Come sapete, quando non vesto i panni del supereroe
dietro la tastiera con i miei superpoteri che mi aiutano a scrivere delle
supercazzate per sconfiggere il mio super-io con un sacco di frasi super-flue,
quando sono un normalissimo Bruce Wayne, un qualsiasi Clark Kent o meglio
ancora un Deboroh La Roccia (per chi conosce il mitico fumetto Rat-man), io sono
uno psicologo. Come molti psicologi (e anche molti supereroi a dire il vero) la
mia deformazione professionale mi spinge a usare le tecniche e le conoscenze
acquisite durante gli studi e i molti anni d’esperienza, anche nella vita di
tutti i giorni (per esempio la famosissima e scientificamente provata “lettura
del pensiero”, già ampiamente trattata in un mio precedente pezzo). Così
mi ritrovo a mischiare, inconsciamente qualcuno direbbe, due scuole di pensiero
abbastanza contrastanti in Psicologia. Io sono di formazione cognitiva - comportamentale
e quindi lungi da me sposare le teorie psicodinamiche freudiane (potrei farlo
solo se avessero le tette grosse… hm, intendevo, solo se avessero evidenze
scientifiche della loro efficacia come lo è per le teorie cognitive - comportamentali,
scusate il lapsus), ma dai sogni che ho fatto nell’ultima settimana e la loro
possibile interpretazione ho buone ragioni per mescolare le due teorie. Ve lo spiego
con un esempio. Tra i miei hobby ho anche il teatro. Recitare è molto
divertente, è una sfida con se stessi e il pubblico, è uno sfogo creativo, ma
crea anche nervosismo e ansia da prestazione. Faccio teatro da più di dieci
anni e nelle settimane prima degli spettacoli ho spesso fatto sogni in cui mi
dimentico le battute: un vero incubo per un attore. Allo spettacolo di
quest’anno del gruppo teatrale italiano “Varför inte” (ART di Yasmina Reza, 29
e 30 marzo 2019, ore 19.30, Teaterstudio Lederman a Stoccolma – vedi foto) per
la prima volta non reciterò ma farò da aiuto regia. La cosa buffa, però, è che
ieri sera ho fatto un sogno condizionato. Che cos’è? È un misto tra teorie
psicodinamiche e cognitive - comportamentali: ho cioè sognato di dimenticarmi
le battute, anche se non andrò in scena. Come è successo? Ora ve lo spiego con
il condizionamento classico (o Pavloviano) applicato ai sogni. Seguitemi nel
ragionamento:
andare in scena (stimolo incondizionato) porta a
incubi di dimenticare le battute (riflesso incondizionato);
settimana prima di uno spettacolo per chi non è
attore (stimolo neutro) porta a nessun incubo (nessun riflesso);
settimana prima di uno spettacolo per chi non è
attore assieme ad andare in scena (stimolo neutro con stimolo
incondizionato) porta a incubi di dimenticare le battute (riflesso
incondizionato);
se quest’ultima condizione è ripetuta molte volte, porta
a…
settimana prima di uno spettacolo per chi non è
attore senza andare in scena (stimolo condizionato) porta a
incubi di dimenticare le battute (riflesso condizionato).
Semplice vero? Ecco, dunque, la mia interpretazione
dei sogni condizionati e nello stesso tempo vi ho dato anche un esempio di messaggio
subliminale della Psicologia della Percezione: andate a vedere ART del gruppo
teatrale “Varför inte”, se siete a Stoccolma questo fine settimana!