martedì 28 aprile 2020

KISSENEFREGA – Se gli scrittori fossero…


Se gli scrittori fossero come i cantanti… ci sarebbero molte raccolte di racconti e pochi romanzi; la gente pagherebbe per sentirli leggere alcuni racconti o interi romanzi negli stadi o nei palazzetti (almeno così recupererebbero un po’ d’incassi da quelli persi a causa di chi scarica i libri illegalmente); farebbero i soldi solo facendo piccole letture dei propri racconti o addirittura leggendo testi di altri scrittori nei bar o nelle piazze (senza neanche bisogno di avere molto talento); i romanzi sarebbero sempre letti in radio, nelle palestre e nelle sale d’attesa (inoltre tutti leggerebbero molto di più e, a volte, anche lo stesso racconto più volte di fila).
Se gli scrittori fossero come i pittori… venderebbero libri con quasi tutte pagine bianche e solo pochissime frasi, parole o addirittura solo con alcune lettere; si farebbero pubblicare romanzi senza nessun costrutto logico, per esempio senza personaggi e trama; scriverebbero racconti seduti su un banchetto in strada nelle grandi città del mondo e li venderebbero ai turisti curiosi; scriverebbero testi che narrino solo ed esclusivamente di un cesto di frutta, di persone dalla faccia deformata, dal corpo pieno di puntini oppure romanzi dal titolo “Questo non è un romanzo”.
Se gli scrittori fossero come i registi cinematografici… ci sarebbero molti romanzi sostanzialmente senza una trama seria ma con molti effetti speciali giusto per attirare il pubblico; ci sarebbero best seller senza mordente e spunti interessanti ma pieni zeppi di nomi famosi e altisonanti; scriverebbero dei romanzi e si arrabbierebbero se i personaggi non fanno come vogliono loro.
Se gli scrittori fossero come i ballerini… presenterebbero dei testi a teatro o all’opera da soli, in coppia o in gruppo (ovviamente tutti coordinati e con solo dei vestiti succinti addosso); potrebbero partecipare ai programmi televisivi leggendo i propri romanzi ed essere giudicati per questo; si eserciterebbero per ore e ore, giorno dopo giorno, fino allo sfinimento per scrivere un singolo racconto.
Se gli scrittori fossero come i comici… scherzerebbero sull’arte come ho fatto io ora, ma saprebbero bene che ogni arte è unica e inimitabile!

E voi direte: e chi se ne frega del gioco del “se fossi…”? Beh, non prendetevela con me, non è colpa mia… io vi avevo avvisati: rileggete il titolo della rubrica, per piacere!

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