venerdì 19 agosto 2022

RACCONTI – I corti (1)

Certe mattine è proprio dura andare al lavoro. Non c’è niente da fare. Hai il mondo davanti agli occhi, ma tu vedi solo un muro. È un muro invalicabile. Non lo puoi scavalcare. Non ci puoi camminare intorno. Non ci puoi passare attraverso. Il passaggio ti è precluso. Non importa quanto ti sforzi, quanto fatichi, quanto spingi, ma non puoi andare oltre.
Poi per fortuna qualcosa succede. Avviene ciò che speravi. Trovi il tuo spazio. Arriva il tuo momento.
Alcuni passeggeri scendono dal vagone e tu puoi finalmente prendere la metro. Le porte si richiudono e il treno riparte.

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Provo a seguire il filo, ma i miei pensieri vanno da un’altra parte.
Oggi sono troppo distratto per concentrarmi su questo. È un tale garbuglio e non riesco a venirne a capo. Di solito ascoltare della musica o parlare con i miei cari mi aiuta ma oggi non ci riesco. Non posso proprio.
Più ci provo e più mi innervosisco. Non posso credere che mi succeda ogni volta. Provo sempre a mettere le cose a posto, ma poi le trascuri un po’, passa il tempo e “magicamente” te le ritrovi tutte aggrovigliate.
Sbuffo. Ho quasi perso la pazienza, ma alla fine tutto va per il verso giusto e la matassa si scioglie.
Ora le cuffiette sono finalmente libere dall’intrico e posso di nuovo ascoltare musica e chiamare a casa.
 
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Un deserto.
Crepe ovunque.
Tutto è arido e secco.
Sembra un luogo senza vita, abbandonato da Dio. Eppure qui ci sono io. Tutto questo è proprio davanti ai miei occhi. Non riesco ancora a capacitarmi di come sia potuto succedere. Una volta era liscio e soffice. Una volta era perfetto.
Poi è passato il vento, le stagioni sono trascorse inesorabili, è arrivato il freddo e tutto si è asciugato, si è essiccato, lasciando tutto duro e spigoloso. Fa male. Fa molto male.
C’è poco da piangere, però, quando si è la causa dei propri mali.
Ormai non resta molto da fare. Non posso fare altro che svuotare mezzo tubetto di crema su queste mani screpolate, ripetere l’operazione ogni giorno e col tempo dovrebbero tornare come prima.

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