martedì 12 marzo 2019

KISSENEFREGA – Primi segni (di vecchiaia)

Eccoli là. Eccoli che mi aspettano, dopo aver scollinato la soglia dei trenta, trentacinque anni. Arrivano per tutti, quando meno te lo aspetti. Imperterriti. Inevitabili. Sono i temibilissimi primi segni della mia, della tua, della nostra vecchiaia. Ecco un breve e non esaustivo elenco dei miei.
Sono passato dal pregare di avere i primi peli della barba a scoprire i primi peli bianchi (plurale, sigh!) della barba… che taglio di nascosto.
Sono passato dall’uscire venerdì, sabato, domenica e pure durante la settimana a “filmino e coperta sul divano?”… pronunciato con un filo di voce per la stanchezza.
Sono passato dal ricordarmi tutto quello che leggo al non ricordarmi più perché sono entrato in questo blog e neanche perché… perché… che cosa stavo dicendo?
Sono passato dal cadere dagli alberi, sbattere la testa ovunque, rotolare in discesa sui prati ed essere indistruttibile all’avere acciacchi alle caviglie, ginocchia e spalle… semplicemente alzandomi dal divano.
Sono passato dal britpop dell’adolescenza e hard-rock/metal dei vent’anni a “Mah, ascolto un po’ di tutto” di adesso… cantando le canzoni di Gigi D’Alessio sotto la doccia (no, scherzo, non sono ancora un uomo morto).
Sono passato dal protestare per i rimproveri di mio padre al ripetere sempre le stesse cose, le stesse lamentele, i soliti rimproveri, ancora e ancora… proprio come faceva mio padre.
Sono passato dal dire (leggasi “mentire”) a voce alta di essere maggiorenne all’approssimare per difetto quando mi chiedono l’età… magari rinunciando alla festa di compleanno per pudore.
Sono passato dal protestare per i rimproveri di mio padre al ripetere sempre le stesse cose, le stesse lamentele, i soliti rimproveri, ancora e ancora… proprio come faceva mio padre.
Sono passato da ginnastica a scuola, calcio in cortile e allenamento di basket alla sera senza traccia di affaticamento (e di compiti fatti) a palestra una volta sola seguita da stanchezza cronica per un mese… con la consapevolezza di aver comunque fatto il mio compitino.
Sono passato da “attento che diventi cieco” dell’adolescenza all’essere diventato veramente quasi cieco quando cerco di guardare la tastiera per scrivere… anvhe se xhi ni vomosce sa cje jo sempte abuyo hli occjiaki.

E voi direte: e chi se ne frega dei tuoi primi segni di vecchiaia? Beh, non prendetevela con me, non è colpa mia… io vi avevo avvisati: rileggete il titolo della rubrica, per piacere!

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