«Almeno ammetti che
avevo ragione.»
«Non è il caso di mettersi a discutere ora.» Carlo Gustavo è visibilmente scosso.
«Eh già, la situazione è alquanto delicata.»
«Ma va’! Non si era capito. Il professorone sfotte pure ora.» Si sbraccia Carlo Gustavo.
«Non ti agitare.» Sigismondo è impassibile «Calmati, Carlo Gustavo!»
«Dire di star calmo a uno agitato è come cercare di spegnere il fuoco soffiandoci ossigeno sopra.»
«Ma che metafora è?»
Carlo Gustavo s’arrabbia e manda platealmente a quel paese l’amico «Una metafora per dirti di finirla con quell’atteggiamento da saputello. Lo so che ci sono finito da solo in questa situazione e vorrei uscirci al più presto.»
Carlo Gustavo continua a girarsi a destra e a sinistra in cerca di una soluzione.
«Non muoverti così che peggiori la situazione.» Sigismondo respira lentamente e spiega. «Vuoi una metafora? Beccati questa allora. È come quando sei in auto bloccato con le ruote nel pantano. Ti prende il panico, vero? Non sei più lucido, vero? E allora che fai?»
«Dai gas ed esci!»
«Sbagliato! Più acceleri e più la macchina si blocca. Schiacci sul pedale ancora e sei sempre più bloccato e sempre più nel panico. Che fai? Semplice: scendi, fai un passo indietro, osservi la situazione da un'altra prospettiva e decidi cosa fare. Se serve chiedi aiuto per farti trainare fuori oppure fa da te: scavi una fossa e crei una rampa, magari con dei bastoni, davanti alle ruote incastrate. Poi rientri in macchina e solo a quel punto dai gas di nuovo.»
Nel frattempo, Carlo Gustavo accelera le procedure per cercare una soluzione al problema.
«Ti ho detto di non agitarti!»
«Almeno io provo a fare qualcosa… non me ne sto lì impalato.»
«E fai male. Se sei nel turbine delle emozioni, in mezzo a un attacco di panico, è meglio stare fermi e respirare profondamente.»
«Più facile a dirsi che a farsi.»
«Non vedi che sei con l’acqua alla gola?»
«Non sono con l’acqua alla gola!»
«Vero, ma a me sembra che stai per soffocare.»
«E fai qualcosa allora per aiutarmi!»
«Te l’ho detto, devi stare fermo… tuffati nel tuo problema. Nuota libero nel tuo corpo. Cavalca l’onda delle tue emozioni. Non farti travolgere dalla marea. Respira sopra la superfice.»
Carlo Gustavo finalmente ascolta l’amico, si distende e respira.
«Bravo!» Sigismondo lo incoraggia. «Respira ancora. Lentamente. A pieni polmoni.»
«Va bene, Sigismondo. Lo ammetto.» Carlo Gustavo è calmo. «Avevi ragione: come dicevi tu queste erano sabbie mobili. Ora però puoi smetterla di fare lo stronzo, lanciarmi una corda e tirarmi fuori da qua?»
«Non è il caso di mettersi a discutere ora.» Carlo Gustavo è visibilmente scosso.
«Eh già, la situazione è alquanto delicata.»
«Ma va’! Non si era capito. Il professorone sfotte pure ora.» Si sbraccia Carlo Gustavo.
«Non ti agitare.» Sigismondo è impassibile «Calmati, Carlo Gustavo!»
«Dire di star calmo a uno agitato è come cercare di spegnere il fuoco soffiandoci ossigeno sopra.»
«Ma che metafora è?»
Carlo Gustavo s’arrabbia e manda platealmente a quel paese l’amico «Una metafora per dirti di finirla con quell’atteggiamento da saputello. Lo so che ci sono finito da solo in questa situazione e vorrei uscirci al più presto.»
Carlo Gustavo continua a girarsi a destra e a sinistra in cerca di una soluzione.
«Non muoverti così che peggiori la situazione.» Sigismondo respira lentamente e spiega. «Vuoi una metafora? Beccati questa allora. È come quando sei in auto bloccato con le ruote nel pantano. Ti prende il panico, vero? Non sei più lucido, vero? E allora che fai?»
«Dai gas ed esci!»
«Sbagliato! Più acceleri e più la macchina si blocca. Schiacci sul pedale ancora e sei sempre più bloccato e sempre più nel panico. Che fai? Semplice: scendi, fai un passo indietro, osservi la situazione da un'altra prospettiva e decidi cosa fare. Se serve chiedi aiuto per farti trainare fuori oppure fa da te: scavi una fossa e crei una rampa, magari con dei bastoni, davanti alle ruote incastrate. Poi rientri in macchina e solo a quel punto dai gas di nuovo.»
Nel frattempo, Carlo Gustavo accelera le procedure per cercare una soluzione al problema.
«Ti ho detto di non agitarti!»
«Almeno io provo a fare qualcosa… non me ne sto lì impalato.»
«E fai male. Se sei nel turbine delle emozioni, in mezzo a un attacco di panico, è meglio stare fermi e respirare profondamente.»
«Più facile a dirsi che a farsi.»
«Non vedi che sei con l’acqua alla gola?»
«Non sono con l’acqua alla gola!»
«Vero, ma a me sembra che stai per soffocare.»
«E fai qualcosa allora per aiutarmi!»
«Te l’ho detto, devi stare fermo… tuffati nel tuo problema. Nuota libero nel tuo corpo. Cavalca l’onda delle tue emozioni. Non farti travolgere dalla marea. Respira sopra la superfice.»
Carlo Gustavo finalmente ascolta l’amico, si distende e respira.
«Bravo!» Sigismondo lo incoraggia. «Respira ancora. Lentamente. A pieni polmoni.»
«Va bene, Sigismondo. Lo ammetto.» Carlo Gustavo è calmo. «Avevi ragione: come dicevi tu queste erano sabbie mobili. Ora però puoi smetterla di fare lo stronzo, lanciarmi una corda e tirarmi fuori da qua?»
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