Sono le dieci e cinquanta di sera.
La casa è avvolta nel silenzio e nella penombra. Sono seduto al tavolo della
cucina e sto facendo finta di scrivere qualcosa al computer. Con la coda
dell’occhio mi guardo attorno. I bambini sono a dormire da un bel pezzo, mia
moglie è andata da poco in camera ma sta già ronfando. È quell’atmosfera serale
che ho sempre amato, nella quale ho sempre trovato pace e ispirazione,
nonostante fossi stanco e preoccupato dalla prospettiva di passare un’altra
serata con poche ore di sonno alle spalle. Mi sento a mio agio e so quello che
sta per succedere ormai da qualche mese a questa parte. Sento un brivido che
mi percorre la schiena. So che non dovrei farlo ma allo stesso tempo vorrei
tanto. È un prurito irrefrenabile che parte dalla testa, passa per il petto,
arriva allo stomaco e forse anche più giù. Lei mi chiama. Non posso resisterle, anche se dobbiamo fare le cose di nascosto.
È un errore e me ne pentirò, ma in questo momento il sangue non circola bene
nel cervello. Sono ebbro al solo pensiero di essere di nuovo lì con lei.
Riesco a resistere ancora solo
qualche minuto mordicchiandomi le unghie, tamburellando con le dita e agitando
le gambe. Devo alzarmi, non ce la faccio più. Più i minuti passano e più le
immagini mentali di lei mi distraggono dal quello che sto facendo al computer e
mi lasciano solo un pensiero fisso in testa. Scosto la sedia con cautela e mi
metto in piedi.
Prima passeggio avanti e indietro per la sala da pranzo, indeciso sul da farsi, poi mi guardo allo specchio e parto deciso all’azione. Per sicurezza faccio una capatina nella cameretta dei miei figli. Entro nella penombra e li guardo dormire angelici. Mi chino e do loro un bacio sulla fronte e passo alla camera matrimoniale. Anche lì tutto sotto controllo. Sorrido e torno in salotto. Nessuno senso di colpa. Nessun rammarico o esitazione ora. In questo momento farei di tutto pur di averla. Lei sa che è solo questione di tempo prima che io ceda. Lei mi aspetta e io sono come accenderla.
Mi metto comodo sul divano e sistemo un cuscino dietro la schiena. Lei suona e io la vedo arrivare. Mi fa attendere qualche secondo di troppo che mi sembra un’eternità mentre ardo dalla passione di farla mia. Io so però toccare i tasti giusti, l’afferro con due mani e con le dita percorro la superficie liscia della sua figura slanciata. Alla fine lei è pronta. Non aspettavo altro. A entrambi piace giocare ma quando è il momento di fare sul serio non ci tiriamo indietro. A volte si scalda ma so che devo solo attendere qualche minuto prima di ricominciare e il piacere è garantito.
Guardo l’orologio e ho un sussulto. È mezzanotte e mezza. Impreco e mi mordo le labbra. Porca miseria! Succede sempre così con lei. Il tempo vola e tutto il resto attorno a me sparisce e non ha più importanza. La mia famiglia, il lavoro che mi attende il giorno dopo e i miei hobby passano in secondo piano quando mi faccio assalire dalla sua inebriante dipendenza. È troppo piacevole tenerla stretta a me e coccolarla. Certo, ogni tanto mi fa arrabbiare, ma basta una sua carezza e tutto passa. Dovrei staccarmi da lei ma non posso. Ho bisogno di starci ancora un po’ assieme. I minuti si accumulano e passa un’altra mezz’ora. Maledizione! Mia moglie potrebbe accorgersi della mia assenza prolungata e beccarmi. Mi convinco che alla fine ne valga comunque la pena e tiro avanti altri cinque minuti. Ho gli occhi stanchi e la testa pesante. Siamo oltre l’una di notte e finalmente decido di allontanarmi da lei.
Questa è l’ultima sera che staremo vicini. Me lo dico ogni volta. Poi di solito ci ricasco.
Il giorno dopo però resisto. E anche il giorno dopo. E quello dopo ancora. Un paio di volte l’ho guardata da lontano e il pensiero è ritornato spesso a lei durante le giornate, ma ho sempre resisto. In quest’ultime due settimane non l’ho toccata, nonostante le tentazioni. Ho capito che era sbagliato, che era una perdita di tempo e che non era corretto nei confronti di mia moglie e dei miei figli.
Ora è tutto passato, per fortuna. Sto meglio. Ora leggo un libro, parlo con mia moglie o gioco coi bambini ogni volta che mi viene voglia di lei. La mia vita è di nuovo sana e regolare. Non sono più assuefatto da lei. Ogni tanto è così: mi succede di perdermi in una dipendenza per settimane, mesi o anni. La scimmietta mi sale in testa e non scende più. Poi però mi passa e torno quello di prima. Anche quest’ultimo mese intenso di Xbox è passato e lei ormai non mi tenta più. Ne sono uscito libero. Non sono più in catene.
Ora però devo andare a controllare, per la terza volta nell’ultima ora, quali esercizi di teatro che vorrei preparare per il gruppo. Poi devo ripianificare la scaletta delle prove perché le ultime due versioni non mi avevano soddisfatto. Infine devo riscrivere il riassunto delle scene per essere più preparato quando reciteremo. La nuova stagione teatrale mi ha preso alla grande, ma è tutto sotto controllo.
È proprio vero: ne sono uscito. Non ho più nessuna dipendenza.
Prima passeggio avanti e indietro per la sala da pranzo, indeciso sul da farsi, poi mi guardo allo specchio e parto deciso all’azione. Per sicurezza faccio una capatina nella cameretta dei miei figli. Entro nella penombra e li guardo dormire angelici. Mi chino e do loro un bacio sulla fronte e passo alla camera matrimoniale. Anche lì tutto sotto controllo. Sorrido e torno in salotto. Nessuno senso di colpa. Nessun rammarico o esitazione ora. In questo momento farei di tutto pur di averla. Lei sa che è solo questione di tempo prima che io ceda. Lei mi aspetta e io sono come accenderla.
Mi metto comodo sul divano e sistemo un cuscino dietro la schiena. Lei suona e io la vedo arrivare. Mi fa attendere qualche secondo di troppo che mi sembra un’eternità mentre ardo dalla passione di farla mia. Io so però toccare i tasti giusti, l’afferro con due mani e con le dita percorro la superficie liscia della sua figura slanciata. Alla fine lei è pronta. Non aspettavo altro. A entrambi piace giocare ma quando è il momento di fare sul serio non ci tiriamo indietro. A volte si scalda ma so che devo solo attendere qualche minuto prima di ricominciare e il piacere è garantito.
Guardo l’orologio e ho un sussulto. È mezzanotte e mezza. Impreco e mi mordo le labbra. Porca miseria! Succede sempre così con lei. Il tempo vola e tutto il resto attorno a me sparisce e non ha più importanza. La mia famiglia, il lavoro che mi attende il giorno dopo e i miei hobby passano in secondo piano quando mi faccio assalire dalla sua inebriante dipendenza. È troppo piacevole tenerla stretta a me e coccolarla. Certo, ogni tanto mi fa arrabbiare, ma basta una sua carezza e tutto passa. Dovrei staccarmi da lei ma non posso. Ho bisogno di starci ancora un po’ assieme. I minuti si accumulano e passa un’altra mezz’ora. Maledizione! Mia moglie potrebbe accorgersi della mia assenza prolungata e beccarmi. Mi convinco che alla fine ne valga comunque la pena e tiro avanti altri cinque minuti. Ho gli occhi stanchi e la testa pesante. Siamo oltre l’una di notte e finalmente decido di allontanarmi da lei.
Questa è l’ultima sera che staremo vicini. Me lo dico ogni volta. Poi di solito ci ricasco.
Il giorno dopo però resisto. E anche il giorno dopo. E quello dopo ancora. Un paio di volte l’ho guardata da lontano e il pensiero è ritornato spesso a lei durante le giornate, ma ho sempre resisto. In quest’ultime due settimane non l’ho toccata, nonostante le tentazioni. Ho capito che era sbagliato, che era una perdita di tempo e che non era corretto nei confronti di mia moglie e dei miei figli.
Ora è tutto passato, per fortuna. Sto meglio. Ora leggo un libro, parlo con mia moglie o gioco coi bambini ogni volta che mi viene voglia di lei. La mia vita è di nuovo sana e regolare. Non sono più assuefatto da lei. Ogni tanto è così: mi succede di perdermi in una dipendenza per settimane, mesi o anni. La scimmietta mi sale in testa e non scende più. Poi però mi passa e torno quello di prima. Anche quest’ultimo mese intenso di Xbox è passato e lei ormai non mi tenta più. Ne sono uscito libero. Non sono più in catene.
Ora però devo andare a controllare, per la terza volta nell’ultima ora, quali esercizi di teatro che vorrei preparare per il gruppo. Poi devo ripianificare la scaletta delle prove perché le ultime due versioni non mi avevano soddisfatto. Infine devo riscrivere il riassunto delle scene per essere più preparato quando reciteremo. La nuova stagione teatrale mi ha preso alla grande, ma è tutto sotto controllo.
È proprio vero: ne sono uscito. Non ho più nessuna dipendenza.
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