Corro come un
matto, sudo copiosamente e ho il fiatone. Credevo di essermi nascosto bene
nella vegetazione invece mi ha fiutato lo stesso. Un gigantesco e spaventoso Tyrannosaurus
Rex mi è alle calcagna. Mi volto per controllare a che distanza si trova e inciampo
su un quarzo citrino che sporge dal terreno. Ora il dinosauro mi ha raggiunto e
in un sol boccone mi ingoia. Finisco nel suo stomaco, passando per la faringe,
l’epiglottide, l’esofago e il piloro. Poi oltrepasso il duodeno, faccio un
bagno nella bile e finisco nell’intestino tenue. Evito i villi intestinali e
percorro di fretta l’intestino crasso, il colon, il retto e infine finisco
nella cacca: di cavallo, di maiale, di lince e addirittura di alce. Per fortuna
ora sono all’aria aperta e qui nessuno mi farà del male. A parte quell’orsa con
i piccoli là in fondo che mi sembra parecchio arrabbiata. Le lancio delle
mandorle tostate e mi lascia in pace. Ne approfitto per fare un giro nelle
casette di legno della Svezia del diciottesimo secolo e poi all’improvviso
passa un autobus della SL, è un Scania-Vabis C75/1 del 1962. È un po’
arrugginito e cigola. Con un po’ di riluttanza salgo e mi faccio un giro della
città. Il tempo sembra passare in fretta. Troppo in fretta. Ora sono su un
modello Volvo B10M-60 Säffle del 1984. Dopo una curva a destra e mi ritrovo su
un vagone della metropolitana, modello C14 del 1992. Alla fine del rettilineo
sono un tram A36 moderno del 2022. Le porte si chiudono e l’autista… non c’è.
Il tram si guida da solo. Le macchine attorno a me sono tutte sinuose ed
elettriche. Tutto attorno a me è ecosostenibile. Che futuro meraviglioso che ci
aspetta. Tutto è così tecnologicamente avanzato e scintillante. Bellissimo.
Affascinante. Spaziale. E all’improvviso: three, two, one… ignition. La
navicella spaziale parte verso Marte. Ma non è una navicella normale. È una
nave speciale: la nave Vasa, affondata nel suo viaggio inaugurale nel 1628 a
pochi metri dalla partenza. Ora infatti ho l’acqua alla gola e sto per
affondare. Mi sembra tutto un’illusione, un gioco d’acqua, un esperimento e io
sono il topo da laboratorio. Però mi diverto a scoprire le leggi della fisica e
gli scherzi della mente umana. Immerso nelle bolle di sapone, sento delle grida
in lontananza. Una mano forte si protende verso di me. l’afferro e mi sento
sollevato. Un vichingo alto, forte e biondo mi salva la vita. Arriviamo nella
sua abitazione e brindiamo bevendo birra non filtrata nello scalpo dei nemici.
Facciamo gara di rutti e ci sfidiamo a chi lancia più lontano l’accetta. Ho
perso, è difficile accettarlo. Per sfogarmi prendo una palla da pallamano e la
lancio più forte che posso, faccio un paio di piroette sugli anelli alla Yuri
Chechi, scalo le pareti come se fosse l’Everest e infine corro cento metri in
11 secondi. La polizia, che era lì vicino, mi ferma per eccesso di velocità. Mi
caricano sulla loro Volvo V70 e a sirene spiegate, scortato da un paio di motociclette
BMW R 1200 GSA, mi portano alla centrale. Qui è tutto in ordine e disciplinato.
Non si sgarra. Io provo a chiedere scusa e con un teatrino poco credibile cerco
di spiegare le mie ragioni. Il poliziotto in divisa non mi crede. Non mi resta
che provare a suonargliele: con l’arpa, la batteria, il pianoforte e alla fine
ci provo anche con il theremin, ma niente. Passo al balletto e mi vesto da
valletto medioevale, mi trucco da zombie e da pagliaccio, canto, uso le mani
per fare ombre cinesi e ci provo anche con un disegnino. Torno a essere bambino
e ripercorro tutte le storie di Astrid Lindgren, ammiro Pippi a teatro e mi
perdo nei cunicoli di una biblioteca immaginaria. Sorrido ai miei figli mentre
leggo loro un libro di Jan Lööf.
Abbasso lo sguardo e osservo le mie mani. Quello che stringo però non è un libro, ma una cartina. È una mappa di tutti i musei che offre Stoccolma. Sorrido di nuovo: bello avere tanta scelta durante le fredde e lunghe giornate invernali, magari sorseggiando una cioccolata calda e un kanelbulle.
Chiave di lettura (facit).
I musei citatati sono in ordine: Naturhistoriska riksmuseet (ora purtroppo
temporaneamente chiuso), Skansen, Spårvägsmuseet, Tekniska museet, Vasamuseet,
Tom Tits experiment, The Viking Museum, Riksidrottsmuseum, Polismuseet,
Scenkonstmuseet, Junibacken.
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Ecco il link all’articolo su Italienaren - Il lavoratore:
https://italienaren.org/viaggio-di-fantasia/
Abbasso lo sguardo e osservo le mie mani. Quello che stringo però non è un libro, ma una cartina. È una mappa di tutti i musei che offre Stoccolma. Sorrido di nuovo: bello avere tanta scelta durante le fredde e lunghe giornate invernali, magari sorseggiando una cioccolata calda e un kanelbulle.
Ecco il link all’articolo su Italienaren - Il lavoratore:
https://italienaren.org/viaggio-di-fantasia/
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