Io sono un bue.
A destra, a sinistra, avanti e indietro ne vedo tanti altri, almeno duecentoventidue.
Lavoro e sgobbo a testa bassa come un matto dalla mattina alla sera. Non so che ora o che giorno sia. Non mi trovo in un feudo mitteleuropeo dell’Alto Medioevo ma in Svezia nell’anno domini 2023. Eppure io continuo a tirare avanti il carro senza sosta. A volte è il mio, spesso quello degli altri. Avanti e indietro aro il mio campo e faccio il mio lavoro. Non mi fermo mai. Tanto fuori è sempre buio e freddo. Sono stanco, sono stufo e mi fanno male le spalle ma io non smetto di tracciare solchi sul terreno gelato e intanto sogno il caldo e l’ozio estivo sui grandi prati verdi svedesi.
Da gennaio a fine marzo ogni anno in Svezia è così che
funzionano le oxveckorna (oxe=bue, veckorna=settimane),
nelle quali uomini e donne si trasformano in buoi. O almeno così ho sempre
immaginato che fosse per me, i miei colleghi e i miei amici. Dopo il riposo dei
giorni di mezzo (personale e tolkeniana traduzione dei mellandagarna, i
giorni tra Santo Stefano e San Silvestro), gli eccessi alimentari natalizi e le
spese folli per i regali è il momento di lavorare, risparmiare e tornare alla
quotidianità. Una routine fatta di una serie interminabile di giorni lavorati
senza particolari feste o giorni rossi (eccetto per chi si prende sportlov
con i figli quando la scuola è chiusa per una settimana in febbraio). Un
trantran ininterrotto fatto di diete, strette norme alimentari e regolare
esercizio fisico per cercare di rientrare in forma per la prova costume. Bisogna
però fare i conti con le mandrie di buoi che si ammassano in gennaio in
palestra e che non lasciano posti liberi. Mandrie che poi si rifugiano nelle
stalle già a metà febbraio dopo le prime faticose pascolate, dimenticando i
buoni propositi di Capodanno.
Dopo Pasqua arriva la primavera e per fortuna da lì in poi
sarà tutto in discesa fino alle vacanze estive. Infatti, un paese secolarizzato
come la Svezia, dove la percentuale di atei è molto elevata, si trasforma magicamente
in fervente cristiano e festeggia qualsiasi ricorrenza religiosa le possa
regalare giorni di ferie per godersi le giornate più miti. E allora via con giorno
rosso il Venerdì Santo e via col ponte lungo da giovedì a domenica durante l’Ascensione…
e pensare che questi giorni non sono festivi neanche in Italia. Poi non si può ovviamente
dimenticare i classici cavalli di battaglia del primo maggio e del 6 giugno, festa
nazionale svedese. In breve tempo, dunque, la primavera diventa un formaggio
gruviera, tanto bucherellato quanto amato e tutti questi giorni festivi
spezzettano le settimane lavorative facendo prender fiato ai buoi finché si arriva
al tanto atteso Midsommar, la festa di mezz’estate di giugno. Infine a
luglio si spezzano anche le catene dei buoi e liberi tutti… fino ad agosto,
quando iniziano le nuove oxveckorna autunnali che si protraggono fino a
Natale e completano il ciclo.
Ora però basta sognare, siamo solo in febbraio. Una frustatina
mentale mi colpisce sul sedere e io torno a lavorare a testa bassa come un mulo…
hm, un momento, ma non ero un bue?
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Ecco il link all’articolo su Il lavoratore:
https://italienaren.org/settimane-e-buoi-dei-paesi-tuoi/
A destra, a sinistra, avanti e indietro ne vedo tanti altri, almeno duecentoventidue.
Lavoro e sgobbo a testa bassa come un matto dalla mattina alla sera. Non so che ora o che giorno sia. Non mi trovo in un feudo mitteleuropeo dell’Alto Medioevo ma in Svezia nell’anno domini 2023. Eppure io continuo a tirare avanti il carro senza sosta. A volte è il mio, spesso quello degli altri. Avanti e indietro aro il mio campo e faccio il mio lavoro. Non mi fermo mai. Tanto fuori è sempre buio e freddo. Sono stanco, sono stufo e mi fanno male le spalle ma io non smetto di tracciare solchi sul terreno gelato e intanto sogno il caldo e l’ozio estivo sui grandi prati verdi svedesi.
Ecco il link all’articolo su Il lavoratore:
https://italienaren.org/settimane-e-buoi-dei-paesi-tuoi/
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