivelato a parenti e amici la sua scelta di vita, non è più in grado di raggiungere i suoi pensieri. Ogni volta che incontra un’altra persona per strada, è costretto, dal suo codice etico e professionale, a leggere nella mente dell’altro passante. È più forte di lui. Che il passante sia uomo o donna, vecchio o bambino, essere umano o altro animale, lo psicologo è deontologicamente costretto a leggere e interpretare i pensieri altrui. Lo psicologo può avere accesso ai propri pensieri solo davanti allo specchio... eh no, neanche in quest’occasione funziona perché il suo subconscio non è scemo e si accorge subito che si tratta di se stesso e quindi reagisce con un sofisticato meccanismo di difesa. Una via di fuga però c’è: lo psicologo può riuscire a sentirsi pensare in maniera indiretta. Questo succede quando due psicologi s’incontrano e, guardandosi intensamente negli occhi, possono leggere reciprocamente nella testa dell’altro. In seguito potranno scambiarsi le informazioni… ma potranno mai fidarsi l’uno dell’altro e instaurare una buona alleanza terapeutica? Eh, quant'è dura la vita dello psicologo!

Psyche: dea dell’anima.

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