Eccoli là. Eccoli che mi aspettano, dopo aver
scollinato la soglia dei trenta, trentacinque anni. Arrivano per tutti, quando
meno te lo aspetti. Imperterriti. Inevitabili. Sono i temibilissimi primi segni
della mia, della tua, della nostra vecchiaia. Ecco un breve e non esaustivo
elenco dei miei.
Sono passato dal pregare di avere i primi peli
della barba a scoprire i primi peli bianchi (plurale, sigh!) della barba… che
taglio di nascosto.
Sono passato dall’uscire venerdì, sabato, domenica
e pure durante la settimana a “filmino e coperta sul divano?”… pronunciato con
un filo di voce per la stanchezza.
Sono passato dal ricordarmi tutto quello che leggo al
non ricordarmi più perché sono entrato in questo blog e neanche perché… perché…
che cosa stavo dicendo?
Sono passato dal cadere dagli alberi, sbattere la
testa ovunque, rotolare in discesa sui prati ed essere indistruttibile
all’avere acciacchi alle caviglie, ginocchia e spalle… semplicemente alzandomi
dal divano.
Sono passato dal britpop dell’adolescenza e hard-rock/metal
dei vent’anni a “Mah, ascolto un po’ di tutto” di adesso… cantando le canzoni
di Gigi D’Alessio sotto la doccia (no, scherzo, non sono ancora un uomo morto).
Sono passato dal protestare per i rimproveri di mio
padre al ripetere sempre le stesse cose, le stesse lamentele, i soliti
rimproveri, ancora e ancora… proprio come faceva mio padre.
Sono passato dal dire (leggasi “mentire”) a voce
alta di essere maggiorenne all’approssimare per difetto quando mi chiedono
l’età… magari rinunciando alla festa di compleanno per pudore.
Sono passato dal protestare per i rimproveri di mio
padre al ripetere sempre le stesse cose, le stesse lamentele, i soliti
rimproveri, ancora e ancora… proprio come faceva mio padre.
Sono passato da ginnastica a scuola, calcio in
cortile e allenamento di basket alla sera senza traccia di affaticamento (e di
compiti fatti) a palestra una volta sola seguita da stanchezza cronica per un
mese… con la consapevolezza di aver comunque fatto il mio compitino.
Sono passato da “attento che diventi cieco” dell’adolescenza
all’essere diventato veramente quasi cieco quando cerco di guardare la tastiera
per scrivere… anvhe se xhi ni vomosce sa cje jo sempte abuyo hli occjiaki.
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