martedì 23 settembre 2025

ITALIENAREN – Gabbie

Ti senti solo? Vorresti la soffice compagnia di un cincillà o di un porcellino d’India? Oppure preferisci essere allietato dal dolce canto di una cocorita? Nessun problema. Ti basterà un semplice appartamento di 50 metri quadrati e dedicarci più della metà della superficie alla gabbia dei tuoi simpatici amici.

Così avrebbe potuto recitare un annuncio pubblicitario a partire dal 2026 se una proposta di legge sulle condizioni degli animali domestici fosse passata[1]. La notizia arriva dal Jorbruksverket, non un parente della mitica band elettronica Kraftwerket ma uno dei trecentocinquanta -verket che regolamentano tutto – dalle tasse all’uso del gabinetto – ma proprio tutto in Svezia.
La proposta mira a migliorare in generale le condizioni ambientali degli animali di casa meno popolari. Non cita dunque cani, gatti e bambini, ma si rivolge ad altri piccoli mammiferi come roditori e leporidi, agli uccelli volanti o meno e ai rettili. Il testo enuncia alcuni esempi interessanti. Si consigliano gabbie di almeno 10 metri quadrati per i conigli, di 3 per i ratti – come se a loro non bastasse possedere le cantine e i giardini di tutta Stoccolma – di 15 per i serpenti più lunghi, volendo assieme ai roditori per risparmiare spazio, di 4 metri quadrati per i canarini e di 30 per i pappagalli. Va ripetuto: 30 per i pappagalli. Inoltre sono state proibite le ruote per i criceti. Questo costringerà l’umanità all’uso di nuove metafore per descrivere la nostra triste vita nella gabbia della società moderna. Infine, animali come scoiattoli volanti e coccodrilli non saranno più considerati animali domestici. Non accenna niente a riguardo degli alligatori, quindi chiunque sia interessato non verserà troppe lacrime.
La proposta di legge del 19 marzo 2025 ha destato molte discussioni: chi ne era favorevole, difendendo a spada tratta i diritti degli animali e chi ne era contrario, sostenendo la difficoltà a mantenere gli animali a tali condizioni economiche. Le proteste e le critiche non sono mancate da entrambe le fazioni e risulta difficile proclamare chi avesse torto o ragione. Nel dubbio, il 24 marzo 2025, quindi pochi giorni più tardi, lo Jordbruksverket ha deciso di tagliare la testa al toro – in senso figurato, s’intende – decidendo di ritirare la proposta, promettendo però di elaborare una formulazione che possa raggiungere un buon compromesso.

Ricordo ancora con un pizzico di nostalgia e di orrore che al mio trasferimento in Svezia, molti anni fa in uno studentato, vivevo in una stanza di 7 metri quadrati, arredata da letto singolo, comodino, scrivania, sedia e armadio a muro. Per l’igiene personale era presente solo un lavello semplice e uno specchio. Il bagno, le docce, la lavatrice e la cucina erano condivisi con gli altri trenta studenti del corridoio che avevano norme igieniche e alimentari assai diverse dalle mie. Fu un’esperienza culturalmente stimolante ma a volte raccapricciante.
Avrei dovuto andare a protestare allo Jordbruksverket.